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le batterie, il motore e tutto ciò che, nell'eventualità di una scuffia<br />
avrebbe potuto danneggiare lo scafo. Non mancava l’emozione: d’altra<br />
parte il Tari II sarebbe stata solo la quarta barca a vela italiana a<br />
raggiungere la penisola antartica.<br />
La nuova avventura inizia ad Ushuaia, base dal 2001 del Tari. Il Canale<br />
Beagle sembra un fiume tra le Alpi e la rada di Ushuaia un lago di alta<br />
montagna. Ushuaia stessa è un insieme vivace di case colorate alle<br />
pendici del monte Martial e l'omonimo ghiacciaio la sovrasta. La prima<br />
sosta è a Puerto Williams (isola di Navarino), sosta obbligata dove viene<br />
registrata l'entrata in Cile e si ottiene il permesso per navigare su rotte<br />
prestabilite in acque cilene sino all'isola di Horn, tappa necessaria,<br />
questa, prima di affrontare lo Stretto di Drake.<br />
Puerto Williams, città che contende all’argentina Ushuaia il primato di<br />
città più a sud del mondo, è una fila di baracche di legno abitate da<br />
famiglie di pescatori che costeggiano la riva, alcuni negozi, una chiesa,<br />
il piccolo porto militare. Gli argentini non la considerano città<br />
attribuendosi quindi il primato.<br />
Siamo così ormeggiati al Micalvi, una vecchia nave militare da trasporto<br />
poggiata su di un basso fondale. Un accogliente pub, che apre solo la sera,<br />
è stato ricavato in quella che era la plancia di comando della nave, ed è qui<br />
che ci ritroviamo a bere insieme ad altri marinai, tedeschi, inglesi e francesi.<br />
114 <strong>DI</strong>CEMBRE<br />
<strong>NELLO</strong> <strong>STRETTO</strong> <strong>DI</strong> <strong>DRAKE</strong><br />
Il 2 gennaio 2004 si riparte. Mollati gli ormeggi si riprende a navigare<br />
nel Beagle, la temperatura è di 5°C, verso l’Arcipelago delle Wollanston,<br />
dove si trova l’isola dell’Horn. Passiamo di fronte a Porto Toro (55° 05’<br />
S), questo sì con i suoi 35 abitanti abitato più australe del mondo. La<br />
carta meteo delle 20:00 dell'Armada Cilena mostra due profonde<br />
depressioni in avvicinamento a Capo Horn e ci rifugiamo a Caleta<br />
Martial, la bellissima baia situata nella parte orientale dell’isola<br />
Hershel.Il mare è bianco latte: il vento soffia a 50 nodi e non scende.<br />
Nei tre giorni di burrasca, pioggia e a volte neve, all'interno della barca<br />
ci si dedica alla lettura, tra ricche mangiate, pisolini e continue ispezioni<br />
alla tenuta della nostra Delta da 20 kg (90 m di catena da 10 mm su di<br />
un fondale di 7 m di sabbia e fango).<br />
All'alba del 5 gennaio lasciamo Martial alla volta dell'Isola Horn. Il<br />
barometro in risalita ci fa ben sperare. Una possente onda lunga<br />
comincia a farsi sentire mentre doppiamo il grande Capo. 55° 58’ 50 S<br />
e 67° 15’ 10 W, la fine della terra. Altissimi spruzzi si innalzano dalle<br />
onde che frangono sulla mitica roccia. Nessuno di noi è mai andato<br />
oltre: il Drake non è più un progetto, ci siamo. Siamo in rotta e circa<br />
450 miglia ci separano dall'isola Deception, nelle Shetland australi. Ci<br />
teniamo 10° più a ovest prevedendo un eventuale scarroccio. Bremen,<br />
una nave proveniente dall'Antartide contattata via radio, ci fornisce la<br />
A vela verso Deception. Con il Tari II, la bandiera italiana, issata<br />
su uno yacht da diporto, arriva per la quarta volta in Antartide.<br />
La base di partenza è Ushuaia (foto a destra) nella terra del<br />
Fuoco argentina, città di 70.000 abitanti che contende alla<br />
dirimpettaia (ma cilena) Puerto Williams il primato di centro<br />
urbano più australe del mondo. A sinistra: l’equipaggio<br />
del Tari tra ossa di balena e pinguini a Port Lockroy<br />
