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Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

L’Avvocato Bruno Flamini (1888 - 1915)<br />

Lettere dal Fronte<br />

L’Avvocato Bruno Flamini, Docente di<br />

Materie Letterarie, fondatore con il Notaio<br />

Ulderico Midossi e il Dott. Erminio Mariani<br />

del locale Istituto d’Arte, nasce a Civita<br />

Castellana il 25 Giugno 1888, figlio di<br />

Angelo e Rosa Maggiori, rispettivamente<br />

Direttore e Maestra della Scuola<br />

Elementare, allora denominata “Regia<br />

Scuola Elementare Tommaso Tittoni”, sita<br />

nell’attuale via Gramsci.<br />

All’età di nove anni, i genitori lo inviarono a<br />

studiare a Roma presso una Zia materna,<br />

per frequentare il Ginnasio “Umberto I”, che<br />

compì regolarmente diplomandosi nel 1903.<br />

Nel 1904, si iscrisse alla Scuola Normale di<br />

Velletri dove ottenne il Diploma di Maestro<br />

Elementare nel 1906.<br />

Nel 1907 sotto la guida del Professor Giulio<br />

Pedoni del Regio Liceo Umberto I, ottenne<br />

la Licenza Liceale, fondamentale in quei<br />

tempi per ottenere l’iscrizione alla Facoltà di<br />

Legge, dove si iscrisse nell’anno accademico<br />

1907-1908.<br />

Dal 1909 al 1910, in qualità di Ufficiale di<br />

Complemento, presta servizio militare in<br />

Roma.<br />

Congedatosi dall’Esercito, riprese gli studi<br />

legali e l’attività di Maestro insegnando in<br />

scuole allora di “frontiera”, come erano<br />

quelle dell’Agro Pontino, allora dominato<br />

dalla malaria e dalla povertà assoluta.<br />

All’Esposizione Romana del 1911 ottenne<br />

un importante riconoscimento dal<br />

Ministero della Pubblica Istruzione per aver<br />

creato la “Capanna Scuola”, una sorta di<br />

istituto itinerante per dar modo ai bambini<br />

sparsi nella vasta campagna Romana di<br />

poter studiare e frequentare la Scuola.<br />

Nel 1913 si laureò in Legge e ritornò così a<br />

Civita Castellana dove aprì uno Studio<br />

Legale in Piazza Matteotti e diventando nel<br />

contempo Vice Pretore con Regio Decreto<br />

del 20 Aprile 1913.<br />

Iscritto al Tribunale di Viterbo, collaborava<br />

con lo studio legale dell’Avvocato Raniero<br />

Spolverini, allora Principe del Foro<br />

Viterbese.<br />

Nel 1913, con il Notaio Ulderico<br />

Midossi e il Dott. Erminio Mariani,<br />

fonda l’Istituto d’Arte, la cui sede originaria<br />

fu ricavata all’interno della<br />

Chiesa di San Giorgio.<br />

Successivamente fu nominato dal Consiglio<br />

di Amministrazione, Docente di Materie<br />

Letterarie, cattedra che mantenne fino al<br />

1915, anno della sua partenza per la I guerra<br />

Mondiale.<br />

Il 10 Maggio 1915, pochi giorni prima dell’entrata<br />

in guerra dell’Italia - il 24 Maggio<br />

1915 - partì per il fronte, assegnato come<br />

Ufficiale di Complemento al 6° Reggimento<br />

Fanteria di Linea, dislocato a<br />

Gemona, Friuli, nella Valle del Tagliamento,<br />

a 40 chilometri dal Confine con l’Austria. Per<br />

una coincidenza singolare della Storia, lo<br />

stesso giorno partì per il Fronte e assegnato<br />

allo stesso reparto del Flamini, un’altro<br />

Civitonico, padre di Famiglia ed Operaio,<br />

Bonaventura Fantera. Il Plotone del<br />

Tenente Flamini e del Fantera, fu assegnato<br />

a presidio di una cresta rocciosa a 2500<br />

metri di altezza, sottoposti al fuoco Tedesco<br />

e all’inclemenza del tempo.<br />

Il giorno 16 Settembre 1915 alle ore<br />

16,00, sotto una pioggia battente, il 6°<br />

Reggimento andò all’attacco di una postazione<br />

Austriaca: “Sottotenente di<br />

Complemento,…. con ardire supremo<br />

il 16 Settembre 1915 conduceva un<br />

manipolo all’assalto disperato di una<br />

posizione nemica, una palla di<br />

moschetto lo colpì nel mezzo della<br />

fronte...”. Nello stesso attacco morì<br />

