30.05.2013 Views

scarica il pdf della rivista - Essere Comunisti

scarica il pdf della rivista - Essere Comunisti

scarica il pdf della rivista - Essere Comunisti

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

diverse fasi del ciclo economico segnano diverse<br />

ondate delle campagne m<strong>il</strong>itari Usa, che sostengono <strong>il</strong><br />

r<strong>il</strong>ancio economico con l’intervento m<strong>il</strong>itare, le spese di<br />

guerra, l’investimento pubblico nel complesso m<strong>il</strong>itarindustriale.<br />

E’ sempre più evidente come spesa m<strong>il</strong>itare e<br />

guerra siano uno strumento fondamentale per la politica<br />

economica Usa<br />

condannati all’astrazione che è strumento di dominio e al contempo di disfatta.<br />

Non a caso, per ovviare alle crisi, uno dei mezzi cui fanno ricorso è <strong>il</strong> m<strong>il</strong>itarismo.<br />

È in questa chiave che si inscrive <strong>il</strong> nesso tra liberalismo e m<strong>il</strong>itarismo:<br />

<strong>il</strong> m<strong>il</strong>itarismo è prodotto dalla logica di accumulazione legittimata dal liberalismo<br />

in quanto ideologia <strong>della</strong> classe dominante. Oggi, l’unità produttiva è fatta<br />

di una macchina diversa da quella del passato, ha bisogno di un lavoro diverso,<br />

incorpora i saperi che prima le macchine non possedevano e ciò rende inut<strong>il</strong>e<br />

<strong>il</strong> keynesismo di sinistra (welfare), perché non si ha più necessità di mantenere<br />

operai specializzati. Se tutto è fungib<strong>il</strong>e e <strong>il</strong> lavoro stesso diventa precario,<br />

allora si può realizzare l’obiettivo storico del capitale, cioè prendere <strong>il</strong> lavoro<br />

quando serve e mandarlo via quando non serve più. Il welfare dunque era<br />

un’esigenza <strong>della</strong> fabbrica fordista. Rimane, per la gestione del ciclo, la disponib<strong>il</strong>ità<br />

dei vettori di accumulazione anti-recessiva, come ad esempio la spesa<br />

pubblica per investimenti m<strong>il</strong>itari, ovvero <strong>il</strong> keynesismo di destra (warfare); <strong>il</strong><br />

capitale non può fare a meno di questo versante e lo giustifica in maniera ideologica,<br />

con la «guerra al terrore». Ecco perché neoliberismo e guerra sono, dal<br />

punto di vista del capitale, più avanzati dell’alternarsi di keynesismo m<strong>il</strong>itare e<br />

keynesismo civ<strong>il</strong>e. Neoliberismo e guerra sono complementari, perciò <strong>il</strong> keynesismo<br />

ha vinto nella sua forma m<strong>il</strong>itare, <strong>il</strong> warfare.<br />

GIACCHÉ<br />

L’ideologia per cui democrazia e pace si diffondono grazie al libero mercato è<br />

molto vecchia. La ritroviamo già nel Settecento e ancora alla vig<strong>il</strong>ia <strong>della</strong><br />

Prima guerra mondiale. Recentemente Fukuyama ha ripreso questo tema, addirittura<br />

dicendo che non esistono più guerre per le risorse energetiche e che<br />

anzi esse appartengono inesorab<strong>il</strong>mente al passato, perché <strong>il</strong> binomio democrazia<br />

e libero mercato si diffonderà in tutto <strong>il</strong> mondo. È la celebre tesi <strong>della</strong><br />

fine <strong>della</strong> storia, alla quale rispose con qualche sarcasmo perfino la Thatcher:<br />

End of history, beginning of nonsense («Fine <strong>della</strong> storia, inizio del non senso»).<br />

