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vita aprile 2004 - Giuseppini del Murialdo

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come un tempo ci ascoltava. La nostra gente<br />

“quichua” se ne va ad ascoltare altre emittenti.<br />

Collaboro in altre due commissioni come posso:<br />

la pastorale familiare e quella dei giovani.<br />

Ma con due parrocchie, Puerto Napo e Puerto<br />

Misahuallí, e con le loro 25 e 27 comunità indigene<br />

ognuna, devo concentrare il tempo e le<br />

mie energie al servizio di queste due parrocchie<br />

per visitare le case e comunità, celebrare Messe<br />

almeno una volta al mese, funerali, battesimi,<br />

matrimoni, anche se sono pochi.<br />

Ho sentito che per essere missionario si deve<br />

entrare pian piano nella cultura <strong>del</strong> popolo.<br />

Dopo, poco a poco, inzupparsi di questa cultura<br />

di Cristo, condividendo la <strong>vita</strong> e la stessa povertà.<br />

E alla fine puoi sentire tutti come veri<br />

fratelli. Se vuoi bene, li ami, li perdoni, comprendi<br />

i loro problemi. In una parola: ti incarni.<br />

E torni a nascere. E sei capace di sapere relativizzare<br />

tutto il nostro mondo consumista,<br />

di apparenza e di progresso materiale, per dare<br />

più importanza all’umanità <strong>del</strong>le persone e al<br />

mondo spirituale.<br />

Vi invito a fare questa bella esperienza. Solo<br />

bisogna decidersi. Vi dò un esempio: la mia cugina<br />

Elisa ha fatto le sue vacanze d’estate qua<br />

con me nella missione di Napo – Ecuador, e<br />

penso che si è portata nel suo cuore tutta la mia<br />

gente. Sono convinto che tornerà un’altra volta,<br />

perché questo attira più <strong>del</strong>la droga. Per co-<br />

minciare già sta collaborando dal suo Istituto a<br />

Madrid per organizzare le “adozioni a distanza”<br />

per i bambini <strong>del</strong>la mia parrocchia.<br />

Anche voi potete essere missionari: ognuno<br />

nel suo ambiente, dando testimonianza di fede,<br />

onestà, generosità e solidarietà, con una <strong>vita</strong><br />

semplice ed austera, sentendo tutto il mondo<br />

come veri fratelli. Non è questo quello che ci ha<br />

insegnato Gesù? Signore, non permettere che<br />

solo noi siamo felici… O tutti o nessuno. E moriremo<br />

nell’intento: anche questa gente <strong>del</strong>la<br />

foresta <strong>del</strong>l’Ecuador sono figli di Dio e hanno<br />

lo stesso diritto nostro ad essere felici. Tutti siamo<br />

stati battezzati e per appartenere alla stessa<br />

Chiesa dobbiamo annunciare il Vangelo, la<br />

Buona Notizia <strong>del</strong>l’Amore di Dio per gli uomini<br />

e le donne, e spargere il dono che portiamo<br />

dentro di noi perché tutti vedano e si incontrino<br />

con Gesù Cristo, Nostro Signore.<br />

San Leonardo <strong>Murialdo</strong> nel suo tempo sapeva<br />

rispondere con generosità, con creatività. E<br />

noi saremo capaci? Chiediamo aiuto al Signore<br />

per intercessione <strong>del</strong>la Vergine Maria, Mediatrice<br />

di tutte le grazie e Madre di misericordia,<br />

di San Giuseppe, nostro santo protettore, e dei<br />

numerosi santi missionari. Vi benedico e vi auguro<br />

una buona avventura cristiana. Vi porto<br />

tutti nel mio cuore e vi ringrazio per la vostra<br />

collaborazione e le preghiere.<br />

P. Juan José Gasanz<br />

152 Vita Giuseppina 4 - <strong>2004</strong><br />

Parlare <strong>del</strong>la famiglia è diventato oggi di moda<br />

anche nelle nostre chiese locali. Essa sembra<br />

la grande malata che attira al proprio capezzale<br />

medici, psicologi, esperti di ogni genere per vedere<br />

