pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
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Laddove il numero dei casi tenda a superare i 40, generalmente alle interviste in<br />
profon<strong>di</strong>tà sono preferite quelle semi-strutturate, utilizzate in un terzo circa degli stu<strong>di</strong><br />
(raramente in concorso con altre tecniche) con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 60 soggetti per indagine.<br />
Infine, altre tecniche qualitative (come ad esempio l’osservazione partecipante) sono<br />
state utilizzate in modo marginale.<br />
Dall’esame dei <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> emergono alcuni limiti, come già peraltro rilevato da<br />
precedenti review pubblicate (66,67).<br />
Il primo evidente limite riguarda la forte localizzazione degli stu<strong>di</strong>, che si concentrano<br />
prevalentemente in area britannica e quin<strong>di</strong> producono un apporto conoscitivo<br />
sicuramente importante, ma contestualizzato a quel modello <strong>di</strong> assistenza sociosanitaria;<br />
i processi descritti all'interno <strong>di</strong> questo setting possono quin<strong>di</strong> non trovare<br />
riscontro nelle esperienze <strong>di</strong> pazienti o caregiver vissute altrove.<br />
Un altro limite, soprattutto per quanto riguarda la possibilità <strong>di</strong> generalizzazione dei<br />
risultati, può essere legato alla scarsa numerosità dei campioni indagati (che a volte<br />
non supera i 20 soggetti). Inoltre, l'aver privilegiato come fonte informativa i pazienti<br />
stessi può essere in alcuni casi fonte <strong>di</strong> bias <strong>di</strong> selezione, poiché le con<strong>di</strong>zioni cliniche <strong>di</strong><br />
chi ha subito un ictus, specialmente nel periodo più vicino all'evento acuto, possono<br />
essere tali da non consentire all'in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> ricordare o comunicare facilmente la<br />
propria esperienza.<br />
Ancora, le ricerche che hanno coinvolto il maggior numero <strong>di</strong> soggetti hanno<br />
tendenzialmente privilegiato la tecnica dell’intervista semi-strutturata, che rispetto<br />
all'intervista in profon<strong>di</strong>tà limita le possibilità per gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> comunicare in modo<br />
libero la propria esperienza, per assecondare invece argomentazioni in<strong>di</strong>cate in modo<br />
pre-definito dal team <strong>di</strong> ricerca: questa tecnica più <strong>di</strong>fficilmente permette l'emergere <strong>di</strong><br />
tematiche non inizialmente previste.<br />
Infine, sebbene in <strong>di</strong>versi casi l'esperienza <strong>di</strong> pazienti e caregiver sia stata indagata in<br />
un arco temporale superiore ai 6 mesi dall'evento acuto, tra i lavori selezionati non<br />
risulta alcuna ricerca che prenda in considerazione l’intero percorso <strong>della</strong> stroke care<br />
dal momento dell’evento acuto fino al <strong>di</strong>panarsi del percorso <strong>di</strong> riabilitazione verso la<br />
stabilizzazione delle con<strong>di</strong>zioni cliniche e funzionali. I percorsi su cui tendono a<br />
concentrarsi le indagini citate sono tendenzialmente quelli relativi alla <strong>di</strong>missione del<br />
paziente verso la riabilitazione a domicilio o in struttura, o quelli che caratterizzano<br />
l’evolversi delle attività <strong>di</strong> caregiving e nursing nelle fasi <strong>della</strong> riabilitazione.<br />
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