Scarica in formato PDF - Portale di Archeologia Medievale
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Fig. 8 – Ipotesi <strong>di</strong> collegamento tra alcune pievi dell’area compresa tra Pienza e San Giovanni d’Asso, (la così detta<br />
“Via delle Pievi”).<br />
Sia nell’AREA 1 che nell’ AREA 2, i documenti <strong>di</strong> VIII secolo <strong>in</strong><strong>di</strong>cano un fervore eccezionale<br />
<strong>in</strong>torno all’e<strong>di</strong>ficazione e al r<strong>in</strong>novamento <strong>di</strong> pievi e <strong>di</strong> cappelle rurali 79 . Senza contare la<br />
fondazione alla metà dell’VIII secolo del monastero <strong>di</strong> S. Salvatore sul Monte Amiata da parte del<br />
nobile longobardo Erfo, della cerchia dei collaboratori regi, dotato <strong>di</strong> patrimonio demaniale 80 .<br />
Purtroppo la <strong>di</strong>ffusione delle pievi non sempre si accompagna alla sicura presenza <strong>di</strong> popolazione.<br />
Si <strong>in</strong>seriscono nell’equazione dei fattori che tendono a <strong>di</strong>storcerla, per esempio le fondazioni<br />
private <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici religiosi, frequenti tra VIII e IX secolo, che obbe<strong>di</strong>scono a necessità <strong>di</strong>verse da<br />
quelle delle popolazione esistente 81 . Questo fattore rende poco <strong>in</strong><strong>di</strong>cativa anche la presenza <strong>di</strong> un<br />
cimitero accanto alle pievi, come rivelatore <strong>di</strong> <strong>in</strong>se<strong>di</strong>amento, per più <strong>di</strong> un motivo. Primo perché la<br />
pratica <strong>di</strong> seppellire presso le pievi appare convalidata solo dalla f<strong>in</strong>e del X secolo, secondo perché<br />
sappiamo che tra VI e VIII secolo i Longobar<strong>di</strong> tendono ancora a seppellire i morti <strong>in</strong> piena<br />
campagna 82 .<br />
Questo <strong>di</strong>scorso si lega a doppio filo al dom<strong>in</strong>io longobardo che ha caratterizzato le vicissitud<strong>in</strong>i del<br />
<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong>ocesano senese 83 . Nei territori della <strong>in</strong>quisitio i Longobar<strong>di</strong> sono ben ra<strong>di</strong>cati e autonomi.<br />
Rappresentano un ceto <strong>di</strong> possessori che si <strong>in</strong>vestono del sostegno sociale delle strutture plebane.<br />
Sono <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata comprensione i f<strong>in</strong>i sociali ed economici (<strong>di</strong> <strong>in</strong>quadramento della popolazione e<br />
<strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> prestigio e ra<strong>di</strong>camento nei propri possessi), delle fondazioni private 84 .<br />
Questi concetti non servono a scoraggiare la ricerca, bensì a focalizzare tutti gli elementi <strong>in</strong> gioco.<br />
Per riprendere il filo del <strong>di</strong>scorso <strong>in</strong>iziale, non è sempre automatico collegare una pieve ad un<br />
nucleo <strong>di</strong> popolazione. Uno dei nostri propositi è tentare una scissione tra fondazioni private e pievi<br />
nate per la popolazione rurale. In questo caso ci sembra necessario uno stu<strong>di</strong>o approfon<strong>di</strong>to sul sito<br />
delle pieve <strong>di</strong> S. Vito <strong>in</strong> Osenna e della basilica <strong>di</strong> S. Ansano, ambedue nel territorio attuale <strong>di</strong> San<br />
79<br />
SETTIA, 1991, p. 1.<br />
80<br />
KURZE, 1989, pp. 39-40.<br />
81<br />
SETTIA, 1991, p. 5.<br />
82<br />
Ibidem, pp. 10-12.<br />
83<br />
Il ra<strong>di</strong>camento longobardo nel territorio <strong>in</strong> esame lo si deve senza dubbio anche alla violenza della loro pentrazione<br />
nella Tuscia, TABACCO, 1973, pp. 164.<br />
84<br />
TABACCO, 1973, pp. 166-167; Settia, 1991, pp. 6-12. Tra le pievi <strong>di</strong>sputate alcune private sono: il monastero <strong>di</strong> sancti<br />
Peregr<strong>in</strong>i <strong>in</strong> loco Passeno, fondato da un “Ursus ariman ”, CDL, n. pp. 70-71; la pieve <strong>di</strong> S. Restituta, della quale un<br />
centenario <strong>in</strong>terrogato nel 715 da Gunteram <strong>in</strong> mertio alla controvarsia <strong>di</strong>chiara: “…avus et besavus tenerunt ecclesiam<br />
Sanctae Restitutae…”, CDL, n. 19, p. 73.<br />
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