di salvarla. Molti dibattiti e rappresentazioni<br />

televisive vedono come protagonista la<br />

famiglia e l’angolo visuale non è sempre quello<br />

cristiano, ovvero quello che esce da una lettura<br />

corretta <strong>del</strong>la Bibbia.<br />

E a proposito <strong>del</strong>la famiglia mi piace qui ricordare<br />

quello che scrisse il card. Biffi:<br />

“Dio non ha due progetti sull’uomo, uno naturale<br />

e uno soprannaturale: ne ha sempre avuto<br />

uno solo, che ha come suo traguardo la nostra<br />

misteriosa, ma reale partecipazione in<br />

Cristo alla <strong>vita</strong> di conoscenza, di amore, di<br />

gioia che è propria <strong>del</strong>la Trinità. Poiché il<br />

Creatore ha un solo progetto, anche ciò che è<br />

naturale nell’uomo - qual è la distinzione dei<br />

sessi, la vocazione <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>la donna all’unione<br />

feconda nel matrimonio, la famiglia<br />

con tutte le sue relazioni interpersonali - è stato<br />

pensato e voluto perché costituisse una iniziale<br />

epifania <strong>del</strong> nostro destino trascendente.<br />

Tutte queste realtà sono già in se stesse una manifestazione<br />

di una ricchezza soprannaturale”<br />

(Matrimonio e famiglia).<br />

A volte mi fermo a riflettere sul progetto che<br />

il Creatore ha sull’uomo e sulla donna che nel-<br />

Suore Murialdine<br />

di Emma Bellotto<br />

murialdine@murialdo.org<br />

Quale<br />

famiglia?<br />

la loro unione diventano il sacramento di<br />

Dio, luogo <strong>del</strong>la manifestazione <strong>del</strong>l’Amore<br />

e mi sembra molto grande il compito che<br />

ha affidato agli sposi cristiani, cioè a coloro<br />

che si sono sposati nel Signore.<br />

La realtà <strong>del</strong> matrimonio poi richiama fortemente<br />

anche il mistero pasquale perché è<br />

in esso che Cristo offre se stesso al Padre per<br />

tutti noi. È solo lì infatti che due sposi possono<br />

trovare la forza, la luce, il coraggio per superare,<br />

amandosi, le difficoltà che incontrano.<br />

Giovanni Paolo II scriveva nella Mulieris Dignitatem:<br />

“Il mistero pasquale rivela fino in<br />

fondo l’amore sponsale di Dio. Cristo è lo sposo<br />

perché ha dato se stesso: il suo corpo è stato<br />

dato, il suo sangue è stato versato. In questo<br />

modo amò sino alla fine. Il dono sincero, contenuto<br />

nel sacrificio <strong>del</strong>la croce fa risaltare in<br />

modo definitivo il senso sponsale <strong>del</strong>l’amore di<br />

Dio. Cristo è lo sposo <strong>del</strong>la Chiesa, come redentore<br />

<strong>del</strong> mondo” (n. 26).<br />

In una casa dove due sposi vivono l’Amore<br />

cercando di imitare l’Autore <strong>del</strong>l’Amore, anche<br />

i figli crescono respirando la serenità e la<br />

gioia <strong>del</strong>l’essere amati. Si rafforzano così in loro<br />

la positività e la sicurezza indispensabili per<br />

affrontare i compiti che il cammino di crescita<br />

richiede. Questa è la visione cristiana <strong>del</strong>la famiglia<br />

che purtroppo non sempre si riscontra<br />

neppure nelle nostre realtà di chiese locali e i<br />

mass media, da parte loro, ci bombardano con<br />

mo<strong>del</strong>li molto diversi e contraddittori.<br />

Si inserisce qui la validità <strong>del</strong> nostro compito<br />

di donne consacrate ed educatrici chiamate a<br />

testimoniare che è possibile amare con gratuità<br />

e che l’ideale evangelico non è un’utopia!<br />

Vita Giuseppina 4 - <strong>2004</strong> 153

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