Il Laboratorio Lug 2009 - Grande Oriente D'Italia - Lombardia
Il Laboratorio Lug 2009 - Grande Oriente D'Italia - Lombardia
Il Laboratorio Lug 2009 - Grande Oriente D'Italia - Lombardia
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
La Società Nazionale Italiana<br />
La Società Nazionale Italiana nasce nel 1857, a conclusione<br />
di una lunga fase di riflessione e di ripensamento<br />
sulle motivazioni della drammatica conclusione<br />
delle vicende del biennio 1848-49 Sono i democratici i<br />
protagonisti della lunga gestazione di qualcosa di completamente<br />
nuovo sulla scena politica italiana Daniele<br />
Manin, il repubblicano protagonista della difesa di<br />
Venezia, in esilio a Parigi, nel 1855 scrive:<br />
Convinto che anzitutto bisogna fare l’Italia,<br />
che questa è la quistione precedente<br />
e prevalente il Partito Repubblicano dice<br />
alla casa di Savoia: Fate l’Italia e son con<br />
voi, se no, no […] Io repubblicano pianto<br />
il vessillo unificatore Vi si rannodi, lo<br />
circondi e lo difenda chiunque vuole che<br />
l’Italia sia, e l’Italia sarà<br />
<strong>Il</strong> progetto di Manin è condiviso da Giorgio<br />
Pallavicino (esule lombardo rispettato e ascoltato, che<br />
vive a Torino ed è schierato col governo contro<br />
l’estremismo mazziniano) che lo rilancia con convinzione<br />
Bisogna lasciar cadere le pregiudiziali istituzionali<br />
che pochi anni prima hanno creato steccati<br />
invalicabili tra unitari e federalisti, tra monarchici e repubblicani,<br />
tra filo piemontesi e anti piemontesi<br />
Pallavicino e Manin sono due personalità di primo piano,<br />
dotate di grande prestigio personale e di significativa<br />
popolarità <strong>Il</strong> loro realismo comincia a dare corpo<br />
al programma democratico-moderato all’unità che interessa<br />
anche il capo del governo di Torino, il conte<br />
Cavour In controtendenza rispetto al dottrinarismo di<br />
Cattaneo e di Mazzini, sono poco interessati alle discussioni<br />
teoriche, ma molto attenti a diffondere il loro<br />
progetto per coinvolgere la gente e creare una vera<br />
opinione pubblica <strong>Il</strong> tema della propaganda, della diffusione<br />
delle idee e dei programmi è centrale nel percorso<br />
politico dell’ultimo Manin che insieme a<br />
Pallavicino non vuole far giungere ai lettori l’eco di<br />
questioni astratte, ma il pulsare dell’attualità<br />
Le nuove prospettive politiche si collegano ai mutamenti<br />
in campo economico e sociale, attingono la<br />
loro forza e una nuova capacità di penetrazione dai<br />
nuovi mezzi di comunicazione e di informazione La<br />
massa si avvia lentamente a diventare opinione pubblica<br />
e diventa importante saper comunicare con essa<br />
Tanto più importante in quanto questa opinione pubblica<br />
è percorsa da malessere e inquietudine, vive in<br />
un'atmosfera di attesa che la rende estremamente disponibile<br />
ad assimilare un progetto concreto, che abbia<br />
possibilità di realizzarsi e che abbia quindi i requi-<br />
Anna Maria Isastia<br />
14<br />
siti per attirare e incanalare le attese della gente Le<br />
speranze del passato si sono dimostrate illusorie, il<br />
mazzinianesimo come progetto politico si è arenato tra<br />
le polemiche dei suoi più stretti seguaci mentre le attese<br />
e le aspettative di un rinnovamento politico – alimentate<br />
dalla propaganda mazziniana – sono ormai patrimonio<br />
comune a molti e non più solo a nuclei ristretti<br />
di militanti È in questo contesto che va collocato il<br />
programma democratico-moderato filo-piemontese Un<br />
programma che per avere successo deve penetrare<br />
capillarmente nel Regno di Sardegna, essere condiviso<br />
dal mondo politico subalpino e da qui deve essere<br />
riesportato in tutta Italia In questo vasto disegno<br />
Manin si presenta come l’ideologo mentre a Pallavicino<br />
spetta il compito del divulgatore Bisogna convincere<br />
la gente a condividere un progetto di unificazione nazionale<br />
attraverso la monarchia sabauda<br />
<strong>Il</strong> primo a capire l’importanza di questo nuovo programma<br />
politico è il capo del governo piemontese,<br />
Cavour e con lui appare particolarmente interessato il<br />
re Vittorio Emanuele II; per entrambi è evidente il peso<br />
che può avere sull’opinione pubblica europea l’adesione<br />
al Piemonte degli esuli democratici italiani sparsi<br />
in tanti paesi Molto più freddi sono i cittadini del regno<br />
e la stampa che appare indifferente e sospettosa<br />
Nel corso del 1856 nasce il Partito Nazionale Italiano<br />
di cui entra a far parte l’esule siciliano Giuseppe La<br />
Farina, un giornalista che considera giustamente indispensabile<br />
dare vita ad un giornale per divulgare il<br />
programma del partito Nasce così il “Piccolo Corriere<br />
d’Italia” che si occupa di una cosa sola, la questione<br />
italiana e aderisce in toto alla politica cavouriana Nasce<br />
anche uno stretto sodalizio tra Cavour e La Farina<br />
che svolge per alcuni anni un prezioso ruolo di raccordo<br />
tra i democratici di tutta la penisola e il capo del<br />
governo di Torino La Farina assume progressivamente<br />
le funzioni di vero e proprio capo del partito<br />
cavouriano in Italia mentre Cavour attraverso questo<br />
rapporto, rimasto a lungo segreto, è in condizione di<br />
controllare e incanalare le forze della rivoluzione inserendole<br />
in un progetto da sviluppare ora attraverso la<br />
diplomazia ora contro di essa L’esule siciliano ha chiaro<br />
in mente il progetto da realizzare Scrive infatti:<br />
Non bisogna farsi illusioni: la rivoluzione<br />
non è in quella gente che legge, che scrive<br />
e che disputa di politica La vera rivoluzione<br />
è in una classe di persone che ancora<br />
non ha tanta istruzione da poter pensare<br />
da sé; che ha bisogno di un essere collettivo,<br />
il quale pensi per lei (1)