vita aprile 2004 - Giuseppini del Murialdo
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I contenuti di fondo si possono così riassumere:<br />
Gesù Cristo,cuore <strong>del</strong>la fede cristiana e<br />
Sposo <strong>del</strong>la Chiesa, e la dimensione etica <strong>del</strong>la<br />
persona e <strong>del</strong>la civiltà. Questi contenuti rimandano,<br />
a loro volta, agli strumenti peculiari che<br />
sono la fede e la ragione. Riascoltiamo, al riguardo,<br />
le parole <strong>del</strong> Papa: “La fede e la ragione<br />
sono come due ali con le quali lo spirito<br />
umano s’innalza verso la contemplazione <strong>del</strong>la<br />
verità” (Fides et Ratio,1).<br />
I PROTAGONISTI<br />
I docenti, il personale tecnico-amministrativo,<br />
gli studenti, le associazioni e i movimenti<br />
ecclesiali, le cappellanie e le parrocchie, le consulte<br />
e gli uffici diocesani, i singoli sacerdoti<br />
addetti sono i protagonisti <strong>del</strong>la pastorale universitaria.<br />
Essa si esprime in alcune “forme”<br />
caratteristiche.<br />
LA PASTORALE DELLA CATTEDRA.<br />
I docenti sono protagonisti innanzitutto dalle<br />
cattedre <strong>del</strong>le loro discipline e <strong>del</strong>le loro ricerche.<br />
Non si tratta di fare catechesi, ma di insegnare<br />
le rispettive materie con serietà e competenza<br />
professionale. Si tratta di far emergere<br />
l’humus che sta alla radice dei corsi stessi: l’humus<br />
<strong>del</strong>l’inquietudine propria <strong>del</strong>l’intelligenza<br />
umana di fronte al mistero <strong>del</strong>l’essere, <strong>del</strong>la ricerca<br />
di confini ulteriori che tradiscono una nostalgia<br />
ontologica, che indicano un principio e<br />
una meta. Si tratta, in fondo, di far emergere le<br />
domande di sempre che, anche nell’epoca <strong>del</strong><br />
consumismo edonistico, non sono affatto<br />
soffocate o morte.<br />
Nella sua tradizione migliore l’Università nasce<br />
come comunità di persone che vivono insieme<br />
per condividere con il maestro non solo<br />
la scienza e i suoi contenuti, ma anche un cammino<br />
di crescita umana.<br />
LA PASTORALE DELLO STUDIO.<br />
Si intende il diritto e il dovere di studiare con<br />
serietà e metodo. Si intende il sostegno e l’aiuto<br />
che gli studenti possono organizzare e offrirsi<br />
reciprocamente. Si intende infine la motivazione<br />
ideale <strong>del</strong>lo studio, che deve essere salvato<br />
da una mentalità puramente strumentale<br />
ed economistica. La tensione verso la professione<br />
e l’autonomia economica è legittima e<br />
doverosa; ma ciò non dovrebbe assorbire l’intelligenza<br />
e l’anima <strong>del</strong>lo studente al punto da<br />
impedirgli di vivere l’esperienza universitaria<br />
in chiave formativa.<br />
LA PASTORALE DELLA COMUNITÀ<br />
CRISTIANA.<br />
Per “comunità cristiana” qui bisogna intendere<br />
ogni “forma stabile di gruppo” che ha nel sacerdote<br />
incaricato il punto di riferimento ecclesiale<br />
e negli studenti e docenti il suo corpo vivo<br />
e dinamico. In questi gruppi deve pulsare il cuore<br />
<strong>del</strong>la Chiesa, cioè l’ascolto <strong>del</strong>la Parola, la celebrazione<br />
dei sacramenti e la testimonianza e il<br />
servizio <strong>del</strong>la carità. Nell’ambiente universitario<br />
si deve rendere presente, visibile e operativa<br />
una “cellula” di <strong>vita</strong> cristiana secondo una propria<br />
modalità e propri dinamismi.<br />
In questa prospettiva, un ruolo particolare<br />
viene svolto dai collegi universitari, luoghi particolarmente<br />
favorevoli per coniugare le dimensioni<br />
formative nel periodo univesitario.<br />
Scrivono i Vescovi: “I collegi universitari promuovono<br />
l’ospitalità e l’accompagnamento<br />
educativo e spirituale degli studenti e si propongono<br />
come ambienti di maturazione umana<br />
e cristiana, di formazione culturale e civile”<br />
(Commissione Episcopale per l’educazione<br />
cattolica, la cultura, la scuola e l’università).<br />
138 Vita Giuseppina 4 - <strong>2004</strong><br />
“I giovani pregano di più.” L’ho sentito affermare<br />
un giorno <strong>del</strong>l’ultima settimana di gennaio<br />
durante il programma di “ uno mattina “.<br />
Intervistato dal giornalista che conduce il programma,<br />
lo affermava uno psicologo, conosciuto<br />
studioso, di cui ora non ricordo il nome,<br />
e la presidente nazionale <strong>del</strong>l’Azione Cattolica.<br />
Vita giovanile<br />
di Mario Rebellato<br />
I giovani pregano di più<br />
Mi ha fatto piacere sentire questa<br />
affermazione. Noi siamo abituati<br />
ancora dalla contestazione giovanile<br />
<strong>del</strong> 1968, a constatare che con<br />
1’adolescenza viene di conseguenza<br />
1’ abbandono dei sacramenti.<br />
L’affermazione, “i giovani pregano<br />
di più di un tempo”, fa pensare<br />
che questa tendenza di abbandonare<br />
la fede, vada invertendosi…<br />
Non posso constatarlo perché vivo,<br />
per malattia, in una struttura in cui<br />
i giovani non hanno niente a che fare,<br />
se non alcune ore di volontariato.<br />
È anche vero che nei giovani<br />
d’oggi, si trovano sentimenti di valori<br />
umani, degni di rispetto e di stima,<br />
come la solidarietà, la condivisione,<br />
che vissuti nella fede, sono<br />
valori cristiani. Mi auguro in cuor<br />
mio, che questi valori orizzontali<br />
non lascino da parte quelli verticali.<br />
Un noto pedagogo scrisse in<br />
questi giorni che l’età <strong>del</strong>l’adolescenza<br />
non deve considerarsi come<br />
1’età <strong>del</strong> disagio , ma come primavera<br />
<strong>del</strong>la <strong>vita</strong>. Vista in chiave positiva,<br />
questa età potrà portare risultati<br />
anche nella ricerca di Dio.<br />
Intanto, finché siamo in una fase<br />
pluralistica, è doveroso dare ai ragazzi<br />
e giovani la possibilità di far<br />
esperienza di fede, vale a dire di una presenza<br />
esistenziale di Cristo. Le nostre parrocchie, i<br />
patronati, le scuole cattoliche, l’ora di religione<br />
possono essere o diventare “laboratori <strong>del</strong>la fede”<br />
come si augurava il papa Giovanni Paolo II<br />
più volte durante l’anno santo 2000.<br />
Vita Giuseppina 4 - <strong>2004</strong> 139