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Diario dopo Caporetto

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6 gennaio 1918, domenica<br />

Niente d’interessante; dei colpi di cannone.<br />

Da due giorni i forni del paese sono in sciopero. Il magazzino municipale di<br />

viveri non ha più nulla. La nostra situazione è molto precaria.<br />

La municipalità è nelle mani dei musulmani che ho nominato.<br />

Mi hanno detto che gli alleati hanno occupato Fener, Alano e Quero e che<br />

la linea avanzata è 2 chilometri al di là di questo ultimo paese. Se la notizia<br />

è vera il nemico è sul punto di ritirarsi. Forse teme un’accerchiamento. Lo<br />

sapremo domani.<br />

7 gennaio 1918<br />

Questa notte le truppe della 47ª divisione sono venute ad Asolo. Questa<br />

mattina dunque, grande passaggio. I camion sono in movimento.<br />

La cooperativa distribuisce tabacco da Morizzon [?]; con la mediazione di un<br />

soldato ho avuto del tabacco da sigarette e delle cartine.<br />

I Diables bleux 71 che sono di leva fresca se ne vanno, sembra, sul fronte della<br />

Valsugana.<br />

Ho visto la cucina da campo ed i soldati accampati davanti al prevosto, presso<br />

la chiesa. Non è per oltraggio ma per ripararsi dal freddo giacché la cappella<br />

72 della chiesa li ripara dal freddo, che è intenso.<br />

Un’ufficiale francese mi ha detto che si trovano abbastanza bene in Italia,<br />

giacché sul fronte francese fa un freddo eccezionale. La nostra trattoria<br />

è presa d’assalto. Veniamo a sapere che i soldati, un quarto d’ora prima di<br />

lasciare le trincee, bevono del cognac.<br />

Questa mattina la direzione dell’ambulanza 210 è partita, sostituta con<br />

un’altra francese.<br />

Ho avuto l’occasione di parlare con due Chasseurs alpins che avevano<br />

partecipato all’assalto del Monte Tomba. Tipi giovani, [……], pieni di energia<br />

e di cameratismo. Offrono sigarette a destra e sinistra. Uno di questi, un sarto,<br />

paga del vino al suo collega di Asolo, Nano. In questo piccolo angolo sono<br />

rappresentate 4 nazioni: soldati francesi, inglesi, italiani, ed io armeno. Gli<br />

alpini che hanno preso parte dell’assalto erano del 115°, 30° e 70°. Durante<br />

l’assalto i poilus fanno 150 passi al minuto, così l’artiglieria regola il suo fuoco<br />

per aprire loro la strada. Se la prima ondata, vista la resistenza del nemico, non<br />

può avanzare dà il segnale che non può; allora un fuoco intenso di artiglieria<br />

71 “Diavoli blu”. Reparti speciali d’assalto francesi.<br />

72 Del Santissimo. «porte lanterne» nel manoscritto.<br />

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