Geriatria extraospedaliera - Associazione Geriatri Extraospedalieri
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ATTI<br />
Prevenzione delle ulcere<br />
da decubito<br />
Salvatore Vescio - Geriatra ASL NA 5<br />
Le ulcere da decubito sono da considerarsi lesioni ischemiche con conseguente<br />
necrosi della cute, del tessuto sottocutaneo e spesso del muscolo<br />
che ricopre le protuberanze ossee, che insorgono quando venga applicata<br />
una forte pressione per un breve periodo di tempo, od una pressione moderata<br />
per un lasso di tempo piu’ lungo.<br />
Tradotto letteralmente dal latino “decubitare” signifi ca giacere, cosa che sottintende<br />
una particolare predisposizione posturale per le piaghe da decubito;<br />
cio’ e’ vero solo in parte, poiche’ possono prodursi in qualsiasi parte del<br />
corpo ( per es. a livello delle narici o delle commissure labiali ad opera di<br />
sondini nasogastrici o tubi endotracheali, negli spazi interdigitali in pazienti<br />
con deformazioni delle mani da artrite reumatoide, od in corrispondenza delle<br />
tuberosita’ ischiatiche nei pazienti costretti a mantenere la posizione seduta<br />
per lungo tempo ).<br />
Piaghe da compressione sarebbe quindi un termine piu’ appropriato per descrivere<br />
tali lesioni.<br />
Volendo schematizzare, possiamo distinguere tre fattori di rischio per lo sviluppo<br />
di ulcere da pressione:<br />
- fattori di rischio estrinseci: pressione, frizione, strappo, macerazione.<br />
- Fattori di rischio intrinseci: immobilita’, inattivita’, incontinenza sfi nterica,<br />
malnutrizione e/o disidratazione, livello di coscienza ridotto, uso di corticosteroidi,<br />
fumo, obesita’o magrezza eccessiva.<br />
- Condizioni mediche associate a fattori di rischio intrinseci: anemia, infezione,<br />
malattia vascolare periferica, edema, diabete mellito, ictus, demenza,<br />
alcolismo, fratture, neoplasie maligne, ipoalbuminemia.<br />
La pressione e’ la causa estrinseca principale del danno ischemico e della necrosi<br />
tissutale. La pressione sanguigna capillare normale all’ estremita’ arteriolare<br />
del letto vascolare e’, in media, di 30-35 mmhg e di 14-16 all’ estremita’<br />
venosa.<br />
Quando i tessuti sono compressi esternamente la pressione arteriosa puo’ superare<br />
i 300 mmhg e ridurre l’ apporto ematico ed il drenaggio linfatico delle<br />
zone interessate, che sono, preminentemente, il sacro, le tuberosita’ ischiatiche,<br />
il trocantere maggiore, i malleoli, i calcagni e la regione scapolare.<br />
Se tale compressione viene mantenuta prolungatamente, senza modifi che tempestive<br />
della posizione, si verifi ca un rallentamento ed un arresto della circolazione<br />
distrettuale con danni ischemici dei tessuti molli.<br />
La frizione è determinata dallo sfregamento della cute contro altre superfi ci (<br />
ad esempio lo scivolamento del paziente sul letto ).<br />
Lo strappo si verifi ca quando i due strati della cute scivolano l’ uno sull’ altro<br />
in un movimento in direzioni opposte, producendo danno nel tessuto sottostante.<br />
La macerazione e’ causata dall’ umidita’ che aumenta con la sudorazione, l’<br />
incontinenza sfi nterica e le ferite essudanti non adeguatamente controllate. L’<br />
umidita’ eccessiva ammorbidisce la cute e puo’ causare modifi cazioni degenerative<br />
e disgregazione del tessuto.<br />
La prevenzione e’ senza dubbio il fattore piu’ importante nel trattamento delle<br />
lesioni da decubito. L’ identifi cazione dei fattori di rischio e l’ esame della<br />
cute del soggetto, specialmente sulle prominenze ossee, almeno una volta al<br />
giorno, sono essenziali nella prevenzioni di tali lesioni; si deve iniziare, quindi<br />
uno schema preventivo, teso alla riduzione della pressione, dell’ umidita’ ed<br />
adeguato supporto nutrizionale.<br />
RIDUZIONE DELLA PRESSIONE: i pazienti con mobilita’ limitata a letto<br />
devono essere girati almeno ogni due ore; i pazienti ad alto rischio devono<br />
essere girati dalla posizione supina verso destra o verso sinistra di 30° in posizione<br />
obliqua, , cercando, ove possibile, di evitare la posizione laterale a 90°,<br />
poiche’ questa posizione sottopone ad una pressione maggiore il trocantere<br />
