Geriatria extraospedaliera - Associazione Geriatri Extraospedalieri
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Sindrome metabolica<br />
Luigi Ferrara - A.O.R.N. “A. Cardarelli” (NA)<br />
L’attuale S. Metabolica è stata in passato defi nita come Sindrome<br />
X ( da non confondere con la sindrome X della cardiologia<br />
caratterizzata da ischemia/angina miocardia da occlusione restringimento<br />
delle piccole arterie coronarie in assenza di lesioni signifi<br />
cative dei vasi epicardici), sdr. dell’insulino resistenza o quartetto<br />
mortale ( deadly quartet). I componenti più rilevanti della SM sono<br />
la riduzione della tolleranza al glucosio ( ), l’aumento della resistenza<br />
all’insulina ( ), l’obesità addominale (viscerale), la dislipidemia<br />
aterogenica e l’ipertensione.La prevalenza della sdr. metabolica nella<br />
popolazione generale è elevata. Recenti studi epidemiologici italiani<br />
evidenziano che la prevalenza di tale sindrome risulta essere del 34,1<br />
o del 17,8% ( a seconda del criterio diagnostico proposto: WHO,<br />
NCEP-ATPIII). Il picco di età massimo si fa nella fascia fra 65 e<br />
74 anni. Con l’aumento dell’incidenza dell’obesità nelle popolazioni<br />
giovanili i dati potrebbero modifi carsi nei prossimi anni. Tutte le<br />
etnie sono interessate. Il rischio di eventi cardiovascolari è doppio<br />
rispetto a coloro che non ne sono aff etti.<br />
DEFINIZIONE<br />
Esistono attualmente cinque defi nizioni di SM:<br />
• Quella dell’organizzazione mondiale della sanità (WHO, Worl<br />
Health organization)<br />
• Quella americana del NCEP-ATP III ( National Cholesterol Education<br />
Program-Adult Treatment Panel III)<br />
• Quella dell’AACE ( American Association of Clinical Endocrinologist)<br />
• Quella dell’EGIR ( Gruppo Europeo per lo Studio dell’Insulino-<br />
Resistenza)<br />
• Quella dell’IDF ( International Diabets Federation) formulata<br />
nell’Aprile 2005, contiene alcune piccole ma sostanziali modifi -<br />
che:<br />
– il criterio della circonferenza addominale acquista un valore assoluto,<br />
necessario anche se non suffi ciente per la diagnosi.<br />
– Diff erenziato il cut-off diagnostico a seconda della etnia di appartenenza.<br />
– Sono proposti livelli più severi per gli europei che per gli americani<br />
( 94cm M- 80cm F e 102 cmM - 88 cmF rispettivamente)<br />
– Ha mantenuto invariati i criteri dei lipidi e dell’ipertensione ed il<br />
valore della glicemia.<br />
FISIOPATOLOGIA<br />
Nella genesi della SM possono essere coinvolti diversi agenti eziologici<br />
fra loro in stretta correlazione: l’ obesità viscerale, l’ insulinoresistenza<br />
e fattori infi ammatori ed endocrini.I due aspetti principali<br />
sarebbero rappresentati da un eccesso di tessuto adiposo e dall’insulino<br />
resistenza.L’ eccesso di tessuto adiposo centrale contribuirebbe<br />
alla patogenesi della SM attraverso un’aumentata sintesi di acidi<br />
grassi non esterifi cati (NEFA) i quali determinano un sovraccarico<br />
a livello muscolare ed epatico di lipidi, un’aumentata sintesi di citochine<br />
pro-infi ammatorie ed un’aumentata secrezione di proteine<br />
infi ammatorie da parte del fegato. La base fi siopatologia comune è<br />
l’insulino-resistenza, intesa come riduzione dell’azione dell’insulina<br />
sul controllo della glicemia dopo il pasto, associata ad un’adeguata<br />
soppressione della produzione epatica di glucosio durante il periodo<br />
notturno. In genere si associa ad iperinsulinemia, e a volte a riduzione<br />
della secrezione insulinica: le alterazioni della glicemia a digiuno<br />
