Geriatria extraospedaliera - Associazione Geriatri Extraospedalieri
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IV CONGRESSO AGE<br />
58<br />
TABELLA 1 - PAINAD<br />
Esamina 5 variabili, per ognuna delle quali è previsto un indice di<br />
severità che va da 0 a 2<br />
- respiro indipendente dalla vocalizzazione<br />
- vocalizzazione negativa<br />
- espressione facciale<br />
- linguaggio del corpo<br />
- consolabilità del paziente<br />
E’ pertanto possibile ottenere un punteggio fi nale che va da un<br />
minimo di 0 (assenza di dolore) ad un massimo di 10 (dolore<br />
severo).<br />
Le variabili possono essere rivalutate ad intervalli stabiliti (ad<br />
esempio, per valutare l’effi cacia di una terapia farmacologica)<br />
TABELLA 2 - ABBEY SCALE<br />
Esamina 6 variabili, per ognuna delle quali è previsto un punteggio<br />
che va da 0 a 3 (0 = dolore assente ; 3 =dolore severo).<br />
- vocalizzazione;<br />
- espressione facciale;<br />
- modifi cazioni del linguaggio corporale;<br />
- modifi cazioni comportamentali;<br />
- modifi cazioni fi siologiche;<br />
- modifi cazioni somatiche.<br />
Si parla di dolore assente per punteggio compreso tra 0 e 2 ; lieve<br />
per punteggio tra 3 e 7 ; moderato tra 8 e 13 ; severo per punteggio<br />
superiore a 14.<br />
Il limite principale di tali scale è rappresentato dal fatto che molti<br />
equivalenti del dolore possono dipendere anche da cause di per sé<br />
non determinanti dolore somatico quali stipsi, depressione, malattie<br />
infettive con apiressia…. (14)<br />
Cionondimeno, la conoscenza di almeno una di queste scale valutative<br />
deve far parte del bagaglio culturale dell’infermiere geriatrico.<br />
Logicamente, nelle successive valutazioni sullo stesso paziente andrà<br />
risomministrata sempre la stessa scala.<br />
CENNI DI TERAPIA :Il riconoscimento e la valutazione del dolore,<br />
anche nell’anziano demente, costituisce conditio sine qua non<br />
per il suo trattamento.<br />
Per il trattamento farmacologico, perlomeno nelle fasi iniziali dell’Alzheimer,<br />
può essere di ausilio la scala operativa dell’OMS (Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità) che distingue tre livelli, in base al<br />
punteggio del VAS, e propone approcci farmacologici diff erenziati<br />
(Tabella 3).<br />
TABELLA 3 – LA SCALA OMS, 1996, mod.<br />
Dolore lieve VAS tra 1 e 4<br />
+ adiuvanti<br />
paracetamolo, FANS, Coxib<br />
Dolore moderato VAS tra 5 e 6 analgesici deboli<br />
Dolore severo VAS > 7 analgesici forti<br />
ADIUVANTI : farmaci che aiutano nel controllo del dolore, senza<br />
tuttavia intervenire direttamente nei meccanismi di analgesia.<br />
Comprendono antidepressivi, benzodiazepine, miorilassanti, stabilizzanti<br />
di membrana… oppure farmaci deputati al controllo<br />
degli eff etti collaterali (antiemetici, ad esempio).<br />
OPPIODI DEBOLI: tramadolo, codeina, buprenorfi na ….<br />
OPPIOIDI FORTI: morfi na, metadone, fentanyl ….<br />
Evidentemente, l’approccio farmacologico al dolore deve tenere in<br />
debita considerazione il carico farmacologico concomitante e gli effetti<br />
collaterali più frequenti delle diff erenti categorie di farmaci impiegate.<br />
E’ ben noto, infatti, che non tutti gli antiinfi ammatori non<br />
steroidei hanno lo stesso rischio di eff etti collaterali a livello gastroenterico<br />
o cardiovascolare ; oppure che uno degli eff etti collaterali più<br />
frequenti degli analgesici centrali può essere la stipsi…..(15).<br />
Inoltre l’approccio farmacologico non va mai disgiunto da trattamenti<br />
non farmacologici (agopuntura, massoterapia, musicoterapia,<br />
training autogeno…) : è da tempo dimostrato che questi ultimi migliorano<br />
in maniera signifi cativa l’effi cacia dei trattamenti farmacologici,<br />
riducendone i dosaggi e i potenziali eff etti collaterali (16). Non<br />
a caso, la promozione e l’impiego di trattamenti non farmacologici<br />
del dolore sono incoraggiati da tutte le linee guida esistenti in letteratura.<br />
Come si può comprendere, la necessità che l’infermiere professionale<br />
scenda in campo con una competenza ed un’esperienza mirate è<br />
quanto mai attuale e pressante (17).<br />
Nelle fasi terminali dell’Alzheimer la terapia del dolore riveste un<br />
ruolo centrale sia per la perdita di effi cacia di altri farmaci (di routine<br />
utilizzati in fasi precedenti di malattia) sia per i risvolti etici, legali,<br />
religiosi che il timing e l’impostazione di tale terapia comporta.<br />
Per la sua complessità (non soltanto tecnica), tale ultimo aspetto richiede<br />
una estesa trattazione a parte, che non rientra nei tempi e<br />
negli obiettivi specifi ci di questa relazione .<br />
La lettura dell’interessante contributo di Bianchetti e Scala, presente<br />
nel libro di Marco Trabucchi sulle Demenze (18), fornirà certamente<br />
elementi di rifl essione e stimoli per ulteriori approfondimenti.<br />
Bibliografi a<br />
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