Il punto è che <strong>il</strong> libero mercato è una costruzione ideologica perché, in realtà,<br />

non esiste: Alan Freeman ha detto chiaramente che <strong>il</strong> mercato è, né più né<br />

meno, un sistema concretamente esistente da trecento anni, fondato sulla repressione<br />

interna e sulla guerra esterna. È un concetto chiave per comprendere<br />

la connessione tra capitalismo, liberalismo e guerra. Lo stesso Marx, interrogandosi<br />

nel Capitale sull’«accumulazione originaria», spiega che la storia<br />

del capitalismo è storia di violenza, dalle enclosures alle leggi contro <strong>il</strong> vagabondaggio,<br />

che promossero la creazione del proletariato industriale in Ingh<strong>il</strong>terra;<br />

dalle guerre commerciali alle guerre per le risorse. Insomma, la storia del<br />

capitalismo è storia di continue aggressioni. Non è mai esistita una fase irenica,<br />

pacifica del capitalismo.<br />

ALL’ACQUISIZIONE DI QUESTA CONSAPEVOLEZZA DEVE PERÒ CORRISPONDERE LA<br />

PREDISPOSIZIONE DELLE STRADE DEL «SUPERAMENTO». SOTTO QUESTO PROFILO, IL<br />

IDEE<br />

KEYNESISMO È ANCORA UNA SOLUZIONE<br />

TRANSITORIA PRATICABILE PER IL MOVI-<br />

MENTO OPERAIO? IN PARTICOLARE,<br />

ANCHE ALLA LUCE DELLE ESPERIENZE DI<br />

GOVERNO DELLE «SINISTRE» IN ITALIA<br />

ED EUROPA, IL KEYNESISMO DI SINI-<br />

STRA, BASATO SUL COMPROMESSO DEL<br />

WELFARE, È ANCORA ATTUALE?<br />

MODUGNO<br />

Non bisogna dimenticare che i capitalisti,<br />

sull’onda <strong>della</strong> crisi, hanno bisogno<br />

<strong>della</strong> guerra per recuperare <strong>il</strong> ritardo<br />

accumulato, sostenendo <strong>il</strong> settore<br />

privato attraverso l’indebitamento<br />

dello Stato. Tuttavia, oggi le risposte<br />

anticicliche sono più spaventose. In<br />

passato, le crisi erano crisi di sovrapproduzione<br />

e determinavano l’alternanza<br />

del ciclo: crisi, ripresa, crisi;<br />

dopo la distruzione <strong>della</strong> parte maggioritaria<br />

di capitale, quello che restava<br />

ritrovava <strong>il</strong> mercato. Già con la<br />

Prima guerra mondiale si decise che<br />

non conveniva aspettare che la crisi<br />

distruggesse i propri capitali, era meglio<br />

andare a prendere i mercati altrui,<br />

distruggendone i capitali e depredandone<br />

le risorse. Fu <strong>il</strong> primo tentativo<br />

compiuto in questa direzione.<br />

GIACCHÉ<br />

La tendenza alla guerra è la dimostrazione<br />

pratica delle conseguenze disastrose<br />

delle crisi capitalistiche e non è<br />

un caso che tutti i tratti peggiori <strong>della</strong><br />

storia del Novecento (la mob<strong>il</strong>itazione<br />

delle masse e la coazione del consenso,<br />

le dittature reazionarie e i campi di<br />

sterminio) siano frutto delle crisi e<br />

connesse a questa dinamica e alle sue<br />

tragiche conseguenze.<br />

MODUGNO<br />

È anche vero, però, che non si può<br />

fare una guerra mondiale ogni volta<br />

che arriva una crisi. Nel ’29, per<br />

esempio, non fu possib<strong>il</strong>e e gli Usa<br />

dovettero subire una crisi terrificante<br />

che durò fino alla Seconda guerra<br />

mondiale. In quella circostanza si verificò<br />

anche che gli Stati Uniti subirono<br />

una depressione contro la quale<br />

non poté valere <strong>il</strong> welfare (quello è <strong>il</strong><br />

periodo in cui nasce <strong>il</strong> welfare svedese,<br />

e ciò fa capire cosa sia <strong>il</strong> welfare,<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!