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pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana

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1.1 L’ictus: <strong>di</strong>mensioni del fenomeno e qualità delle cure<br />

L’ictus viene definito come ‘Un'improvvisa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione neurologica, senza<br />

convulsioni, dovuta a un evento vascolare ischemico o emorragico intracranico. In<br />

generale, gli ictus sono classificati secondo la sede anatomica cerebrale interessata, la<br />

<strong>di</strong>stribuzione vascolare, l'eziologia, l'età del paziente e la natura emorragica o non<br />

emorragica’ (1). Si tratta <strong>di</strong> una patologia ad elevato impatto sanitario e sociale, che<br />

colpisce soprattutto gli anziani e comporta un elevato rischio <strong>di</strong> morte e <strong>di</strong>sabilità.<br />

Attualmente l’ictus rappresenta nei Paesi occidentali la terza causa <strong>di</strong> morte dopo le<br />

malattie car<strong>di</strong>o-vascolari e le neoplasie e, a livello mon<strong>di</strong>ale, rappresenta la principale<br />

causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità nell’adulto (1,2).<br />

L’incidenza attesa in Italia, in base ai principali stu<strong>di</strong> epidemiologici <strong>di</strong>sponibili, oscilla<br />

tra 2,15 e 2,54 per 1.000 abitanti/anno. Tuttavia i dati <strong>di</strong> incidenza variano tra i <strong>di</strong>versi<br />

stu<strong>di</strong>, in relazione ai criteri <strong>di</strong> inclusione ed esclusione usati per la definizione dei casi e<br />

al tipo <strong>di</strong> fonte informativa utilizzata (flussi correnti o rilevazione dati ad hoc). Ogni anno<br />

in Italia si verificano circa 186.000 episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> ictus, l’80% dei quali è rappresentato da<br />

nuovi episo<strong>di</strong> e il 20% da reci<strong>di</strong>ve (3).<br />

L’80% dei casi <strong>di</strong> ictus è <strong>di</strong> natura ischemica; una proporzione pari al 15-20% <strong>di</strong> pazienti<br />

muore entro i primi 30 giorni (la percentuale è più bassa per gli ictus ischemici) e il 20-<br />

30% muore entro 3 mesi; chi sopravvive è destinato alla <strong>di</strong>pendenza per <strong>di</strong>sabilità nel<br />

40-50% dei casi (1).<br />

Nonostante la superiorità <strong>di</strong> un’assistenza de<strong>di</strong>cata (stroke care) nel migliorare la<br />

prognosi <strong>di</strong> questa malattia fosse stata segnalata già negli anni ’50, solo recentemente,<br />

sulla base <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> controllati e <strong>di</strong> una revisione Cochrane, è stata <strong>di</strong>mostrata in modo<br />

convincente l’efficacia <strong>di</strong> un trattamento specifico e mirato, rispetto al trattamento<br />

tra<strong>di</strong>zionale generalmente offerto in reparti <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Geriatria, nel migliorare gli esiti<br />

<strong>di</strong> questa malattia, in termini <strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> mortalità e <strong>di</strong>sabilità.<br />

La stroke care si basa sostanzialmente su pochi no<strong>di</strong> essenziali:<br />

a) riconoscimento dell’ictus come emergenza me<strong>di</strong>ca e accesso tempestivo<br />

all’ospedale;<br />

b) assistenza in fase acuta da parte <strong>di</strong> centri de<strong>di</strong>cati (strutture e personale), provvisti<br />

<strong>di</strong> requisiti essenziali strutturali e organizzativi;<br />

c) organizzazione integrata (multi-professionale) dei servizi;<br />

d) riabilitazione precoce.<br />

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