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Il Laboratorio Lug 2009 - Grande Oriente D'Italia - Lombardia

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<strong>Il</strong> Tempio deve intrattenere piacevolmente l’animo<br />

Ci sono momenti che, più di altri, ti fanno “vibrare<br />

dentro”, momenti che, per la loro particolarità, rappresentano<br />

un’occasione unica per conciliare spiritualità<br />

e ritualità; quando ciò accade, vuol significare che i<br />

“sensi” sono pienamente coinvolti, vuol significare che<br />

ci sentiamo in perfetta unione, in armonia Questa unione<br />

interiore e questa armonia, raggiunge l’apice quando<br />

riesce non solo ad essere uno stato interiore ma si<br />

coniuga con il mondo attorno a noi, agli uomini, alle<br />

azioni, alla musica, ai colori È questo il senso che deve<br />

potersi sprigionare durante i “lavori rituali” È ovvio<br />

che sono stati personali, quello che prova una persona<br />

non si può estendere a tutti coloro che vivono quello<br />

stesso evento, ma ci sono occasioni più di altre<br />

dove questo stato d’animo ha avuto un senso collettivo<br />

Ho raccolto negli ultimi mesi, una serie di sensazioni<br />

che Fratelli di vari Orienti mi hanno confidato e<br />

queste confidenze riguardavano due eventi distanti nel<br />

tempo e distanti di luogo, che scandiscono l’anno<br />

massonico nella nostra Circoscrizione toscana e prendono<br />

spunto dai solstizi dei due San Giovanni <strong>Il</strong> solstizio<br />

d’inverno, che celebriamo generalmente nella<br />

prima metà di dicembre con il titolo di “Festa della<br />

luce” che si celebra generalmente a Firenze e il Solstizio<br />

d’estate, che viene celebrato nella seconda metà di<br />

giugno nell’ex abbazia di San Galgano che potremmo<br />

benissimo comparare alla “Festa delle Rose” Entrambe<br />

le celebrazioni sono di importazione, ovvero non<br />

appartengono alla tradizione italiana, ma si plasmano,<br />

sia ritualmente sia sotto un profilo esoterico, e non<br />

solo, ai due solstizi, in sostanza sono come nuovo che<br />

non ignora il passato Si è cercato di celebrarli gioiosamente<br />

in incontri rituali collettivi regionali, in templi<br />

allestiti per l’occasione, essendo un tempio massonico<br />

non un luogo di culto di qualche religione, dove il<br />

“sacro” del luogo è permanente, ma un sito che diventa<br />

sacro quando uomini iniziati realizzano internamente<br />

momenti rituali <strong>Il</strong> miracolo della luce che sempre<br />

tramonta per sorgere ancora, come l’uomo iniziato che<br />

sempre si ripropone al centro dell’universo, è una rappresentazione<br />

cosmica che ci riporta alle fasi del processo<br />

evolutivo e della propria esistenza<br />

Nella cerimonia rituale della festa della luce per il<br />

San Giovanni Evangelista il rituale si focalizza nella<br />

esaltazione della luce come fonte primaria; Giovanni<br />

l’Evangelista ci insegna che la Luce portata da ciascuno<br />

nel proprio cuore, può manifestarsi soltanto nel silenzio<br />

e nel raccoglimento del nostro Tempio interiore<br />

La commemorazione avviene quando intorno regna<br />

l’oscurità e solo ritirandoci in noi stessi si può ritrovare<br />

la luce ed è con l’accensione delle luci, su di un<br />

alberello, dal basso verso l’alto, mentre il rituale recita<br />

un'esortazione alla grande Opera, che la luce riprende<br />

vigore nei giorni e tempi a seguire In quella per il<br />

solstizio d’estate, il San Giovanni Battista, festa delle<br />

Moreno Milighetti<br />

26<br />

rose, si rappresenta il ciclo perenne della luce che torna<br />

<strong>Il</strong> Giovanni Battista che dice di non essere lui la<br />

Luce, ma di essere venuto per rendere testimonianza<br />

della Luce a chiunque venga al mondo Siamo in estate,<br />

quando siamo irrorati dalla luce del sole, pienamente<br />

coscienti del nostro posto nel Cosmo e della nostra<br />

Comunione con l’Universo Significativa in questo<br />

caso anche la rappresentazione del bruciare tutto quello<br />

che lasciamo dietro di noi per riprendere il cammino,<br />

fortificati da nuova energia Del passato si brucia simbolicamente<br />

una pergamena con i nomi di tutti coloro<br />

che partecipano alla cerimonia <strong>Il</strong> rituale ne spiega il<br />

senso: quando la natura trionfa, noi apprendiamo chiaramente<br />

che è nostro dovere sforzarci di trionfare sulle<br />

tenebre sempre in agguato dentro di noi, ovvero i nostri<br />

vizi, i nostri difetti, le nostre paure La tragedia<br />

della nostra vita terrena è che tutte le nostre migliori<br />

intenzioni, tutti i nostri sforzi per realizzarle sono destinate<br />

a continui alti e bassi: cadiamo spesso e dobbiamo<br />

sempre ricominciare spinti da quella luce interiore<br />

che sgorga dalla sorgente originale, in virtù della<br />

quale tutti viviamo Noi dobbiamo imparare ad ascoltare<br />

questa spinta interiore che ci aiuterà nel nostro sforzo<br />

e ci guiderà al rinnovamento ideale in cui l’Essere<br />

Supremo si rifletterà nel nostro essere uomini Puri nella<br />

vita, onesti nelle azioni, fedeli a noi stessi, giusti verso<br />

le altre creature, tesi alla ricerca del <strong>Grande</strong> Architetto<br />

dell’Universo, è in questo giorno che i nostri pensieri<br />

vanno anche al passato, perché da esso si impara<br />

Questa conoscenza può proteggerci dal ricadere negli<br />

stessi errori, può renderci riconoscenti per i benefici<br />

ricevuti e ci può rattristare al pensiero di ciò che abbiamo<br />

perduto A questo deve essere assimilata la<br />

simbologia della rosa rossa a cinque petali che durante<br />

il rituale viene distribuita a tutti i Fratelli<br />

In entrambe le cerimonie rituali il fuoco è un elemento<br />

comune, la radiazione di energia di cui è permeata<br />

l’Opera del <strong>Grande</strong> Architetto dell’Universo; spesso<br />

ci sfuggono azioni, gesti, parole e la temporalità di<br />

queste, ma è proprio da questa attenta lettura, anzitutto<br />

interiore, che si realizza una vera comprensione e<br />

un appagamento intimo intrasmissibile e solo chi lo ha<br />

provato può capire fino in fondo Quei Fratelli, in vena<br />

di confidenze, mi parlavano di ciò, volevano esprimere<br />

il loro stato d’animo vissuto nelle celebrazioni dei due<br />

solstizi Quanto sarebbe auspicabile e stupefacente che<br />

si potesse avvertire e dire ogni volta che si chiude il<br />

Libro Sacro nella propria Officina, sentire dentro di noi<br />

che si apre un altro libro, quello dell’iniziato fuori dal<br />

Tempio Parlava di architettura Leon Battista Alberti<br />

quando nel suo De re aedeficatoria auspica un Tempio<br />

che intrattenga in modo piacevole l’animo e nel<br />

contempo lo colmi di gioia e meraviglia Ed è ciò che<br />

cerchiamo ed è ciò che molti Fratelli hanno vissuto nei<br />

Solstizi in questa terra toscana

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