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COPERTINA CORRISPONDENZE AMOROSI SENSI:IL ... - La Pagina

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Il non far nulla brucia le tue energie.<br />

128<br />

Radius<br />

Radius, raggio di sole, era il mio nome.<br />

Tra i verdi e profumati colli di Roma ritrovai le mie pecore.<br />

Portandole al pascolo intagliavo (come nei tempi passati 1R , allorché<br />

gettai le basi della contabilità) su osso, su bastoncini, su oggetti che<br />

servissero comunque da supporto al concetto di numero.<br />

Cercavo un modo per registrare le fasi lunari o per catturare la<br />

quantità: delle persone, dei capi di selvaggina abbattuta, dei vari<br />

oggetti necessari alla vita comunitaria.<br />

Rappresentavo con tacche, ad una ad una, le mie bestiole, cercando,<br />

per distinguerle meglio, di separarle un po’, visto che amavano vivere,<br />

come dice appunto il loro nome, sempre unite, ammassate.<br />

<strong>La</strong> sera, dopo aver trasformato il latte da esse munto in formaggio<br />

e ricotta, tutti i pastori si riunivano attorno ad un fuoco comune.<br />

Lì, in assenza delle belanti, mostravo agli altri pastori quante<br />

fossero le pecore del mio gregge. Ecco le mie pecore, dicevo loro e loro,<br />

burlandosi di me, gettavano a volte il bastoncello con tacche sul fuoco,<br />

dicendo che così avremmo mangiato tutti insieme quelle pecore.<br />

E così mi esercitavo spesso nel registrare (lo facevo volentieri<br />

perché più intaccavo e meglio capivo il concetto di numero), mediante<br />

tacche, il numero delle mie pecore.<br />

Un giorno molto fortunato, una tavoletta di legno sulla quale avevo<br />

finito di rappresentare, attraverso tacche, tutte le mie pecore, si spaccò<br />

longitudinalmente in due parti, separando quasi simmetricamente le<br />

tacche stesse. Ebbi così magicamente due supporti per il calcolo che<br />

indicavano, entrambi, la stessa quantità.<br />

Poiché il numero delle mie pecore rimaneva inciso nella semitavoletta<br />

che conservavo per me, consegnai volentieri l’altra al pastore Ottavio,<br />

mio caro amico, affinché, attraverso questo semplicissimo supporto,<br />

potesse, in una corrispondenza tacca-pecora, sapere con esattezza se le<br />

sue pecore fossero più o meno delle mie e a quante tacche<br />

corrispondesse la loro differenza. Se cioè le mie pecore fossero più<br />

delle sue, allora le tacche rimanenti avrebbero indicato il numero in<br />

più delle mie pecore. Altrimenti, attribuendo ad ogni sua pecora in più<br />

una nuova tacca, partendo cioè dall’inizio, avrebbe saputo quante<br />

pecore in più aveva lui.

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