maggiore ed il malleolo laterale.<br />
La testa del letto non deve essere sollevata a 30° ( eccetto durante il pasto ), in<br />
modo da ridurre le forze di strappo. Un lenzuolo di sollevamento aiuta a posizionare<br />
i pazienti in alto nel letto. Utile risulta mantenere i calcagni sollevati<br />
dal letto con l’ utilizzo di guanciali o cuscini di schiuma posti sotto le gambe<br />
da meta’ polpaccio alla caviglia.<br />
I pazienti non devono sedere su una sedia per oltre due ore ( tale posizione<br />
crea una pressione intensa sulle tuberosita’ ischiatiche ), e, comunque, essere<br />
riposizionati almeno ogni ora. Una sedia che non permetta al paziente di scivolare<br />
in basso evita la frizione e le forze di strappo; un cuscino di schiuma<br />
ad alta densita’ o con imbottitura in gel siliconato riduce la pressione contro<br />
le prominenze ossee; le “ciambelle” non devono essere utilizzate poiche’<br />
possono provocare compressione, e quindi diminuire l’ irrorazione dell’ area.<br />
Ove possibile sarebbe opportuno istruire i pazienti a spostare il loro peso ogni<br />
15 minuti, per aiutare a ridistribuire il peso corporeo e promuovere il fl usso<br />
ematico ai tessuti.<br />
RIDUZIONE DELL’ UMIDITA’: la cute deve essere mantenuta pulita e secca,<br />
preferibilmente lavando con acqua semplice, o con piccole quantita’ di<br />
sapone leggero; successivamente un sottile strato di lozione idratante tende a<br />
rendere piu’ nutrita, elastica e resistente la cute.<br />
Sostanziale e’ il trattamento dell’ incontinenza, con pannolini adsorbenti, cateteri<br />
vescicali a permanenza o cateteri profi lattici.<br />
SUPPORTO NUTRIZIONALE: clinicamente una malnutrizione signifi cativa<br />
e’ un fattore di rischio per la formazione delle ulcere da decubito ed e’<br />
diagnosticata se l’ albumina sierica e’ < di 3.5 mg/dl, la conta linfocitaria totale<br />
e’ < 1800/μl ed il peso corporeo e’ diminuito di piu’ del 15%; nei pazienti<br />
malnutriti si da’ inizio ad un’ alimentazione ad alto contenuto proteico ipercalorica<br />
e con supplementi orali ( molto discussa e’ la supplementazione con<br />
zinco e vitamina c ).<br />
Per cercare di prevenire le ulcere da pressione sarebbe inoltro opportuno costituire<br />
un gruppo di lavoro formato da diversi specialisti che possano sviluppare<br />
un programma olistico multidisciplinare.<br />
Gli specialisti in collaborazione in tale piano di lavoro potrebbero essere:<br />
• Medici (MMG, geriatra, chirurgo e fi siatra)<br />
• Infermieri specialisti in cura di lesioni e/o enterostomisti<br />
• Fisioterapisti e logopedisti<br />
• Dietisti<br />
Di sostanziale importanza è poi l’istruzione ed il supporto del caregiver.<br />
Il paziente allettato od anche in semiallettamento cronico DEVE sempre essere<br />
inquadrato con un sistema di valutazione quale EXTON – SMITH o<br />
BRADEN, che vanno a valutare le condizioni generali, lo stato mentale, la<br />
deambulazione, la mobilità globale, la capacità di controllo degli sfi nteri, la<br />
nutrizione, l’attrito e la frizione; tali schede valutative danno indicazione del<br />
grado di rischio di sviluppare ulcere da pressione.<br />
Oltre alla correzione dei vari fattori patologici predisponenti, i capisaldi del<br />
programma preventivo sono sostanzialmente due:<br />
• Sorveglianza infermieristica e/o del caregiver continua per evitare<br />
ogni causa locale estrinseca di danno della cute e dei tessuti molli<br />
(stiramento, scivolamento, formazione di pliche, macerazione da<br />
deiezioni o sudore, accumulo di detriti) e per assicurare, almeno<br />
ogni due ore (giorno e notte), il cambio della posizione su cui il<br />
paziente allettato decombe.<br />
• Utilizzo di attrezzature che tendano a distribuire in maniera piu’<br />
diff usa le forze di gravita’ del corpo sulla superfi cie di appoggio,<br />
riducendone quindi l’ intensita’ di azione nei singoli punti ed in<br />
particolare in quelli abitualmente esposti perche’ sovrastanti le<br />
sporgenze ossee ( velli di pecora naturali o sintetici, cuscini o materassi<br />
a fl ottazione di gel o ad aria con compressore o ad acqua ).<br />
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