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16<br />

territorio nazionale non è lasciata alla decisione del Governo,<br />

ma deve essere autorizzata con un provvedimento<br />

legislativo primario – la legge – dopo un dibattito parlamentare<br />

e un voto di Camera e Senato.<br />

Ora, se rapportiamo tutto quanto detto sopra alle vicende<br />

<strong>della</strong> base m<strong>il</strong>itare americana di Vicenza, vediamo<br />

due cose: la prima è che <strong>il</strong> raddoppio dell’estensione territoriale<br />

<strong>della</strong> base, determinando una dismissione di sovranità,<br />

costituisce una variazione di territorio; la seconda<br />

è che a questa variazione territoriale corrisponde un<br />

onere finanziario dello stato italiano non fosse altro perché<br />

sottrae terreni e costruzioni ed<strong>il</strong>izie all’imposizione<br />

fiscale. In ambedue i casi siamo di fronte alla fattispecie<br />

prevista dall’art.80 <strong>della</strong> Costituzione.<br />

Ma allora sorge una domanda: con quale legge <strong>il</strong> Parlamento<br />

ha autorizzato <strong>il</strong> Governo alla ratifica dell’accordo<br />

col quale si consente di ampliare territorialmente la base<br />

m<strong>il</strong>itare americana di Vicenza?<br />

La domanda non riguarda solo questo governo, ma<br />

anche quelli precedenti e la risposta ha valenze diverse a<br />

seconda di chi deve rispondere. Perché, se <strong>il</strong> governo attuale<br />

ha trattato con gli Stati Uniti per ampliare la base,<br />

deve presentarsi in Parlamento con una proposta di legge<br />

di ratifica dell’accordo; se invece a trattare è stato <strong>il</strong> governo<br />

Berlusconi e lo ha fatto senza presentare <strong>il</strong> testo<br />

dell’accordo alle Camere per ottenerne l’autorizzazione<br />

alla ratifica, ha violato la Costituzione e perciò gli accordi<br />

presi non hanno alcun valore giuridico e l’attuale governo<br />

Prodi non è tenuto a rispettarli. Continuare a insistere,<br />

come si è fatto ancora in questi giorni, che la questione<br />

<strong>della</strong> base m<strong>il</strong>itare americana di Vicenza è solo un<br />

problema urbanistico, non ha senso; si tratta di un problema<br />

che prima di essere urbanistico (ed è anche quello)<br />

è tanto politico da investire persino la correttezza costituzionale<br />

dei governi.<br />

Sarebbe bene che si richiedesse una risposta convincente<br />

anche su questo versante <strong>della</strong> questione. <br />

LETTERA APERTA<br />

DALLA REPUBBLICA CECA<br />

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera aperta<br />

di Jan Neoral, sindaco del comune di Trokavec, a Tomas<br />

Klvaňa, portavoce del governo <strong>della</strong> Repubblica Ceca e responsab<strong>il</strong>e<br />

per la promozione dell’installazione del radar Usa sul<br />

territorio ceco. Si tratta di un significativo documento che testimonia<br />

del duro confronto in atto nel suddetto paese su un tema<br />

che – come nello scorso numero <strong>della</strong> nostra <strong>rivista</strong> ha ricordato<br />

Giulietto Chiesa – al di là dell’impatto interno costituisce un<br />

delicatissimo snodo per l’Europa e, in generale, per le prospettive<br />

di pace.<br />

Mr. Klvaňa, lei sta mentendo!<br />

Egregio Signore, la stampa ha reso noto che lei intende<br />

far visita ai sindaci e ai rappresentanti delle municipalità<br />

dell’area di Brdy, mirando a superare le loro resistenze<br />

all’installazione di un radar Usa. Nello stesso tempo, la<br />

stampa ci informa del fatto che pubblico e giornalisti sarebbero<br />

esclusi dalle relative trattative; e che lei ha rifiutato<br />

di spiegarne la ragione. Si tratta di una manifestazione<br />

di arroganza senza precedenti, al pari del diniego <strong>della</strong> democrazia<br />

e del diritto all’informazione.<br />

Come sindaco di questa cittadina, ho <strong>il</strong> dovere di mantenere<br />

rapporti di comunicazione con gli organismi statuali<br />

<strong>della</strong> Repubblica Ceca: questi – anche se mentono al<br />

popolo, non rispettano le loro stesse promesse e non<br />

tengono in alcun conto l’opinione di quasi i tre quarti<br />

dei cittadini di questo paese – purtuttavia sono stati eletti<br />

in modo democratico. Ma io non sono affatto obbligato<br />

ad avere rapporti con lei in quanto direttore <strong>della</strong> British<br />

American Tobacco, con lei che da nessuna parte è<br />

stato eletto dai cittadini. Non sono obbligato a interloquire<br />

con chi, sulla base del suo contratto ed essendo retribuito<br />

con pubblico denaro (dunque con le tasse che<br />

noi paghiamo), vuol costringere la popolazione ad accettare<br />

un impianto su cui grava <strong>il</strong> serio sospetto di arrecare<br />

danno alla salute delle persone e all’ambiente circostante;<br />

nonché di mettere in pericolo, per <strong>il</strong> suo impatto internazionale,<br />

le loro case e la loro sicurezza.<br />

Signor portavoce, lei sta mentendo. Lei ripete le bugie<br />

dette dal nostro governo e da alcuni politici. E offende noi<br />

sindaci: come quando, sul quotidiano on line «Popular<br />

Newspaper» lo scorso 10 luglio 2007, ha commentato in<br />

termini ingiuriosi sia <strong>il</strong> passato che la cosiddetta retorica<br />

dei sindaci che si oppongono al radar.<br />

Per tutto questo, io respingo la sua visita, le chiedo di<br />

non far visita alla nostra municipalità. Noi non accettiamo<br />

di trattare con lei.<br />

Jan NEORAL, Sindaco del comune di Trokavec

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