Mafie, un drammatico 2012 - Il Giornale di Reggio
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LE VOSTRE<br />
DOMANDE<br />
B<br />
uongiorno, abbiamo<br />
adottato <strong>un</strong> gattino<br />
Sacro <strong>di</strong> Birmania <strong>di</strong><br />
quattro mesi. A parte la<br />
prima sera, che ha passato<br />
sotto il calorifero, sembrava<br />
essersi adattato benino al<br />
nuovo ambiente e a noi, ma<br />
dalla sera successiva ha<br />
cominciato a comportarsi in<br />
modo agitato e aggressivo sia<br />
con noi sia in casa. Non sappiamo<br />
come arginarlo per<br />
preservare anche la nostra<br />
casa ed evitare che graffi<br />
<strong>di</strong>vani e tende.<br />
Cara lettrice, <strong>un</strong> certo grado<br />
<strong>di</strong> attività è normale, soprattutto<br />
in <strong>un</strong> gatto <strong>di</strong> quell’età.<br />
Gran parte dell’attività e del<br />
gioco felino si riconduce al<br />
comportamento <strong>di</strong> caccia: si<br />
stima infatti che in natura i<br />
gatti impieghino sei-otto ore al<br />
giorno a cacciare. Se il gatto<br />
non ha la possibilità <strong>di</strong> scovare<br />
prede vere, cercherà <strong>di</strong><br />
farlo con qualsiasi cosa assomigli<br />
loro, soprattutto se si<br />
tratta <strong>di</strong> oggetti (o parti del<br />
corpo come mani e gambe) in<br />
movimento. Di conseguenza<br />
occorrerebbe sapere in che<br />
misura il gatto è agitato e in<br />
quali contesti manifesta la sua<br />
aggressività per capire se si<br />
tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong> comportamento<br />
normale, erroneamente interpretato<br />
e che necessita solo <strong>di</strong><br />
alc<strong>un</strong>i accorgimenti <strong>di</strong> tipo<br />
gestionale per essere ri<strong>di</strong>mensionato,<br />
oppure <strong>di</strong> <strong>un</strong> problema<br />
più serio.<br />
S<br />
alve dottoressa, il mio<br />
gatto tende a dormire<br />
tutto il giorno e ad attivarsi<br />
nelle ore notturne. Vorrei<br />
sapere se posso fare qualcosa<br />
per mo<strong>di</strong>ficare questo<br />
suo comportamento. Tenga<br />
presente che purtroppo vivo<br />
in <strong>un</strong> appartamento nel centro<br />
storico e non ho la possibilità<br />
<strong>di</strong> farlo uscire se non in<br />
<strong>un</strong> piccolo balcone.<br />
Caro lettore, aumenti nell’attività<br />
notturna del gatto possono<br />
avere cause comportamentali,<br />
fisiologiche o me<strong>di</strong>che. <strong>Il</strong><br />
Amici a quattro zampe<br />
SABATO<br />
29 DICEMBRE <strong>2012</strong> 49<br />
ISCRIZIONE GRATUITA<br />
I mici impiegano sei-otto ore al giorno in quest’attività: se non la praticano, è bene indagare<br />
Se il gatto è pigro, stimolatelo a cacciare<br />
Qualche scatola come nascon<strong>di</strong>glio o <strong>un</strong>a pallina risveglieranno la sua curiosità<br />
motivo comportamentale più<br />
frequente <strong>di</strong>etro quest’attitu<strong>di</strong>ne<br />
del micio è <strong>un</strong>a carenza <strong>di</strong><br />
stimolazione durante il giorno.<br />
In tal caso occorre arricchire<br />
il più possibile l’ambiente<br />
domestico in modo da stimolare<br />
la sua curiosità e sod<strong>di</strong>sfare<br />
le sue esigenze <strong>di</strong> movimento e<br />
<strong>di</strong> caccia. Dovrà cercare <strong>di</strong><br />
sfruttare il più possibile lo<br />
spazio “verticale”, ad esempio<br />
arredandolo con mensole e<br />
arrampicatoi ad hoc che stimolino<br />
il gatto a salire e a perlustrarli.<br />
Potrà anche creare<br />
anfratti e nascon<strong>di</strong>gli con scatoloni<br />
o tubi dove il micio<br />
vorrà andare a curiosare.<br />
Oppure potrà fornire giochini<br />
da “cacciare” come topolini<br />
finti in movimento, palline,<br />
canne da pesca e altro ancora.<br />
Tra le cause fisiologiche rientra<br />
ad esempio l’estro nelle<br />
gatte o la ricerca <strong>di</strong> gatte in<br />
estro nei gatti. In questo caso<br />
sarà utile la sterilizzazione nel<br />
caso si tratti <strong>di</strong> <strong>un</strong>a femmina o<br />
la castrazione se si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
maschio. Tra le cause me<strong>di</strong>che<br />
ritroviamo ad esempio l’ipertiroi<strong>di</strong>smo,<br />
la <strong>di</strong>sf<strong>un</strong>zione<br />
cognitiva del gatto anziano e<br />
molte altre. Per fare chiarezza,<br />
in ogni caso, è bene rivolgersi<br />