meteo in cui si evidenzia l'arrivo di un'altra depressione, ma questa volta<br />
siamo in ballo e balleremo. Sullo schermo del PC i fax meteo si<br />
susseguono mostrando un interminabile valzer di depressioni: i quaranta<br />
ruggenti, i cinquanta urlanti ed anche i sessanta sono così superati:<br />
entriamo in una dimensione dove la realtà ed il sogno si fondono: ci<br />
circonda una surreale atmosfera di smaglianti riflessi: è la purezza<br />
estrema dell'ultimo continente. Il 6 gennaio si naviga sulla piattaforma<br />
continentale del Sud America che si innalza all’incontro tra il Pacifico e<br />
l’Atlantico. Il mare si fa subito potente. Venti medi portanti e<br />
navigazione a motore si alternano.Tra onde lunghe circa 100 m e alte<br />
dai 2 ai 4 m, Albatros giganti (diomedea exulans) e Petrelle Damero<br />
(daplion capense) volteggiano intorno a noi regalandoci momenti<br />
estasianti. Gli oltre 2 metri di apertura alare degli albatros sfiorano<br />
l'acqua alla ricerca di cibo. Salgono, scendono, cabrano, picchiano senza<br />
mai dare un colpo d'ala.<br />
Noi, nel frattempo, continuiamo a segnare punti nave sulla carta nautica.<br />
I turni si susseguono con ritmi di 2 ore fuori e tre dentro. La<br />
temperatura interna non è molto accogliente: la stufa, in navigazione<br />
con vento fresco, non funziona per un problema di ritorno di aria dalla<br />
canna fumaria. Alle 03:20 dell'8 gennaio il radar ci mostra un oggetto<br />
non identificato sulle carte: il primo iceberg. Un’isola galleggiante di<br />
IL TARI II<br />
IMPALA 42 in alluminio<br />
Doug Peterson 1980<br />
Cantiere CN71 - Puccinelli<br />
Lunghezza 13,05 m<br />
Larghezza 3,95 m<br />
Pescaggio 2,40 m<br />
Dislocamento 10.500 kg<br />
Superifice Velica 108 mq<br />
Gennaker, trinchetta<br />
Motore (Mercedes) 40 Hp<br />
Acqua 700 l<br />
Gasolio 360 l<br />
Cuccette 7<br />
Bagni 2<br />
Autopilota, timone a vento<br />
Dal dicembre 2004 all’aprile<br />
2005, Tari II è in crociera tra<br />
Capo Horn, i Ghiacciai Darwin e<br />
la Penisola Antartica.<br />
L’imbarco avviene a Ushuaia.<br />
Info bagus2@libero.it<br />
www.vela-aiconfinidelmondo.com<br />
proporzioni enormi, circa 3 miglia di ghiaccio davanti a noi che ci<br />
costringono a correggere la rotta e a poggiare. Per lo sbalzo termico,<br />
man mano che ci avviciniamo il vento aumenta fino a 30 nodi.<br />
Tutti in silenzio ad ammirare lo spettacolo. Il freddo è intenso, -8° C, la<br />
luce è surreale, colori dell'alba e del tramonto che si mescolano con<br />
delle nuvole nere bassissime. Mai visto prima qualcosa di simile. Gli<br />
incontri con gli iceberg aumentano, diventando quasi una cosa normale.<br />
Sono centinaia, dalle più diverse forme, opere d’arte scolpite dal mare e<br />
dal vento… Balene, uccelli: quaggiù c’è tutto un mondo che pulsa di<br />
vita, in continuo movimento, grazie alla corrente sub-antartica ricca di<br />
fito-plancton, essenziale anello della catena biologica.<br />
Passiamo nello Stretto di Boyd tra l'isola Smith e l'isola Snow.<br />
Barometro 973, nebbia, mare corto e mosso. Alle 02:40 del 9 gennaio<br />
entriamo a Deception e diamo fondo in Whale's Bay. L'ingresso di<br />
questo vulcano è impressionante, stretto, con pareti a picco alte più di<br />
200 metri. L’isola è un vero anello che circonda una baia protettissima,<br />
Port Foster. Un vulcano esploso in tempi remoti che si è allagato e il<br />
cui cratere è ora come un grande lago.Whale's Bay una volta ospitava<br />
una base baleniera. Gli equipaggi che lo abitavano raccoglievano l'olio<br />
ricavato dal grasso delle balene in grandi silos. In seguito, il villaggio fu<br />
distrutto dall'eruzione del vulcano, ancora oggi attivo. Semisommersa<br />
<strong>DI</strong>CEMBRE<br />
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