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Il Laboratorio Lug 2009 - Grande Oriente D'Italia - Lombardia

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Serve un vero partito ben strutturato e il partito<br />

nasce realmente quando vi aderisce Garibaldi Come<br />

tante altre volte nella storia del Paese è la sua presenza,<br />

è la sua adesione ad assicurare il successo di una<br />

idea, di una proposta, di un progetto Viene nominato<br />

vice presidente onorario L’ennesimo fallimento dei<br />

tentativi mazziniani del 1857: il tragico epilogo del coraggioso<br />

tentativo che costa la vita a Carlo Pisacane,<br />

il moto di Genova, il moto di Livorno stroncati dai governi<br />

senza fatica, impongono a molti una definitiva<br />

presa di distanza da Mazzini e rilanciano il progetto<br />

del nuovo partito che si modella sempre più sulla organizzazione<br />

vagheggiata da La Farina <strong>Il</strong> Partito Nazionale<br />

Italiano diventa Società Nazionale italiana e si<br />

struttura in modo da risultare legale in Piemonte e clandestino<br />

nel resto d’Italia <strong>Il</strong> riconoscimento del nuovo<br />

partito da parte del governo di Torino provoca entusiasmo<br />

e adesioni in tutta Italia Nelle città italiane<br />

nascono numerosi i Comitati: se ne trovano in <strong>Lombardia</strong>,<br />

Veneto, Romagne, Umbria, Marche, Lazio e<br />

Toscana, Sicilia Sono le sezioni “segrete” del partito<br />

riconosciuto ufficialmente a Torino, un partito che si<br />

propone di fare la rivoluzione per liberare l’Italia dagli<br />

austriaci e dal papato<br />

I giornali vengono coinvolti uno alla volta e ben<br />

trenta testate italiane si avvicinano progressivamente<br />

alla nuova struttura, seguite da altrettanti organi di<br />

informazione in Francia, Inghilterra, Svizzera e Belgio<br />

La rete degli esuli italiani in quei paesi si rivela preziosa<br />

Si stampano e si distribuiscono fogli volanti con<br />

documenti da far circolare il più possibile I fogli vengono<br />

inseriti nei giornali, distribuiti a mano, lasciati<br />

sui tavoli dei caffè tipico luogo di incontro e di discussione<br />

delle città italiane Le botteghe di caffè e<br />

quelle dei barbieri sono state luogo privilegiato di divulgazione<br />

di idee e programmi, ma anche luogo di<br />

reclutamento senza distinzioni di ceto sociale Non è<br />

un caso se tanti giovani combattenti della seconda<br />

guerra di indipendenza erano appunto garzoni di barbiere<br />

o camerieri nei locali pubblici dove avevano ascoltato,<br />

assimilato e dove si erano entusiasmati alle discussioni<br />

che giorno dopo giorno avevano avuto modo<br />

di ascoltare dagli attivisti di partito<br />

A gennaio 1859 si costituisce un Comitato della<br />

Società Nazionale Italiana anche a Genova, nella roccaforte<br />

stessa del movimento democratico, in una città<br />

che solo un anno e mezzo prima aveva organizzato un<br />

moto contro Torino È la dimostrazione del consenso<br />

sempre più ampio ad una linea politica che è diplomatica<br />

e rivoluzionaria nello stesso tempo Tutta l’organizzazione<br />

fa capo a Torino, da qui partono le direttive<br />

per tutti i Comitati locali In Toscana abbiamo un Comitato<br />

centrale che ha sede a Firenze ed è guidato dal<br />

marchese Ferdinando Bartolommei A Livorno gli aderenti<br />

si riuniscono intorno a Vincenzo Malenchini e<br />

sotto la sua guida vanno poi a combattere sotto la<br />

15<br />

bandiera sarda vestendo la divisa dei Cacciatori di<br />

Garibaldi Fittissima la rete organizzativa che lega lombardi<br />

e piemontesi, mentre la Società Nazionale Italiana<br />

appare molto ben strutturata nello Stato Pontificio<br />

e nei Ducati Cavour, sviluppando la sua politica, sa di<br />

poter contare su uomini che rispondono alle sue indicazioni<br />

in larga parte d’Italia Attraverso la rete dei Comitati<br />

locali, Cavour e La Farina riescono ad organizzare,<br />

coordinare, rendere ordinato e sufficientemente omogeneo<br />

anche il variegato mondo del volontarismo, che in<br />

passato aveva creato tanti problemi, unificando scopi e<br />

motivazioni, utilizzandolo al meglio, sfruttando politicamente<br />

e militarmente le possibilità offerte da questa massa<br />

di uomini che diventano protagonisti degli eventi<br />

Si rende comprensibile, con un’accorta opera di<br />

propaganda, il legame tra l’aspirazione all’indipendenza<br />

e alla libertà e il desiderio di mutamento di condizioni<br />

economiche, dipendente e strettamente collegato alle<br />

motivazioni ideali e il fatto che solo la convergenza<br />

delle due spinte ha la forza di rendere concreta la battaglia<br />

per il principio ideale Questo tipo di messaggio,<br />

propagandato con insistenza, allarga le basi del partito<br />

unitario presso la nascente opinione pubblica italiana,<br />

senza suonare astratta utopia alle orecchie degli<br />

italiani perché prefigura l’allargamento alla nazione che<br />

sta per nascere di una situazione già in atto in uno<br />

degli Stati italiani: l’unico ad aver mantenuto lo Statuto<br />

dopo il biennio delle grandi speranze, l’unico ad<br />

avere una stampa libera e il più vivace economicamente<br />

La preparazione dell’opinione pubblica fa sì che fin<br />

dal gennaio 1859, quando la guerra all’Austria è solo<br />

un desiderio, cominciano ad affluire in Piemonte i primi<br />

volontari pronti a combattere Non va sottovalutato<br />

il fatto che si tratta di sudditi dell’imperatore austriaco<br />

(lombardi e veneti), del granduca di Toscana, del papa<br />

(romagnoli, marchigiani, umbri e romani), che si recano<br />

in un altro Stato, il Regno di Sardegna, chiedendo di<br />

entrare a far parte di quell’esercito per combattere una<br />

guerra di interesse comune Non è esagerato dire che se<br />

la guerra scoppia effettivamente nella primavera del 1859<br />

colpa o merito è anche dei volontari che permettono a<br />

Cavour di giocare la carta dell’adesione di massa alla<br />

politica sarda degli italiani di fronte ad una diplomazia<br />

europea contraria allo scoppio delle ostilità e, di conseguenza,<br />

ad un Napoleone III molto incerto I volontari<br />

sono determinanti nello spingere l’Austria ad inviare al<br />

Piemonte l’ultimatum che da l’avvio alla guerra Sono<br />

importanti nel coinvolgimento di una opinione pubblica<br />

europea tutt’altro che calda per la guerra Sono utili nelle<br />

operazioni belliche Permettono a Cavour di muoversi<br />

militarmente anche in uno scacchiere diverso da quello<br />

dove si svolgono le battaglie principali<br />

Tutte le rivoluzioni del centro Italia sono coordinate<br />

da Torino attraverso i Comitati locali Quello che è<br />

importante sottolineare è il fatto che Cavour riesce a<br />

non disperdere le forze mantenendo il controllo della

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