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325.<br />
ORAZIO GREVENBROECK<br />
(attivo a Napoli agli inizi del XVIII secolo)<br />
Veduta costiera con navi alla fonda<br />
Olio su rame, cm 25X38<br />
Stima € 2.000 - 3.000<br />
I Grevenbroeck sono una famiglia d’origine olandese già attiva dalla metà del Seicento e di cui abbiamo scarse notizie. Jan I Grevenbroeck soggiorna a<br />
Roma dal 1667, dove nascono i figli Alessandro ed Orazio nel 1668 e nel 1678. Orazio fu attivo a Napoli dove con Butler e Ruiz diede vita al vedutismo partenopeo.<br />
Le sue opere presentano una cromia rischiarata di sapore Rococò e un tocco leggero, in cui si riconosce l’ascendenza nordica della formazione<br />
e al contempo l’influenza di Antonio Joli. Dall’analisi della sua produzione si comprende la sua predilezione per il paesaggio rispetto al genere vedutistico,<br />
per la fantasia compositiva rispetto all’oggettività documentaria. I suoi dipinti, spesso di piccole dimensioni e realizzati su rame, coniugano elementi<br />
paesistici ed architettonici reali con elementi di pura fantasia, anticipando idealmente le creazioni di Carlo Bonavia.<br />
Bibliografia di riferimento:<br />
N. Spinosa, N. Di Mauro, Le Vedute napoletane del Settecento , Napoli 1989, p. 191, n. 51, fig. 47<br />
326.<br />
JAN FRANS VAN BLOEMEN<br />
(Anversa, 1662 - Roma, 1749)<br />
Paesaggio<br />
Olio su tela, cm 48,5X97<br />
Stima € 4.000 - 6.000<br />
Giunto a Roma attorno nel 1688 e partecipe della Bent locale con il soprannome di Orizzonte a ragione dei suoi ampi paesaggi, l’artista ottiene sin da subito<br />
un grande successo quale continuatore del paesismo seicentesco di Gaspard Dughet. Il dipinto in esame, la cui attribuzione si deve a Giancarlo Sestieri<br />
(opinione orale), è tipico della sua produzione per il taglio d’immagine e il soggetto arcadico pastorale, simile ad esempio al Paesaggio con figure<br />
conservato alla Galleria Nazionale Barberini (olio su tela, cm 48X75, n, inv. 1042). Quest’ultimo presenta un simile sfondo - con un villaggio fortificato ed<br />
una luminosità prossima alle composizioni di Andrea Locatelli - suggerendo così per il nostro dipinto una datazione alla prima metà del XVIII secolo.<br />
Bibliografia di riferimento:<br />
La Pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di L. Trezzani, Milano 2004, pp. 357-360, con bibliografia precedente<br />
L. Mochi Onori, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, Dipinti del ‘700, Roma 2007, pp. 189-190, n. 275<br />
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