scarica il pdf della rivista - Essere Comunisti
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territorio nazionale non è lasciata alla decisione del Governo,<br />
ma deve essere autorizzata con un provvedimento<br />
legislativo primario – la legge – dopo un dibattito parlamentare<br />
e un voto di Camera e Senato.<br />
Ora, se rapportiamo tutto quanto detto sopra alle vicende<br />
<strong>della</strong> base m<strong>il</strong>itare americana di Vicenza, vediamo<br />
due cose: la prima è che <strong>il</strong> raddoppio dell’estensione territoriale<br />
<strong>della</strong> base, determinando una dismissione di sovranità,<br />
costituisce una variazione di territorio; la seconda<br />
è che a questa variazione territoriale corrisponde un<br />
onere finanziario dello stato italiano non fosse altro perché<br />
sottrae terreni e costruzioni ed<strong>il</strong>izie all’imposizione<br />
fiscale. In ambedue i casi siamo di fronte alla fattispecie<br />
prevista dall’art.80 <strong>della</strong> Costituzione.<br />
Ma allora sorge una domanda: con quale legge <strong>il</strong> Parlamento<br />
ha autorizzato <strong>il</strong> Governo alla ratifica dell’accordo<br />
col quale si consente di ampliare territorialmente la base<br />
m<strong>il</strong>itare americana di Vicenza?<br />
La domanda non riguarda solo questo governo, ma<br />
anche quelli precedenti e la risposta ha valenze diverse a<br />
seconda di chi deve rispondere. Perché, se <strong>il</strong> governo attuale<br />
ha trattato con gli Stati Uniti per ampliare la base,<br />
deve presentarsi in Parlamento con una proposta di legge<br />
di ratifica dell’accordo; se invece a trattare è stato <strong>il</strong> governo<br />
Berlusconi e lo ha fatto senza presentare <strong>il</strong> testo<br />
dell’accordo alle Camere per ottenerne l’autorizzazione<br />
alla ratifica, ha violato la Costituzione e perciò gli accordi<br />
presi non hanno alcun valore giuridico e l’attuale governo<br />
Prodi non è tenuto a rispettarli. Continuare a insistere,<br />
come si è fatto ancora in questi giorni, che la questione<br />
<strong>della</strong> base m<strong>il</strong>itare americana di Vicenza è solo un<br />
problema urbanistico, non ha senso; si tratta di un problema<br />
che prima di essere urbanistico (ed è anche quello)<br />
è tanto politico da investire persino la correttezza costituzionale<br />
dei governi.<br />
Sarebbe bene che si richiedesse una risposta convincente<br />
anche su questo versante <strong>della</strong> questione. <br />
LETTERA APERTA<br />
DALLA REPUBBLICA CECA<br />
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera aperta<br />
di Jan Neoral, sindaco del comune di Trokavec, a Tomas<br />
Klvaňa, portavoce del governo <strong>della</strong> Repubblica Ceca e responsab<strong>il</strong>e<br />
per la promozione dell’installazione del radar Usa sul<br />
territorio ceco. Si tratta di un significativo documento che testimonia<br />
del duro confronto in atto nel suddetto paese su un tema<br />
che – come nello scorso numero <strong>della</strong> nostra <strong>rivista</strong> ha ricordato<br />
Giulietto Chiesa – al di là dell’impatto interno costituisce un<br />
delicatissimo snodo per l’Europa e, in generale, per le prospettive<br />
di pace.<br />
Mr. Klvaňa, lei sta mentendo!<br />
Egregio Signore, la stampa ha reso noto che lei intende<br />
far visita ai sindaci e ai rappresentanti delle municipalità<br />
dell’area di Brdy, mirando a superare le loro resistenze<br />
all’installazione di un radar Usa. Nello stesso tempo, la<br />
stampa ci informa del fatto che pubblico e giornalisti sarebbero<br />
esclusi dalle relative trattative; e che lei ha rifiutato<br />
di spiegarne la ragione. Si tratta di una manifestazione<br />
di arroganza senza precedenti, al pari del diniego <strong>della</strong> democrazia<br />
e del diritto all’informazione.<br />
Come sindaco di questa cittadina, ho <strong>il</strong> dovere di mantenere<br />
rapporti di comunicazione con gli organismi statuali<br />
<strong>della</strong> Repubblica Ceca: questi – anche se mentono al<br />
popolo, non rispettano le loro stesse promesse e non<br />
tengono in alcun conto l’opinione di quasi i tre quarti<br />
dei cittadini di questo paese – purtuttavia sono stati eletti<br />
in modo democratico. Ma io non sono affatto obbligato<br />
ad avere rapporti con lei in quanto direttore <strong>della</strong> British<br />
American Tobacco, con lei che da nessuna parte è<br />
stato eletto dai cittadini. Non sono obbligato a interloquire<br />
con chi, sulla base del suo contratto ed essendo retribuito<br />
con pubblico denaro (dunque con le tasse che<br />
noi paghiamo), vuol costringere la popolazione ad accettare<br />
un impianto su cui grava <strong>il</strong> serio sospetto di arrecare<br />
danno alla salute delle persone e all’ambiente circostante;<br />
nonché di mettere in pericolo, per <strong>il</strong> suo impatto internazionale,<br />
le loro case e la loro sicurezza.<br />
Signor portavoce, lei sta mentendo. Lei ripete le bugie<br />
dette dal nostro governo e da alcuni politici. E offende noi<br />
sindaci: come quando, sul quotidiano on line «Popular<br />
Newspaper» lo scorso 10 luglio 2007, ha commentato in<br />
termini ingiuriosi sia <strong>il</strong> passato che la cosiddetta retorica<br />
dei sindaci che si oppongono al radar.<br />
Per tutto questo, io respingo la sua visita, le chiedo di<br />
non far visita alla nostra municipalità. Noi non accettiamo<br />
di trattare con lei.<br />
Jan NEORAL, Sindaco del comune di Trokavec