8 Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 silviamalatesta@libero.it Bar Alessandrini snc di Alessandrini B.e C. Via Vincenzo Ferretti, 86 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.518298 <strong>Campo</strong> de’ fiori Il personaggio misterioso Vi invitiamo ad indovinare il personaggio misterioso riprodotto nella foto sotto. I primi cinque che lo identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione, avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla Profumeria Paolo e Concetta:
<strong>Campo</strong> de’ fiori QUINTE ALLA RIBALTA di Massimo Santini Qualche settimana fa ero comodamente sprofondato in una poltrona di una delle tante sale cinematografiche di Roma; sullo schermo stavano scorrendo i titoli di testa di un atteso film di Carlo Verdone ed un coppia seduta alla mia sinistra parlottava, sommessa, preda di quella abituale frenesia che libera la nostra ansia di attesa dell’inizio del film: “Certo, quanta gente per fare un Film!”, disse la ragazza mentre si alternavano i nomi di scenografo e sceneggiatore, costumista ed arredatore: “Si ma che strazio, facevo in tempo a comprare i pop corn!” fu la risposta lapidaria del compagno mentre l’assistente alla regia scompariva dallo schermo. Ecco, spesso le idee nascono semplicemente, da episodi come questo! I commenti dei due giovani, infatti, mi avevano convinto che era necessario “rendere giustizia” a tutti coloro che operano dietro le quinte dello spettacolo e della vita, senza l’attività dei quali non ci sarebbero ribalte. Presentare alcuni di loro al grande pubblico dei lettori, dunque, significa almeno in parte rendere omaggio al loro lavoro. QUINTE ALLA RIBALTA, dunque e “Su il sipario!”. Incontrare Maria Bruni è un esperienza che non si dimentica! Professionalmente è come incontrare l’enciclopedia della musica, che lei usa per addolcire o sottolineare i fatti della vita con sottofondi sonori, filtrati da una straordinaria sensibilità musicale – personale e sempre in perfetto sincronismo con la natura dell’avvenimento; caratterialmente è esplosiva nella sua schiettezza e giovialità di persona adamantina e da consigliare come cura per i depressi, in quanto piena di “gioia di vivere” che esprime in sonore risate divenute un “cult” per i colleghi della RAI. Possiede, inoltre, un’ironia graffiante ed una naturale propensione a non perdonare interlocutori poco professionali, non esitando ad apostrofarli con epiteti poco lusinghieri (quando ce vò..ce vò..). Maria Bruni lavora a Roma nel “mitico” centro RAI di Saxa Rubra, edificato utilizzando un vecchio progetto redatto per un “carcere di massima sicurezza”; ed infatti venendomi incontro all’ingresso con il suo sorriso smagliante, mi apostrofa con un sonoro “ciao, benvenuto ad Alcatraz!”. Giornalisticamente si comincia bene! Giunti alla sua “cella – studio”, arredata con migliaia di CD, vecchi 33 e 45 giri, e colma di strumenti pieni di Led accesi, mi viene subito spontaneo chiederle che cosa ci fa una musicista come lei con due diplomi di conservatorio (pianoforte e percussioni), concertista, doppiatrice-cantante di films, specialista in colonne sonore e, sospetto, anche compositrice, in quella stanzetta di stile monastico anche se computerizzata. Maria sorride, lei se lo è già chiesto da tempo, ma il suo destino di musicista è mutato nel 1970, all’età di 25 anni, quando, più per curiosità Vivere in musica: MARIA BRUNI che per convinzione, “tentò” il colpaccio, vale a dire partecipò al concorso bandito dalla RAI per “assistente musicale” e lo vinse assieme ad altri due partecipanti su 180 concorrenti. Maria afferma, con modestia, che fu molto assistita dal cosiddetto “quoziente C…” ma io son convinto, leggendo tra le righe del suo colorito racconto, che la sua esperienza è stata simile al cinematografico “DENTONE” di Alberto Sordi (chi non lo ricorda!) dove il clientelismo si inchina per una volta, almeno al cinema, alla bravura. Voglio ora conoscere la tipologia del suo lavoro, dato che è lei a “rivestire” di musica il TG1 il TG2 e il TG3 e tutte le rubriche che fanno riferimento ai telegiornali che si svolge dalle ore 15 alle ore 23,30 tra un forsennato squillare del telefono e l’ascolto di musiche di repertorio. La “scaletta” inizia