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qui - Istituto del Nastro Azzurro

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OTTOBRE 2010<br />

16 Sab<br />

17 Dom<br />

18 Lun<br />

19 Mar<br />

20 Merc<br />

21 Giov<br />

22 Ven<br />

23 Sab<br />

24 Dom<br />

25 Lun<br />

26 Mar<br />

27 Merc<br />

28 Giov<br />

29 Ven<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Il periodo susseguente alla rivoluzione culturale <strong>del</strong> sessantotto sfocia negli anni di piombo. Tutti<br />

i valori di riferimento <strong>del</strong>la società vanno in crisi e vengono duramente contestati, senza che chi lo<br />

fa sia in grado di proporne di nuovi. Anche il concetto di Valor Militare viene contestato e forse<br />

ancora più duramente di altri proprio perché attiene al mondo militare considerato “negativo” per<br />

il solo fatto che esso esiste in quanto esistono le guerre. Contrastare tale situazione è davvero difficile,<br />

ma il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> si impegna con varie iniziative. Tra le altre, raduni di ex combattenti<br />

decorati al Valor Militare, erezione di monumenti ai Caduti, visite ai Campi di Battaglia, organizzate<br />

soprattutto a favore di studenti, intitolazione di edifici scolastici ed aule scolastiche al nome<br />

di decorati al Valor Militare Caduti, offerte di Bandiere Nazionali alle scuole e ad altri enti, conferenze<br />

e proiezioni di film patriottici e numerose altre iniziative per ricordare fatti d’arme ed avvenimenti in cui rifulse particolarmente<br />

il Valore <strong>del</strong> Soldato Italiano.<br />

Festa dei Paracadutisti e <strong>del</strong>le aviotruppe<br />

s. Giovanni da Capestrano, patrono dei<br />

Cappellani Militari<br />

30 Sab - Festa <strong>del</strong>l’arma di cavalleria<br />

31 Dom<br />

STRALCIO DEL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DI<br />

ROMA NEL CINQUANTENARIO DELLA FONDAZIONE<br />

… E non va dimenticato l’ambiente nel quale essi (I Presidenti e i Consigli Direttivi - ndr) sono costretti a muoversi, quale<br />

il contemporaneo (ma non solo in Italia) sempre più immemore, quando non agnostico ed ignaro, cinico e scettico, se non<br />

addirittura ostile e spregiatore dei supremi valori <strong>del</strong>lo spirito e di ideali di dignità umana e di Patria: Patria, nome augusto<br />

ora contestato e persino irriso come “anacronistico”, quando la stessa Unione Sovietica e la Cina di Mao proclamano ed<br />

impongono il dovere e l’onore di servire in pace e in guerra la Patria, da esse riconosciuta e riconfermata nel nome e nel culto<br />

che le è dovuto.<br />

Da noi, in tempo di obiezioni di coscienza ormai legalizzata, Dio sa con quanta aderenza al dettato <strong>del</strong>la Costituzione che<br />

tuttora afferma “sacro dovere <strong>del</strong> cittadino servire in armi la Patria”, e in tempo di auspicate proposte di eserciti volontari,<br />

può sembrare inopportuno solennizzare un sodalizio che, al pari <strong>del</strong>le altre associazioni combattentistiche, dalle guerre è<br />

nato. Ma noi, rievocando ed onorando il valore e l’eroismo <strong>del</strong>le nostre guerre, vinte o perdute com’è nella storia di tutti gli<br />

eserciti <strong>del</strong> mondo, e che ovviamente hanno originato i sodalizi di reduci, non intendiamo affatto esaltare la guerra per la<br />

guerra. Ma vediamo che non è possibile negligere l’insegnamento romano “si vis pacem para bellum”, perché, pur deprecando<br />

il fatto guerra come chiunque, come noi, ne ha personalmente conosciuto e sofferto gli orrori, le distruzioni, gli sconvolgimenti<br />

ed anzi condannandone le cause e gli obiettivi quando sono di aggressione e di oppressione, non possiamo e non<br />

dobbiamo fare a meno di considerare la eventualità di vedere il patrio suolo minacciato e invaso, e di dovere essere perciò<br />

chiamati e preparati a difendere i nostri lari e i nostri cari e le nostre non ingloriose tradizioni.<br />