Bonaventura Fantera.<br />

Le lettere lasciate dall’Avvocato Bruno<br />

Flamini, nei brevi mesi del servizio in zona di<br />

guerra offrono un quadro eloquente della<br />

vita dei soldati al Fronte.<br />

Gemona 20 Maggio 1915 ore 22: “al<br />

Giudice Portanova. Carissimo Giudice, eccomi<br />

adunque sul teatro della nuova guerra<br />

che divamperà per l’Europa,….Gemona è<br />

nella Valle del Tagliamento….., la nostra<br />

divisione comandata dal generale Lequio<br />

dovrà operare in offensiva sull’alta Valle del<br />

Fella ed espugnare due forti Austriaci di<br />

confine……quanti ritorneranno di noi?<br />

Pochissimi….a lei non nascondo quindi,<br />

come invece ho fatto al Babbo e alla<br />

Mamma, che siamo fra i più esposti……mi<br />

Prof. Arch. Enea Cisbani<br />

31<br />

commuove vedere i genitori salutare i figli<br />

che partono soldati……”. Gemona 25<br />

Giugno 1915 ore 21: “Carissimo Flaminio,<br />

(il Fratello n.d.r.), oggi 25 ho ricevuto una<br />

tua carissima del 9. L’ho trovata all’alloggiamento<br />

ritornando da una faticosissima marcia…..<br />

siamo partiti dal ricovero questa mattina<br />

alle 5, immersi nella nebbia fitta, poco<br />

dopo a cominciato a stillare un’acqua sempre<br />

fitta e talvolta violenta che ci ha accompagnato<br />

per tutta la marcia, insistente,<br />

opprimente…….nondimeno voglio dirti alcuni<br />

miei desideri in caso di disgrazia mia…..<br />

ho in questi ultimi tempi mandato a casa lire<br />

900. Saranno di Giacomina, insieme a tutto<br />

quello che potrete vendere, ………ciascuno<br />

di voi dovrà avere un oggetto a mio ricordo<br />

personale. Non ti impressionare di questa<br />

mia, certo poco allegra, ma avevo proprio il<br />

piacere di manifestarti tutto il mio animo<br />

che, credilo, soffre ma sa vincere anche i<br />

momenti di sconforto. Bruno”.<br />

Gemona 16 Settembre 1915 ore 11,<br />

ultima lettera ai Genitori, pochi ore<br />

prima della morte: ”Miei cari Genitori,<br />

anche stamattina m’è giunta tanta posta<br />

vostra carissima e che mi ha allietato e mi<br />

apprestavo a darvi una lunga lettera in<br />

risposta e godere di questo unico godimento<br />

che ora la situazione ci concede, quando<br />

un improvviso ordine di operazione mi ha<br />

impedito di farlo. Niente però di importante<br />

o di grave. Spero quindi fermamente di<br />

avere il tempo di farlo domani mattina o al<br />

più lungo dopo domani. Vi bacio e vi<br />

abbraccio con tutto il mio grande affetto di<br />

figlio. Vostro Bruno.”<br />

Dall’Archivio Militare: “ 6. Regg.to<br />

Fanteria di Linea, Ufficio deposito. Al Sig.<br />

Angelo Flamini, Civita Castellana. Palermo lì<br />

27 Settembre 1915. Pregasi comunicare con<br />

le dovute cautele alla famiglia del<br />

Sottotenente di Complemento Flamini Sig.<br />

Bruno la morte del suo caro congiunto,<br />

caduto sul campo dell’onore il giorno 16<br />

c.m. andando all’attacco delle formidabili<br />

trincee nemiche…. Firmato il Colonnello<br />

Ziliani”. Roma 12 Agosto 1916,<br />

Ministero della Guerra: “Il Luogotenente<br />

Generale di sua Maestà il Re, ha conferito la<br />

Medaglia di Bronzo al Valor Militare al<br />

Sottotenente Bruno Flamini del 6° Rgt di<br />

Linea di Civita Castellana caduto nella<br />

Battaglia di Monte Costa Alta. 5 Luglio<br />

1916”.<br />

Il giorno 11 Giugno 1923, alle ore 20,<br />

presso la stazione, le salme di Bruno Flamini<br />

e Bonaventura Fantera ritornarono a Civita<br />

Castellana dove furono deposte all’interno<br />

del Duomo, su di un catafalco oggetto di<br />

devozione di una folla immensa che, come<br />

narrano le cronache, “raggiunse proporzioni<br />

poche volte vedute”.<br />

Il 12 Giugno 1923 una solenne cerimonia<br />

ricordò i due giovani Civitonici<br />

caduti nei primi giorni di guerra.

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