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Campo de'fiori

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46<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Una Fabrica di ricordi<br />

storie e immagini di Fabrica di Roma<br />

Fabrichesi in pellegrinaggio al Santuario della Madonna Ad Rupes di Castel Sant’Elia<br />

Dopo le ultime scaramucce dell’inverno,<br />

pian piano il tempo si aggiusta e, giorno<br />

dopo giorno, arriva il dolce clima della<br />

bella stagione. Il vento tiepido e lieve,<br />

accarezza i prati ammantati di verde e di<br />

fiori, e lambisce gli alberi lussureggianti<br />

vestiti di foglie, ancora piccole e lucide. È<br />

tutta una esplosione di colori e di profumi,<br />

e le crisalidi che hanno sfidato l’inverno,<br />

regalano farfalle leggere. Il ricordo delle<br />

feste di Maggio mi riporta a quella dei<br />

lavoratori che veniva accompagnata dai<br />

discorsi, fatti per l’occasione dal palchetto<br />

addobbato, come tutta la piazza, con<br />

tante ginestre. La voce del comiziante<br />

veniva amplificata con le vecchie trombe<br />

Minelli, ma non arrivava a noi ragazzi che<br />

venivamo puntualmente esortati da qualche<br />

sbruffone più grande di età, a “ piantare<br />

maggio”. Noi non capivamo minimamente<br />

il significato malizioso di quelle<br />

parole e cercavamo, invece, di accaparrarci<br />

qualche pagnottella di quelle che<br />

venivano distribuite gratuitamente vicino<br />

al venditore di anguille.<br />

Questo si metteva di solito con il suo<br />

bigoncio di legno, vicino alla catena, in<br />

cima alle “scalette”, nello stesso posto<br />

dove il venerdì mattino veniva venduto il<br />

pesce. Incartava le anguille sotto aceto<br />

Fabrichesi in piazza dopo un comizio<br />

di Sandro Anselmi<br />

nella carta paglia che si ammollava tutta,<br />

ed i vecchi se ne andavano con il loro cartoccio<br />

sgocciolante e profumato a fare la<br />

tradizionale “bevuta” al Cunicello (più tardi<br />

all’ Ortale ), con il vino fornito dalle loro<br />

stesse cantine. Finivano poi con il gioco<br />

della morra, contenti di essersi riposati nel<br />

giorno della loro festa. Altra cosa era la<br />

devozione che il popolo portava alla<br />

Madonna nel mese di Maggio, onorandola<br />

con preghiere quotidiane davanti agli<br />

“Altarini”. Questi venivano allestiti in ogni<br />

rione usando spesso l’immagini sacre<br />

delle edicole già esistenti, inghirlandate<br />

con coroncine di “mortella” e fiori e, dove<br />

queste non c’erano, si poneva una statuina<br />

o un quadro della Vergine sopra un<br />

tavolo o la classica “scaletta” della cantina,<br />

addobbate con le tovaglie migliori. Al<br />

tramonto, dopo aver preparato la cena<br />

per gli uomini che tornavano dai campi, le<br />

donne uscivano di casa portandosi la<br />

sedia per recitare il rosario davanti agli<br />

“altarini” e finivano poi con un canto alla<br />

Madonna. Durante tutto il mese le chiese<br />

erano frequentatissime dalle giovani<br />

ragazze, che mettevano il loro futuro nelle<br />

mani della Madonna.

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