vita aprile 2004 - Giuseppini del Murialdo
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Vita sociale<br />
di Marina Lomunno<br />
I volti <strong>del</strong>la povertà<br />
in Europa<br />
Il bisogno di politiche familiari adeguate per far fronte alle difficoltà<br />
Povertà non significa solo bidonville africane o latino americane<br />
ma anche le periferie <strong>del</strong>le capitali <strong>del</strong> vecchio continente. A<br />
lanciare l’allarme è Caritas Europa, che ha presentato il 16 febbraio<br />
scorso all’europarlamento di Bruxelles il rapporto: «I volti <strong>del</strong>la<br />
povertà in Europa. Il bisogno di politiche familiari». L’indagine,<br />
che fa seguito ad una prima edizione pubblicata nel 2001, è basata sulle<br />
esperienze vissute quotidianamente dagli operatori di Caritas Europa,<br />
realtà che raggruppa 48 organizzazioni attive in 44 paesi <strong>del</strong> continente.<br />
Ad esempio il tasso dei bambini che vivono in situazione di<br />
povertà nell’Unione europea è <strong>del</strong> 12,5%, in Gran Bretagna addirittura<br />
<strong>del</strong> 32% ed è in crescita il fenomeno dei ragazzi di strada nei Paesi<br />
<strong>del</strong>l’Est. C’è infatti una grande eterogeneità tra i Paesi, dalla Norvegia<br />
che è al primo posto nel mondo in quanto a sviluppo umano (seguita<br />
da Islanda e Svezia) all’Albania che è al 95° posto, insieme alla<br />
Turchia (96°) e alla Moldavia (108°). La povertà <strong>del</strong>le famiglie è diffusa<br />
ovunque, in Paesi ricchi e poveri, e “a parte la Francia e la Germania<br />
- precisa Hubert Cornudet, responsabile <strong>del</strong>le politiche sociali<br />
di Caritas Europa - c’è una generale carenza di politiche familiari e<br />
una assoluta assenza di studi incentrati sulla famiglia e sulle politiche<br />
familiari”. Il Rapporto segnala anche lo stretto legame tra disoccupazione<br />
e povertà, essendo questa “la causa primaria di povertà in Europa”.<br />
A metà degli anni ‘90, infatti, il 51,5% <strong>del</strong>le persone disoccupate<br />
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in Francia, il 64,7% nel Regno Unito, il 72,4%<br />
in Italia e il 51,5% in Polonia vivevano al di sotto<br />
<strong>del</strong>la soglia <strong>del</strong>la povertà.<br />
Il 15% degli abitanti <strong>del</strong>l’Unione Europea<br />
dunque è a rischio di povertà e sono i bambini<br />
(uno su 5 è povero) e le donne a vivere nelle<br />
condizioni peggiori. Tra i vari problemi messi<br />
in evidenza dal rapporto, emerge soprattutto<br />
una diffusa carenza nelle politiche familiari che<br />
ha come conseguenze principali l’aumento di<br />
«madri single» che non riescono più a mantenere<br />
i propri figli o a sostenere il costo di un’abitazione,<br />
e l’abbandono dei bambini, soprattutto<br />
nei Paesi <strong>del</strong>l’Est, in particolare in Moldavia.<br />
Secondo i dati raccolti, ad esempio, la spesa<br />
media per l’affitto di una casa occupa il 50%<br />
<strong>del</strong>le entrate di una famiglia sia in Russia sia in<br />
Austria, ma il reddito medio mensile è di 88 euro<br />
nel primo paese e di 1.420 nel secondo e non<br />
c’è una differenza altrettanto proporzionale nel<br />
costo <strong>del</strong>l’abitazione nei due stati. Inoltre «nei<br />
Paesi <strong>del</strong>l’Europa centrale e <strong>del</strong>l’est – sottolinea<br />
il rapporto – troppo spesso la gravidanza significa<br />
per una donna correre il rischio di perdere<br />
il lavoro».<br />
Laddove la povertà è «cronica», il rapporto<br />
mette in evidenza il conseguente dilagare di numerose<br />
problematiche che necessitano interventi<br />
urgenti da parte dei governi. «Cattivi alloggi<br />
– scrivono i responsabili di Caritas Europa<br />
– e povera alimentazione influenzano la salute<br />
dei bambini e il loro apprendimento educativo.<br />
La disoccupazione permanente porta ad<br />
una bassa stima di se stessi, alla disperazione e<br />
spesso al suicidio. La povertà inoltre diventa<br />
terreno fertile per droga e alcolismo, che a loro<br />
volta conducono ad una maggiore miseria». Alcolismo<br />
e droga sono rilevati dal rapporto come<br />
fenomeni dilaganti anche nei paesi più ricchi<br />
<strong>del</strong>l’Europa, in ogni strato sociale: «ad essi –<br />
prosegue il rapporto - si uniscono violenza domestica<br />
e l’abuso matrimoniale esacerbati dalla<br />
povertà e dallo stress che essa porta nelle relazioni<br />
all’interno <strong>del</strong>la famiglia». Povertà implica<br />
anche scarso accesso alle cure: secondo i dati<br />
raccolti il tasso di mortalità degli uomini in<br />
età lavorativa <strong>del</strong>le classi povere è tre volte più<br />
alto di quello dei benestanti.<br />
Il dossier a fronte di un quadro preoccupante<br />
propone anche possibili linee di sviluppo: «È<br />
urgente prendere in considerazione – ribadisce<br />
la Caritas - la situazione dei genitori soli nelle<br />
famiglie monoparentali. Tra le numerose e necessarie<br />
misure c’è bisogno di migliorare i servizi<br />
prescolastici per i bambini e la qualità e la<br />
quantità <strong>del</strong>le strutture per la loro assistenza. Le<br />
politiche tributarie devono essere in accordo<br />
con la situazione familiare e passi concreti devono<br />
essere presi per ridurre la disoccupazione<br />
permanente attraverso l’implementazione di<br />
immediati programmi di reinserimento e di riqualificazione<br />
professionale». Caritas Europa<br />
raccomanda infine all’Unione europea di rinnovare<br />
l’impegno rispetto agli obiettivi <strong>del</strong>la strategia<br />
di Lisbona e di «sostenere i Piani di azione<br />
nazionali». «In tempi difficili - conclude il<br />
Rapporto - la famiglia può essere un luogo per<br />
escludere o per proteggere le persone più vulnerabili<br />
<strong>del</strong>la nostra società. È per questo che le<br />
politiche devono essere indirizzate alla situazione<br />
<strong>del</strong>le famiglie, assistendole con adeguate<br />
risorse ed efficienti mezzi di sostegno».<br />
Vita Giuseppina 4 - <strong>2004</strong> 135