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Nella storia dello stu<strong>di</strong>o delle chiese rurali l’<strong>in</strong>teresse per quelle oggetto della secolare <strong>in</strong>quisitio,<br />

riveste come <strong>in</strong> passato un ruolo considerevole 1 . Il carattere <strong>in</strong>novativo <strong>di</strong> questa ricerca è il<br />

<strong>di</strong>fferente punto <strong>di</strong> vista con il quale si <strong>in</strong>tedono utilizzare i documenti.<br />

Alla lista <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici religiosi assegniamo un valore aggiunto, servendosene come guida per<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>rizzare una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i archeologiche.<br />

La ricerca si basa su metodologie comb<strong>in</strong>ate <strong>di</strong> avvic<strong>in</strong>amento progressivo all’oggetto <strong>di</strong> <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e:<br />

- Il primo passo è lo stu<strong>di</strong>o delle foto aeree, parallelamente alla consultazione delle foto<br />

oblique;<br />

- Successivamente si propone una ricognizione archeologica sistematica nelle aree circostanti<br />

(da 1 a 3 km 2 ) i siti <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse;<br />

- In seguito è previsto l’utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> geofisici (Magnetometria e Geoelettrica), nei siti<br />

che present<strong>in</strong>o le caratteristiche necessarie.<br />

- Scelta <strong>di</strong> almeno quattro siti <strong>in</strong> cui praticare piccoli saggi stratigrafici <strong>in</strong> corrispondenza<br />

delle anomalie documentate sia da foto aerea sia tramite <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i geofisiche;<br />

- Scelta <strong>di</strong> almeno un sito dove praticare un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e stratigrafica approfon<strong>di</strong>ta.<br />

Questa approccio ci sembra assecon<strong>di</strong> un’esigenza <strong>di</strong> cambiamento metodologico nello stu<strong>di</strong>o delle<br />

chiese rurali, espressa anche recentemente 2 . La mancanza, tra gli archeologi, <strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong><br />

contestualizzazione delle chiese nel background <strong>in</strong>se<strong>di</strong>ativo nel quale sorgono, è stata manifestata<br />

<strong>in</strong> occasione del più recente <strong>in</strong>contro sull’argomento. Si è nuovamente rimarcata l’importanza<br />

rivestita a tutt’oggi dai luoghi <strong>di</strong> culto per lo stu<strong>di</strong>o dell’altome<strong>di</strong>oevo 3 .<br />

1 - IL TEMA DELLA RICERCA<br />

La ricerca ha avuto come stimolo <strong>in</strong>iziale le ricognizioni archeologiche <strong>di</strong> una parte della Val<br />

d'Orcia 4 . Ciò ha richiesto la conoscenza dei documenti della <strong>di</strong>sputa tra i vescovi <strong>di</strong> Siena e Arezzo.<br />

Da essi si del<strong>in</strong>ea una mappa <strong>di</strong> luoghi <strong>di</strong> culto <strong>di</strong> età longobarda (a partire dal 715 d.C.) 5 .<br />

Questa documentazione è uno dei più preziosi strumenti dell’epoca 6 .<br />

L'area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o si è autogenerata, plasmando la sua forma sulle zone <strong>in</strong>teressate dall’<strong>in</strong>quisitio. Ne<br />

è risultato uno spazio molto vasto, ai cui limiti si trovano Montalc<strong>in</strong>o all'estremo sud,<br />

Montepulciano a est e Gaiole <strong>in</strong> Chianti a nord 7 (fig. 1).<br />

1<br />

Le riflessioni generali sulle chiese rurali, pievi e parrocchie negli ultimi vent’anni si è concentrato maggiormente sul<br />

basso me<strong>di</strong>oevo, probabilmente potendo contare su un consistente supporto documentario. Due bilanci storiografici <strong>in</strong><br />

tal senso sono stati formulati nel 1981: PIEVI E PARROCCHIE, 1984 e successivamente nel 1995: PARROCCHIA NEL<br />

MEDIO EVO, 1995. In merito alla situazione dei documenti toscani e nello specifico quelli dell’area <strong>in</strong> esame, a più<br />

riprese stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> vari ambiti vi si sono imbattuti. Per lo più si sono rivolti alla vastissima mole <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni sulla<br />

vita religiosa del tempo e <strong>in</strong> generale sugli orientamenti più propriamente pastorali: LA RONCIÈRE, 1983; PELLEGRINI,<br />

1994. p. 602. La documentazione della <strong>di</strong>sputa è stata utilizzata anche come base per la def<strong>in</strong>izione dei limiti<br />

dell’antico territorio senese: LUSINI, 1900. Mentre un primo tentativo <strong>di</strong> localizzazione spaziale degli e<strong>di</strong>fici sacri è<br />

stato tentato nel precoce lavoro della Fasoli: FASOLI, 1958. Speciale attenzione al breve del 715 è stata offerta da<br />

Violante nel 1982, anche se l’attenzione è rivolta alle pievi e alla loro evoluzione subita nel tempo <strong>in</strong> rapporto con le<br />

variabili economiche, sociali e civili: VIOLANTE, 1982, p. 966. Più attento alle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni sul popolamento si è<br />

<strong>di</strong>mostrato Settia: SETTIA, 1982. Inf<strong>in</strong>e Tabacco ha utilizzato la documentazione <strong>in</strong> questione dal punto <strong>di</strong> vista dei ceti<br />

aristocratici <strong>di</strong> stirpe longobarda, <strong>in</strong>quadrando il lavoro sul loro ra<strong>di</strong>camento nel tessuto <strong>in</strong>se<strong>di</strong>ativo rurale e sul loro<br />

ruolo <strong>di</strong> sostegno sociale delle strutture plebane: TABACCO, 1973.<br />

2<br />

“Veri progressi nell’analisi degli ord<strong>in</strong>amenti ecclesiastici delle campagne dell’Italia longobarda, almeno per quanto<br />

riguarda il tema del loro nesso con il popolamento rurale, ci sembra possano venire piuttosto (…) solo grazie<br />

all’elaborazione del dato archeologico, per quanto esso è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> documentare ”, AZZARA, 2001, p. 10.<br />

3<br />

BROGIOLO, 2001, pp. 199, 203.<br />

4<br />

Ci riferiamo al comune <strong>di</strong> Pienza che è stato <strong>in</strong>teressato da ricerche archeologiche <strong>di</strong> superficie dal 1996 al 2001,<br />

condotte nell’ambito del progetto Carta Archeologica della Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Siena: FELICI, 2002, c.s.<br />

5<br />

In realtà i primi documenti <strong>in</strong> merito alla questione risalgono al 650 circa, ma le liste più complete partono dagli anni<br />

714, 715; PASQUI, 1899; SCHIAPPARELLI, 1929.<br />

6<br />

Il documento del 715 d.C. dove si trova la lista <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici sacri è pubblicato da PASQUI,1899, n. 5, pp. 9-17; e<br />

SCHIAPPARELLI, 1929, n. 19, pp. 61-77. Quasi esclusivamente su tale documento si basa il lavoro <strong>di</strong> Violante del 1982<br />

rimarcandone la rarità <strong>in</strong> un panorama <strong>di</strong> generale penuria documentaria, VIOLANTE, 1982. Fondamentale il breve<br />

<strong>in</strong>quisitionis anche per l’analisi <strong>di</strong> Castagnetti sull’argomento, CASTAGNETTI, 1982, pp. 29-43.<br />

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