pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
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<strong>di</strong>mensioni (ad es. multi-centrici) o comunque in<strong>di</strong>rizzati a popolazioni<br />
geograficamente omogenee <strong>di</strong> pazienti, assumono come punto <strong>di</strong> vista prevalente o<br />
unico quello del sistema sanitario (e dei suoi sistemi informativi) e degli operatori<br />
che assistono i pazienti con ictus;<br />
• il punto <strong>di</strong> vista dei pazienti è indagato da stu<strong>di</strong>, condotti con meto<strong>di</strong> quantitativi o<br />
qualitativi, prevalentemente volti alla valutazione <strong>della</strong> qualità <strong>di</strong> vita o <strong>di</strong> altre<br />
<strong>di</strong>mensioni soggettive dell’esperienza <strong>di</strong> malattia: si tratta per lo più <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> riferiti a<br />
casistiche selezionate e <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni limitate, con reclutamento a partire<br />
dall’accesso a strutture sanitarie <strong>di</strong> degenza per acuti o <strong>di</strong> riabilitazione;<br />
• le indagini condotte nel Regno Unito, in particolare dal Picker Institute ma anche dal<br />
National Au<strong>di</strong>t Office, sono le uniche, a conoscenza degli autori, tra le esperienze<br />
pubblicate in lingua inglese, a indagare il punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> pazienti e<br />
famiglie in una prospettiva <strong>di</strong> popolazione, sia pure attraverso la selezione <strong>di</strong><br />
campioni rappresentativi.<br />
Esiste dunque un’esigenza <strong>di</strong> ricerca non ancora sufficientemente sod<strong>di</strong>sfatta, in<br />
particolare in Italia, che consiste nella raccolta del punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> pazienti e famiglie a<br />
partire dalla ‘vita reale’, cioè da casistiche non selezionate (unselected). Le motivazioni<br />
<strong>di</strong> tale esigenza si basano su 2 considerazioni principali:<br />
- se il percorso assistenziale dei pazienti con ictus in fase acuta è generalmente bene<br />
indagabile attraverso strumenti <strong>di</strong> osservazione e rilevazione (prospettici, come ad<br />
es. schede ad hoc, o retrospettivi, come ad es. la documentazione sanitaria)<br />
applicabili in un setting definito e facilmente accessibile come l’ospedale, ciò che<br />
accade dopo la <strong>di</strong>missione è molto meno co<strong>di</strong>ficato e osservabile, sia per la<br />
variabilità spesso notevole dei percorsi in<strong>di</strong>viduali, sia per la mancanza o per la<br />
<strong>di</strong>somogeneità territoriale <strong>di</strong> fonti informative <strong>di</strong> buona qualità e completezza;<br />
- nei pazienti con esiti in <strong>di</strong>sabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso grado la frequente sovrapposizione <strong>di</strong><br />
problemi <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> problemi sociali rende l’esperienza <strong>di</strong> malattia in fase postospedaliera,<br />
fino ad almeno 1 anno dalla <strong>di</strong>missione, una realtà <strong>di</strong>fficile da<br />
descrivere con strumenti oggettivi, mentre ‘la voce <strong>di</strong>retta’ <strong>di</strong> chi ha subito il danno e<br />
<strong>di</strong> chi presta il proprio aiuto nel superare le conseguenti <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> reinserimento<br />
familiare e sociale, <strong>di</strong>venta particolarmente importante per comprendere i percorsi e<br />
capire i problemi, identificando opportunità <strong>di</strong> miglioramento fattibili e realistiche.<br />
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