Campo de'fiori
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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Una Fabrica di ricordi<br />
storie e immagini di Fabrica di Roma<br />
Fabrichesi in pellegrinaggio al Santuario della Madonna Ad Rupes di Castel Sant’Elia<br />
Dopo le ultime scaramucce dell’inverno,<br />
pian piano il tempo si aggiusta e, giorno<br />
dopo giorno, arriva il dolce clima della<br />
bella stagione. Il vento tiepido e lieve,<br />
accarezza i prati ammantati di verde e di<br />
fiori, e lambisce gli alberi lussureggianti<br />
vestiti di foglie, ancora piccole e lucide. È<br />
tutta una esplosione di colori e di profumi,<br />
e le crisalidi che hanno sfidato l’inverno,<br />
regalano farfalle leggere. Il ricordo delle<br />
feste di Maggio mi riporta a quella dei<br />
lavoratori che veniva accompagnata dai<br />
discorsi, fatti per l’occasione dal palchetto<br />
addobbato, come tutta la piazza, con<br />
tante ginestre. La voce del comiziante<br />
veniva amplificata con le vecchie trombe<br />
Minelli, ma non arrivava a noi ragazzi che<br />
venivamo puntualmente esortati da qualche<br />
sbruffone più grande di età, a “ piantare<br />
maggio”. Noi non capivamo minimamente<br />
il significato malizioso di quelle<br />
parole e cercavamo, invece, di accaparrarci<br />
qualche pagnottella di quelle che<br />
venivano distribuite gratuitamente vicino<br />
al venditore di anguille.<br />
Questo si metteva di solito con il suo<br />
bigoncio di legno, vicino alla catena, in<br />
cima alle “scalette”, nello stesso posto<br />
dove il venerdì mattino veniva venduto il<br />
pesce. Incartava le anguille sotto aceto<br />
Fabrichesi in piazza dopo un comizio<br />
di Sandro Anselmi<br />
nella carta paglia che si ammollava tutta,<br />
ed i vecchi se ne andavano con il loro cartoccio<br />
sgocciolante e profumato a fare la<br />
tradizionale “bevuta” al Cunicello (più tardi<br />
all’ Ortale ), con il vino fornito dalle loro<br />
stesse cantine. Finivano poi con il gioco<br />
della morra, contenti di essersi riposati nel<br />
giorno della loro festa. Altra cosa era la<br />
devozione che il popolo portava alla<br />
Madonna nel mese di Maggio, onorandola<br />
con preghiere quotidiane davanti agli<br />
“Altarini”. Questi venivano allestiti in ogni<br />
rione usando spesso l’immagini sacre<br />
delle edicole già esistenti, inghirlandate<br />
con coroncine di “mortella” e fiori e, dove<br />
queste non c’erano, si poneva una statuina<br />
o un quadro della Vergine sopra un<br />
tavolo o la classica “scaletta” della cantina,<br />
addobbate con le tovaglie migliori. Al<br />
tramonto, dopo aver preparato la cena<br />
per gli uomini che tornavano dai campi, le<br />
donne uscivano di casa portandosi la<br />
sedia per recitare il rosario davanti agli<br />
“altarini” e finivano poi con un canto alla<br />
Madonna. Durante tutto il mese le chiese<br />
erano frequentatissime dalle giovani<br />
ragazze, che mettevano il loro futuro nelle<br />
mani della Madonna.