al veterinario per <strong>un</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento sullo stato <strong>di</strong><br />
salute e il comportamento del<br />
gatto.<br />
La Forestale ha den<strong>un</strong>ciato cinque bracconieri: usavano carcasse imbottite <strong>di</strong> sostanze letali<br />
Avvelenavano i lupi e li fotografavano morti come trofeo<br />
UN MOTTO tipico dell’inverno<br />
è, da sempre, “tempo da lupi”.<br />
Ma questo, invece, non sembra<br />
essere il tempo ideale per questi<br />
animali poco conosciuti nelle<br />
loro reali caratteristiche, e per<br />
questo spesso erroneamente<br />
temuti, da alc<strong>un</strong>i anni <strong>di</strong> nuovo<br />
ben presenti anche nel territorio<br />
del Parco nazionale, sul crinale<br />
tosco emiliano e anche nella<br />
nostra provincia, dove li si vede<br />
ad altezze sempre più basse. Una<br />
presenza <strong>di</strong>ffusa che è <strong>di</strong> recente,<br />
con l’aumento del numero <strong>di</strong><br />
esemplari, entrata in conflitto<br />
con alc<strong>un</strong>e attività umane, specie<br />
l’allevamento <strong>di</strong> ovini. E’<br />
capitato più volte che, anche sull’Appennino<br />
reggiano, alc<strong>un</strong>i<br />
allevamenti venissero “visitati”<br />
dai lupi, con capi uccisi e <strong>di</strong>vorati.Nel<br />
territorio del Parco<br />
nazionale, sul crinale parmense,<br />
sono stati den<strong>un</strong>ciati nei giorni<br />
scorsi cinque bracconieri, dopo<br />
<strong>un</strong>’indagine approfon<strong>di</strong>ta del<br />
corpo forestale, i quali in con-<br />
corso tra loro utilizzavano <strong>di</strong>versi<br />
mezzi per compiere atti <strong>di</strong><br />
bracconaggio a danno <strong>di</strong> esemplari<br />
<strong>di</strong> lupo appenninico, in particolare<br />
attraverso mici<strong>di</strong>ali bocconi<br />
avvelenati realizzati con<br />
carcasse <strong>di</strong> animali selvatici,<br />
imbottite <strong>di</strong> veleno. Durante le<br />
perquisizioni nelle case dei bracconieri<br />
sono state trovate anche<br />
foto in cui viene esibito <strong>un</strong> lupo<br />
abbattuto.<br />
<strong>Il</strong> Parco nazionale ha <strong>di</strong>ramato<br />
<strong>un</strong>a nota su quanto accaduto: «Si<br />
esprime vivo apprezzamento al<br />
corpo forestale per la brillante<br />
operazione <strong>di</strong> indagine contro le<br />
azioni <strong>di</strong> bracconaggio a danno<br />
<strong>di</strong> specie protette. <strong>Il</strong> Parco stigmatizza<br />
l’uso <strong>di</strong> bocconi avvelenati<br />
e l’uccisione illegale <strong>di</strong> animali<br />
tutelati dalle leggi italiane<br />
ed europee come il lupo: azioni<br />
ancor più gravi e intollerabili se<br />
compiute in aree naturali protette.<br />
Valuteremo le con<strong>di</strong>zioni e<br />
l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> chiedere il risarcimento<br />
del danno ambientale,<br />
eventualmente costituendoci<br />
come parte civile nei processi<br />
penali. Chie<strong>di</strong>amo su questo la<br />
collaborazione <strong>di</strong> tutte le istituzioni<br />
territoriali e <strong>di</strong> rappresentanze<br />
e associazioni dei cacciatori,<br />
con le quali corrono rapporti<br />
<strong>di</strong> rispetto e collaborazione,<br />
per condannare le pratiche illegali<br />
ed espellere chi sia accertato<br />
responsabile <strong>di</strong> gravi violazioni<br />
delle regole dell’attività venatoria».<br />
Conclude la nota del Parco:<br />
«Siamo consapevoli che la rinnovata<br />
presenza del lupo in tutto<br />
l’Appennino solleva rilevanti<br />
problemi connessi alla predazione<br />
sul bestiame domestico, e<br />
anche alla “percezione”, spesso<br />
enfatizzata, <strong>di</strong> pericolosità<br />
potenziale della specie. Stiamo<br />
intervenendo sul tema della convivenza<br />
tra il lupo e le attività<br />
umane e in particolare con l’allevamento<br />
e la pastorizia. Per<br />
realizzare corrette soluzioni alle<br />
reali problematiche inerenti la<br />
presenza del lupo abbiamo <strong>un</strong><br />
progetto (life Ex-tra) che ha permesso<br />
<strong>di</strong> realizzare significativi<br />
interventi <strong>di</strong> mitigazione del<br />
conflitto, con la zootecnia (realizzando<br />
recinti anti lupo e<br />
<strong>di</strong>stribuendo cani da guar<strong>di</strong>ania)<br />
e <strong>di</strong> sensibilizzazione dell’opinione<br />
pubblica».<br />
<strong>Il</strong> Parco ha istituito il Wolf<br />
Apennine Center quale p<strong>un</strong>to <strong>di</strong><br />