sono dovute inizialmente alla resistenza dei tessuti periferici all’azione<br />
dell’ormone. Il grado di resistenza insulinica però non varia nel<br />
tempo mentre il defi cit di secrezione si aggrava progressivamente e<br />
determina il peggioramento della storia naturale della malattia. Nel-<br />
NURSING<br />
la tipica dislipidemia aterogena, l’adipocita del pz. con SM rilascia<br />
acidi grassi liberi (NEFA) in eccesso che determinano: del livello<br />
di trigliceridi-VLDL, dei livelli di col. HDL, presenza di particelle<br />
LDL più piccole e dense à più aterogene del normale. Si determina<br />
un aumento della pressione arteriosa: vari sono i meccanismi<br />
riconosciuti. Un aumento del riassorbimento tubulare di sodio ed<br />
H2O con conseguente aumento del volume circolante, attivazione<br />
del sistema nervoso simpatico ed il danno endoteliale. Inoltre può<br />
essere riscontrata anche in altre condizioni come l’ obesità viscerale,<br />
l’ ipertensione, la dislipidemia aterogenica, l’iperuricemia. Infatti il<br />
50-70% degli ipertesi essenziali presentano, insulino-resistenza che<br />
agisce tramite meccanismi di sodio-ritenzione, aumento delle catecolamine<br />
circolanti e conseguente vasocostrizione. Inoltre è presente<br />
uno stato pro-infi ammatorio ( dimostrato dagli elevati livelli di PCR.<br />
Un valore di PCR ≥3 mg/l).<br />
INQUADRAMENTO CLINICO – DIAGNOSTICO<br />
Sebbene la SM sia probabilmente più comune nei oggetti geneticamente<br />
predisposti, è molto importante un corretto riconoscimento<br />
ed inquadramento dei fattori di rischio quali, l’ alterato metabolismo<br />
glucidico e/o diabete mellito, l’obesità viscerale, la dislipidemia,<br />
l’ipertensione arteriosa ed il danno d’organo. Per IFG = alterata glicemia<br />
a digiuno si intende la glicemia compresa tra 110 e 126mg/dl<br />
( recentemente proposto di ridurre il limite da 110 a 100mg/dl , non<br />
ancora accettato dall’associazione europea). Per IGT = alterata tolleranza<br />
al carico orale di glucosio:la glicemia compresa fra 140 e 200<br />
mg/dl due ore dopo ilcarico orale di glucosio ( con 75mg). Per diabete<br />
si intende il valore, confermato, di glicemia a digiuno > 126mg/dl<br />
o > 200 mg/dl dopo il carico di glucosio. I livelli di insulina circolante<br />
in questi pazienti sono spesso normali, ma risultano inadeguati in<br />
riferimento ai valori corrispondenti di glicemia.<br />
OBESITÀ<br />
La condizione di soprappeso/obesità si basa sul calcolo del rapporto<br />
tra il pesocorporeo ed il quadrato dell’altezza (BMI). Normopeso:<br />
BMI < 25. Obesità lieve: BMI tra 25 e 30. Obesità moderata: BMI<br />
tra 30 e 40. Obesità severa BMI > 40.L’eccesso di peso determina ><br />
probabilità di sviluppare diabete tipo 2 e si associa a dislipidemia.<br />
Importante è la distribuzione del grasso corporeo e gli indici ad essa<br />
correlati: rapporto vita-fi anchi (WHR) e circonferenza vita. Sono<br />
Obesi viscerali, gli uomini con WHR ≥ 0,92 o circonferenza vita ≥<br />
102cm. e le donne con WHR ≥ 0,81 o circonferenza vita ≥ 88cm.<br />
L’obesità viscerale si associa a aumentata incidenza di complicanza<br />
metaboliche ( diabete e/o intolleranza, dislipidemie, iperuricemia),<br />
di complicanze cardiovascolari ( ipertensione, CAD, scompenso)<br />
e di complicanze sistemiche ( artrosi, cancro del colon, insuffi cienza<br />
respiratoria, colelitiasi..).<br />
DISLIPIDEMIA<br />
Il potenziale aterogeno sembra essere correlato sia alla quantità che<br />
alla qualità delle lipoproteine LDL (piccole e dense) come i trigliceridi<br />
> 150mg/dl, le HDL