dal servizio giornalistico di cui Maria prende visione, quindi lei fa appello alla sua esperienza, formatasi dalla conoscenza personale di brani, o si affida all’ascolto di ore ed ore di musica per selezionare, alla fine, pochi minuti od addirittura pochi secondi, adatti a “sonorizzare” il servizio. A questo punto servizio giornalistico e sottofondo musicale vengono affidati al “montatore” che provvede a sincronizzare il tutto prima di mandarlo in onda. Faccio un calcolo mentale del suo numero dei TG e delle rubriche trasmesse durante il lasso di tempo che la riguarda e le chiedo in che modo fa fronte a tutte quelle richieste. “A parte alcuni periodi – mi risponde – in cui si può godere di pause come nei servizi gestiti con i ‘coccodrilli’, il segreto dell’efficienza si concentra nel rapporto di fiducia e conoscenza degli addetti ai lavori; vale a dire che ‘conosco i miei polli…’ ovvero, per esperienza di lavoro comune, sono al corrente delle esigenze e dei gusti dei singoli giornalisti e loro si affidano alla mia professionalità”. Faccio i debiti scongiuri ed un’altra domanda: “Maria hai mai composto della musica tua per i servizi?” . Maria salta quasi sulla sedia e scoppia a ridere sonoramente: “No, no per carità!” afferma con enfasi “possiamo usare solo musica di repertorio, a tal punto che se anche fischietti qualunque cosa che non lo è rischi il licenziamento in tronco”. Alla faccia della creatività personale! A questo punto dell’intervista è inevitabile un salto nel passato, ai dieci anni trascorsi alla radio in compagnia di grandi attori, Romolo Valli, Paolo Stoppa, Roberto Bertea; un lungo elenco di personaggi di grande spessore artistico e poi una lunga serie di concerti con l’orchestra della RAI culminati nella grande, indimenticabile, esibizione per l’inaugurazione del Centro Atomico dentro il massiccio del Gran Sasso: “alla fine ci sentiamo tutti pieni di ‘neutrini’”, ironizza Maria con un sospiro immersa nei ricordi di grandi spettacoli e di grandi professionisti. Maria Bruni Stiamo scivolando nel sentimentalismo molto vicino ad onde fluenti di retorica ed è qui, approfittando del momento rilassato, che sfodero la domanda, che per tutto il pomeriggio ho tenuto in serbo, aspettando il momento opportuno per scodellarla con semplicità: “Maria, personalmente, cosa ne pensi in generale, dell’evidente decadimento di qualità delle trasmissioni RAI e di professionalità dei suoi partecipanti?!” . Maria è troppo intelligente per cadere nella mia ingenua, anche se amichevole, trappola per ottenere dichiarazioni “forti” ; ma è anche una cara amica ed a modo suo mi accontenta raccontandomi due aneddoti a dir poco esilaranti e che qui riporto fedelmente: “Un giorno – racconta Maria - mi telefona un collega giornalista chiedendomi se ho un brano musicale intitolato LUSIN GAME (leggi lusingheim) ed io sono costretta, nonostante la mia esperienza a rispondere che, purtroppo non lo conosco; lui insiste che si tratta di un brano cantato da un napoletano del 1900, ed io incredula chiedo: ma stai forse parlando di Roberto Murolo? E lui di contro..si brava proprio quello! Ed allora mi è scappato: sei un idiota!!! Ed al suo come ti permetti…confermo l’epiteto aggiungendo che: non solo stai parlando di un interprete mondiale della canzone napoletana, che dovresti conoscere, ma non hai pensato che il titolo del brano si leggesse “napoletanamente” Lusingàme!” Abbiamo riso e pianto a lungo! Il secondo episodio raggiunge punte incredibili di cinismo: “Una sera, un altro collega mi telefona per avere un brano musicale da usare come sottofondo ad un servizio triste ed in parte macabro: il genocidio di bambini Curdi andato in onda qualche tempo fa. Io ritengo più adatto un silenzio rispettoso, ma a causa della sua insistenza gli ho trasmesso un adeguato brano lento nel suo incedere, soffice nei toni, rispettoso nell’atmosfera grave nelle immagini. Due giorni dopo il collega mi richiama chiedendo un altro brano; io chiedo se ha fatto un altro servizio sullo stesso argomento e la sua risposta mi lascia senza fiato: “no, Maria, il servizio è sempre lo stesso, ma tu mi hai dato una musica troppo triste…in fondo sono bambini………!!” Ai lettore l’ardua sentenza! A Maria, posso dire, GRAZIE SEI GRANDE! 9