Campo de'fiori
Campo de'fiori
Campo de'fiori
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
42<br />
di<br />
Maria Cristina Caponi<br />
Le Crociate<br />
USA 2005, regia di<br />
Ridley Scott; con<br />
Orlando Bloom, Eva<br />
Green, Liam Neeson,<br />
Jeremy Irons, Edward<br />
Norton; sceneggiatura<br />
di William Monahan;<br />
genere drammatico.<br />
L’effige-simbolo dell’atteso<br />
movie a base<br />
di cappe e spade, fir-<br />
mato da Ridley Scott è in sintesi espressa<br />
nell’alterato e marziale ciglio del prode paladino<br />
cristiano Balian d’Ibelin, interpretato sul<br />
grande schermo dal sex symbol hollywoodiano<br />
Orlando Bloom. L’attore inglese, al suo<br />
primo ruolo da protagonista, indossa lo<br />
scudo, l’elmo e la corazza di un cavaliere teso<br />
alla difesa di una Gerusalemme assediata,<br />
alle soglie del XIII secolo. La traversia ha<br />
principio nell’anno del Signore 1184, in un<br />
solitario e romito villaggio della Francia. Qui<br />
ha luogo un’agnizione fra il difensore di fede<br />
cristiana Goffredo d’Ibelin (Liam Neeson) e il<br />
figlio illegittimo abbandonato anni or sono:<br />
un fabbro di professione, ridotto alla disperazione<br />
in seguito alla perdita del figlio e della<br />
moglie. Il destino del giovane uomo è compiuto:<br />
calcare le orme della figura paterna, e<br />
combattere al fianco dell’anziano genitore<br />
per neutralizzare i colpi sferrati dal feroce<br />
Saladino (Ghassan Massoud). In Terra Sacra,<br />
Balian convoglia a giuste nozze sposando<br />
Sibylla (Eva Green), regina alla corte del lebbroso<br />
sovrano di Gerusalemme Baldovino<br />
(Edward Norton);il cui volto è celato da un<br />
imperturbabile maschera di ferro. L’indomita<br />
sposa è una figura fuori dagli schemi, anticonvenzionale<br />
nel suo cavalcare alla maniera<br />
degli uomini, o indossare vesti arabe da cui<br />
trapela una vellutata epidermide tinta a base<br />
di hennè e altre sostanze naturali. Ma le<br />
scene cruente e suggestive non possono che<br />
svolgersi sul campo di battaglia, dove affiora<br />
l’estro coraggioso di Balian, che tenta di perseguire<br />
una linea di tolleranza nei confronti<br />
dei musulmani. Su idee opposte si allineano i<br />
Templari, guidati dal villoso comandante<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Reynald; per questi aggressivi combattenti<br />
gli infedeli vanno tutti combattuti e sterminati,<br />
senza alcuna discrezione. Avvalendosi di<br />
questo credo, vengono deliberatamente<br />
assalite le carovane col fine di compiere razzie,<br />
stuprare le donne e uccidere i bambini. A<br />
quel punto il cavaliere d’Ibelin diviene lo strenuo<br />
difensore della città.<br />
In fondo, come ha proferito l’attore Jeremy<br />
Irons nel corso di una dichiarazione rilasciata<br />
ai giornalisti, “la storia del film è quella di<br />
persone che si uniscono in clan e che combattono<br />
gli altri perché diversi”. Impossibile<br />
non cogliere i riferimenti espliciti alla realtà<br />
odierna, in merito al conflitto fra Occidente e<br />
Islam e al clima d’intolleranza che attanaglia<br />
il Medio Oriente. A monito di ciò, è inevitabile<br />
menzionare la serie d’aspre proteste, da<br />
parte d’alcuni gruppi religiosi, che accompagnano<br />
il progetto sin dai suoi primordi. Le<br />
polemiche giungono anche da ambienti lontani<br />
all’integralismo islamico, bensì prossimi<br />
alle sedi accademiche: è il caso dello studioso<br />
Khaled Abu el<br />
Fadl, docente in<br />
possesso di una<br />
cattedra alla prestigiosa<br />
University of<br />
California. Egli si<br />
scaglia violentemente<br />
contro il film<br />
in questione, ritenendolounicamente<br />
una summa degli<br />
stereotipi di<br />
Hollywood sugli<br />
arabi e musulmani: nocivo in quanto raffigura<br />
gli infedeli come idioti, retrogradi, insomma,<br />
incapaci di elaborare concetti complessi.<br />
L’occasione per controbattere a tali virulente<br />
affermazioni è affidata al professore gesuita<br />
Gorge Dermis, una delle cinque personalità<br />
che ha avuto il privilegio di leggere lo script<br />
del film. Il reverendo, infatti, ha recentemente<br />
espresso un parere positivo e si augura<br />
che dalla fazione musulmana non giungano<br />
obiezioni; in quanto, dal suo punto di vista, il<br />
film non reca alcun genere d’offese.<br />
Al di là del focolaio di critiche e polemiche, il<br />
lungometraggio è ineccepibile per quanto<br />
riguarda la resa delle immagini e l’impatto<br />
emotivo che genera nello spettatore è strabiliante.<br />
Un merito va indubbiamente all’accurata<br />
ricostruzione degli esterni, che ha reso<br />
possibile l’ideazione di una Gerusalemme in<br />
dimensione reale, a pochi km dalla città<br />
d’Ourzate, in Marocco. Il regista Ridley Scott,<br />
grazie all’esperienza maturata sul set de Il<br />
Gladiatore, si è dimostrato abile nel coordinare<br />
i movimenti di massa, dirigendo migliaia<br />
di comparse nelle scene di battaglia. Nel cast<br />
stellare spicca la verve attoriale d’Orlando<br />
Bloom, di nuovo nei panni di un umile maniscalco,<br />
dopo l’exploit de La maledizione della<br />
prima luna. La sua interpretazione immancabilmente<br />
richiama alla mente un altro personaggio<br />
che lo ha consacrato agli altari della<br />
fama: l’elfo Legolas di Il signore degli anelli.<br />
Il riferimento, d’obbligo, è dovuto ai combattimenti<br />
in stile fantasy, con epiche mischie<br />
medioevali sullo sfondo di un cupo deserto<br />
assolato. Ci auguriamo che il pubblico gradisca<br />
questo fine prodotto, invertendo una<br />
recente tendenza che accompagna i film storici,<br />
vedi Troy, King Arthur, Alexander, grandiosi<br />
negli intenti, ma flop ai botteghini.