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Piccolo dizionario postmoderno Figure e ... - Maconi, Antonio

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Economist<br />

Fumo coloniale da Londra<br />

Adesso gli italiani sono avvisati: il governo Berlusconi, benché adatto alla loro condizione<br />

di popolo stupido e corrotto, non si ha da fare né domani né mai. I poteri forti hanno<br />

sentenziato, Observer, Financial Times, Economist hanno diffuso la solenne sentenza. Gli<br />

italiani “pazienti” hanno capito, le ottuse masse non oseranno disobbedire al fermo monito<br />

dei moralisti.<br />

Ma siamo proprio sicuri che si tratti di una questione morale? Occorre una bella<br />

immaginazione per credere che i poteri forti si facciano tormentare dalla questione<br />

morale. La bella immaginazione va poi elevata al cubo se si vuol contemplare la dignità e<br />

la coerenza morale della sinistra italiana, che vive dei furori pauperistici del popolo di<br />

Seattle. Proprio nei giorni dell’infuriante polemica, la Feltrinelli ha distribuito un libro<br />

intervista, nel quale Cacciari tesse il forsennato elogio dell’ecomiseria.<br />

Il lacrimoso Cacciari, insieme con il desolante Fassino, che sale sull’ex pulpito operaista<br />

per invitare gli italiani a meditare il messaggio lanciato dai sommi padroni del capitale,<br />

con il politologo Sartori e col leggiadro Bianco, che apprezza, gongolando, la minacciosa<br />

autorità dell’alta finanza mettono, in scena lo spettacolo grottesco ma ormai classico della<br />

gauche réactionnaire.<br />

La seria ragione della guerra a Berlusconi si può dedurre tuttavia dalla lettura del Corriere<br />

della Sera, dove l’untuoso e sussiegoso Sergio Romano ha intonato la melodia della<br />

livrea iniziatica.<br />

Conforme alla destra codina, Romano ha scelto la sede più adatta per il suo appello<br />

servile: quel Corriere della Sera dove le zaffate iniziatiche, trasportate dal fumo londinese,<br />

sono respirate con religiosa devozione. L’ex ambasciatore, gustati i sublimi odori del<br />

disprezzo per l’Italia, monta in cattedra per dettare le regole in base alle quali vanno<br />

accolti gli insulti inglesi al popolo italiano: “La prima regola, naturalmente è di considerarli<br />

perfettamente legittimi”.<br />

Dopo una così categorica sentenza, da un uomo illuminato come l’ex ambasciatore si<br />

vorrebbe sapere se, a suo giudizio, sarebbero legittime anche le osservazioni di un<br />

giornalista italiano che (eventualmente) osasse mettere in discussione l’oligarchia del<br />

regno britannico, “solo” perché vi si trovano, a titolo di eredi delle fortune ammucchiate<br />

dalla pirateria, ballerini verdi, pedofili di corso antico e accettato, dame dal gomito sciolto,<br />

principesse ghiotte di sesso o dedite a discussi affari. Non c’è ragione di dubitare che<br />

l’austero Romano risponderebbe negativamente: non è lecito, non è diplomatico, non è<br />

elegante, non è aristocratico rovistare nei panni sporchi della sublime nobiltà. La pubblica<br />

sporcizia dei panni riguarda solo le classi e le nazioni inferiori. L’Italia, ad esempio. E<br />

questo l’imperterrito Romano lo direbbe benché le storie boccaccesche e affaristiche<br />

d’Inghilterra siano vere, le accuse dell’Economist spazzatura, raccolta da calunniatori di<br />

professione.<br />

D’altra parte i poteri che oggi demonizzano Berlusconi sono gli stessi che, nel 1948,<br />

tentarono di umiliare la nazione italiana con l’elezione alla presidenza della repubblica di<br />

un grottesco e osceno arnese di loggia, il conte con la caramella Carlo Sforza. Un uomo,<br />

Sforza, che la stessa “intelligence” britannica non esitava a definire “vecchio scemo”. Fu<br />

la strenua opposizione del cattolico Giovanni Gronchi a sventare la manovra dei poteri<br />

forti e a far eleggere il dignitoso Luigi Einaudi.<br />

Stabilito dunque che ai poteri forti d’Inghilterra non interessa la dignità e la moralità dei<br />

governanti italiani, si affaccia il vero problema: perché si può sputare impunemente su<br />

Berlusconi e, quel che è peggio sul popolo anzi sulla maggioranza del popolaccio italiano,<br />

che lo approva e forse lo vota, ma non criticare le graziose altezze d’Inghilterra?

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