riferimento per la gestione del<br />
lupo su scala interregionale. Sul<br />
tema si è espresso anche Willy<br />
<strong>Reggio</strong>ni, esperto <strong>di</strong> fa<strong>un</strong>a selvatica<br />
che da anni per il Parco<br />
segue i progetti sul lupo: «Trovo<br />
assurdo che tra i citta<strong>di</strong>ni possa<br />
trovare ancora spazio <strong>un</strong>a percezione<br />
del lupo calibrata su conoscenze<br />
popolari e non “educate”,<br />
aspetto aggravato dal fatto che<br />
spesso l’argomento lupo viene<br />
opport<strong>un</strong>isticamente sfruttato<br />
per veicolare malumori o scaricare<br />
responsabilità dei risultati<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a gestione non adeguata del<br />
conflitto uomo-fa<strong>un</strong>a selvatica».<br />
<strong>Il</strong> parere della nostra esperta<br />
Gentili lettori,<br />
mi chiamo Federica Sinisi<br />
e sono <strong>un</strong> me<strong>di</strong>co veterinario<br />
esperto in comportamento<br />
animale riconosciuto<br />
dalla Fnovi (Federazione<br />
nazionale or<strong>di</strong>ni veterinari<br />
italiani). Sono iscritta<br />
all’Asetra (Associazione <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> etologici e tutela della<br />
relazione con gli animali),<br />
alla Sisca (Società italiana<br />
<strong>di</strong> scienze comportamentali<br />
applicate) e all’Esvce<br />
(European society of veterinary<br />
clinical ethology).<br />
Mi sono laureata in Me<strong>di</strong>cina<br />
veterinaria all’Università<br />
<strong>di</strong> Parma nel 2004.<br />
Dal 2004 al 2006 ho frequentato<br />
la sezione <strong>di</strong> Clinica<br />
me<strong>di</strong>ca nell’ospedale<br />
<strong>di</strong>dattico della facoltà <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina veterinaria <strong>di</strong><br />
Parma, dove nel 2006 ho<br />
collaborato con il <strong>di</strong>partimento<br />
<strong>di</strong> Produzioni animali<br />
e biotecnologie veterinarie.<br />
Dal 2005 in poi mi<br />
sono de<strong>di</strong>cata alla cura<br />
degli animali da compagnia<br />
in strutture veterinarie<br />
private. Nel 2009 ho<br />
conseguito <strong>un</strong> master <strong>di</strong><br />
Federica Sinisi<br />
secondo livello in “Me<strong>di</strong>cina<br />
comportamentale degli<br />
animali d’affezione” a<br />
Pisa. Svolgo prevalentemente<br />
visite comportamentali<br />
a domicilio o in strutture<br />
veterinarie a <strong>Reggio</strong>,<br />
Parma, Modena e Mantova<br />
e collaboro con <strong>un</strong> ospedale<br />
veterinario a Parma nel<br />
quale svolgo turni <strong>di</strong> pronto<br />
soccorso.<br />
Inviate pure le vostre<br />
domande all’in<strong>di</strong>rizzo cronaca@giornale<strong>di</strong>reggio.co<br />
m. La nostra esperta vi<br />
risponderà<br />
Tornano a Poviglio le attività organizzate nelle scuole<br />
<strong>Il</strong> rispetto dell’ambiente si impara da piccoli<br />
A SCUOLA d’ambiente. Sono<br />
state attivate anche per l’anno<br />
scolastico <strong>2012</strong> – 2013 le attività<br />
organizzate dal Centro <strong>di</strong><br />
educazione ambientale oasi ex<br />
Cave Corazza con il contributo<br />
<strong>di</strong> Iren, del Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Poviglio<br />
e dell’istituto comprensivo,<br />
nell’ambito del progetto<br />
“Educhiamo alla sostenibilità”.<br />
Una serie <strong>di</strong> percorsi<br />
<strong>di</strong>dattici per gli studenti della<br />
scuola primaria e secondaria <strong>di</strong><br />
primo grado dell’istituto comprensivo,<br />
che si articoleranno<br />
in ambiti <strong>di</strong>versi, dalla gestione<br />
delle risorse naturali quali<br />
risparmio idrico, efficienza<br />
energetica, <strong>un</strong>a corretta raccolta<br />
e <strong>di</strong>fferenziazione dei rifiuti,<br />
fino allo stu<strong>di</strong>o e alla valorizzazione<br />
della bio<strong>di</strong>versità bio-<br />
logica; tutto per promuovere<br />
tra i più giovani l’importanza<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>o stile <strong>di</strong> vita più sostenibile.<br />
«Le attività <strong>di</strong> educazione<br />
ambientale, oltre a qualificare<br />
l’offerta formativa della scuola,<br />
contribuiscono a formare<br />
citta<strong>di</strong>ni impegnati nella salvaguar<strong>di</strong>a<br />
del territorio», <strong>di</strong>chiara<br />
Filippo Ferrari, assessore<br />
alla Scuola <strong>di</strong> Poviglio.