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Raccolta dei proverbi Toscani, 1871 - Proverbi Italiani - Crusca

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Non s’ha se non quello che si gode.<br />

Palla in bocca e fiasca in mano.<br />

Para via malinconia, quel ch’ha da essere convien che sia.<br />

Pazzo è colui, che strazia sè per dar sollazzo altrui.<br />

Pensiero non pagò mai debito — o<br />

Malinconia non paga debito — e<br />

Un carro di fastidi non paga un quattrin di debito.<br />

Scrupoli e malinconia, lontan da casa mia.<br />

Va’ in piazza, vedi e odi; torna a casa, bevi e godi.<br />

—<br />

Ambizione, Signoria, Corti.<br />

Alla corte del Re ognun faccia per sè.<br />

Chi a molti dà terrore, di molti abbia timore.<br />

Multos timere debet, quem multi timent (PUBLIO SIRO); — e<br />

Chi fa temere ogni uomo, teme ogni cosa.<br />

Chi bene e mal non può soffrire, a grande onor non può venire — e<br />

Chi attende a vendicare ogni sua onta, o cade d’alto stato o non vi monta.<br />

Il procedere dell’ambizioso vuole pazienza: è un farsi strada tra una folla d’accorrenti, e qualche botta<br />

pure si tocca; conviene beccarsela in santa pace e tirar via.<br />

Chi è in alto, non pensa mai al cadere.<br />

Pare così all’invidia che guarda dal sotto in su; e chi è in alto mostra la faccia sicura, ma in quel<br />

mentre co’ piedi tasta se il terreno è sodo.<br />

Chi è più alto, è il bersaglio di tutti — e<br />

La saetta non cade in luoghi bassi.<br />

Anche in Orazio: feriuntque summos Fulmina montes.<br />

Chi è vicino alla pignatta, mangia la minestra calda.<br />

Chi ha prete o parente in corte, fontana gli risurge.<br />

Dimostra che si sale di continuo a guadagno. (SERD.)<br />

Chi in corte è destinato, se non muor santo, muor disperato — e<br />

Chi vive in corte, muore in paglia — e<br />

Chi serve in corte, muore allo spedale — e<br />

Corte e morte, e morte e corte, fu tutt’uno.<br />

Chi servo si fa, servi aspetta.<br />

Cuncta serviliter pro dominatione. (TACITO.) «Il me plaist de veoir combien il y a de lascheté et de<br />

pusillanimité en l’ambition; par combien d’abjection et de servitude il luy fault arriver à son but.»<br />

(MONTAIGNE.) Oh, quanti per giungere a comandare hanno piegato il groppone! e non è meraviglia se ci<br />

arrivano curvi, e se l’abitudine di curvarsi gli rende inabili a far cosa diritta.<br />

Chi signoreggia, brameggia.<br />

Non gli basta essere locato in alto: più in su, più in su; e poi? Ma<br />

Chi comincia andare un po’ in su non vorrebbe finirla più.<br />

Chi tropp’alto monta, con dolor dismonta — e<br />

Chi troppo sale dà maggior percossa — e<br />

Chi monta più alto ch’e’ non deve, cade più basso ch’e’ non crede — e<br />

Chi troppo in alto sal, cade repente<br />

Precipitevolissimevolmente.<br />

È meglio viver piccolo che morir grande.<br />

Fumo, fiore e corte, è tutt’uno.<br />

I cortigiani hanno solate le scarpe di buccie di cocomero.<br />

Sulla buccia del cocomero si sdrucciola facile.<br />

I favori delle corti sono come sereni d’inverno e nuvoli di state.<br />

Durano poco.<br />

I gran personaggi o non hanno figliuoli o non son saggi.<br />

Il campanile non migliora la cornacchia.<br />

Il luogo e il grado non muta la qualità del possessore.

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