Questo non è militarismo ne retorica guerrafondaia, ma è ineluttabile necessità e sacrosanto dovere; onde la indispensabilità<br />

di, disporre, per ogni dannata evenienza, di forze bene armate e comandate. E che altro è stata la stessa Resistenza, se non<br />

un ricorso e un ritorno, dopo l’infausto “otto settembre”, ad una guerra, una guerra di cittadini, sia in regolari formazioni<br />

militari volontariamente ricostituite, sia in libere schiere di patrioti combattenti, contro un invasore il cui tallone calpestava<br />

ancora le nostre belle contrade?<br />

Uniamoci dunque tutti, italiani, quali che siano le nostre individuali ideologie politiche liberamente e lealmente professate, in<br />

un grande consorzio di fratelli perché figli <strong>del</strong>la stessa Madre, affinché, dispersa finalmente la spirale <strong>del</strong>l’odio e abbandonata<br />

ogni violenza, sia possibile annunziare, come nei sacri testi “justjtia et pax osculatae sunt”, la giustizia e la pace si sono<br />

baciate. E così sgominate le fazioni, antico malanno <strong>del</strong>le italiche genti, torni pace in questa cara Italia turbata e turbolenta.<br />

E l’auspicio <strong>del</strong> nostro <strong>Istituto</strong>, pur nato dalla guerra, sia Pace con Giustizia. …<br />

Roma, 15 Gennaio 1974<br />

OTTOBRE 2010<br />

1Ven - festa dei Carristi<br />

2 Sab<br />

3Dom<br />

4Lun - s. francesco d’assisi, patrono d’italia<br />

5 Mar<br />

6 Merc<br />

7Giov<br />

8 Ven<br />

9 Sab<br />

10 Dom<br />

11 L un<br />

12 Mar<br />

13 Merc<br />

14 Giov<br />

15 Ven<br />

Festa <strong>del</strong> Corpo Tecnico<br />

<strong>del</strong>l’Esercito<br />

GLI ANNI DI PIOMBO<br />

festa degli alpini<br />

188° anniversario <strong>del</strong> corpo<br />

forestale <strong>del</strong>lo stato<br />

Il 12 dicembre 1969, con la strage alla Banca <strong>del</strong>l’Agricoltura a Milano - uno dei tanti misteri<br />

d’Italia mai risolti - ebbero inizio quegli «anni di Piombo» che avrebbero raggiunto il loro apice<br />

con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro nel 1978. Tra queste due date l’Italia conobbe soltanto<br />

intimidazioni, agguati, bombe, scandali devastanti, ipocrisia intellettuale, uccisioni, la nascita<br />

<strong>del</strong>le brigate rosse e <strong>del</strong> partito armato, lo stragismo, il terrorismo... Il Paese riuscì tuttavia a<br />

sconfiggere la lotta armata e ad avviare un processo di rinnovamento con l’elezione di Sandro<br />

Pertini alla presidenza <strong>del</strong>la Repubblica (1978) e la formazione (1981) <strong>del</strong> Governo Spadolini,<br />

primo presidente <strong>del</strong> Consiglio non democristiano. Ma il «grande gioco» lo condusse Bettino<br />

Craxi: eletto segretario <strong>del</strong> PSI nel luglio <strong>del</strong> 1976, riuscì a vanificare il «compromesso storico»<br />

tra DC e PCI, a rendere il suo partito ago <strong>del</strong>la bilancia <strong>del</strong>la vita politica, a essere nominato<br />

presidente <strong>del</strong> Consiglio il 4 agosto 1983 e a mantenere questa carica fino al 3 marzo 1987.<br />

Spregiudicato, politico di razza, capace di vincere un referendum che aboliva la scala mobile,<br />

Craxi fu statista di spessore, ma non seppe o non volle vedere la corruzione che dilagava attorno a lui e che lo travolse.<br />

ARMANDO DE SANTIS<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione prov.le di Roma<br />

Dell’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>

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