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343.<br />
ANTONIO BELLUCCI<br />
(Pieve di Soligo, 1654 - 1726)<br />
Aurora e Cefalo<br />
Olio su tela, cm 45,5X38<br />
Stima € 10.000 - 15.000<br />
Attivo a Venezia, Vienna, Düsseldorf e Londra, Bellucci incarnò la moderna dimensione dell’artista itinerante, di fama internazionale, apprezzato per il suo<br />
“disegno corretto”, la “morbidezza delle tinte” e una vocazione classicista appresa durante i soggiorni di studio a Roma e a Bologna. La tela in esame esprime<br />
assai bene lo stile <strong>qui</strong> descritto, contraddistinta da un’elegante e luminosa sensibilità rocaille. Il soggetto rappresenta Aurora che innamoratasi di Cefalo<br />
lo rapisce per condurlo sul suo carro e la raffigurazione sembra rispecchiare l’adattamento teatrale scritto da Gabriello Chiabrera e messo in scena a<br />
Firenze nell’ottobre del 1600, testo che ebbe una straordinaria diffusione e suggestionò moltissimi artisti dell’età barocca. Lo stile e il formato della nostra<br />
opera indicano che si tratta di un bozzetto plausibilmente destinato a una decorazione a fresco; la calda e vibrante lucentezza della tessitura cromatica<br />
costruisce la narrazione con una peculiare velocità di pennello, evocando il movimento e l’effetto melodrammatico.<br />
Bibliografia di riferimento:<br />
F. Magani, Antonio Bellucci. Catalogo ragionato, Rimini 1995<br />
DALLE COLLEZIONI DI<br />
ITALO ZINGARELLI<br />
LOTTI 344 - 355<br />
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