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qui - Istituto del Nastro Azzurro

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AGOSTO 2010<br />

16 Lun<br />

17 Mar<br />

18 Merc<br />

19 Giov<br />

20 Ven<br />

21 Sab<br />

22 Dom<br />

23 Lun<br />

24 Mar<br />

25 Merc<br />

26 Giov<br />

27 Ven<br />

28 Sab<br />

29 Dom<br />

30 Lun<br />

31 Mar<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Negli anni cinquanta l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> conobbe una nuova vita anche grazie all’apporto di<br />

numerosissimi soci Decorati al Valor Militare nel recente conflitto mondiale. La fine, a livello nazionale,<br />

<strong>del</strong> periodo di “epurazione” per quei militari che avevano aderito alla Repubblica Sociale, non smosse<br />

l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> dalla sua posizione “legalitaria” che vedeva nel “Regno <strong>del</strong> Sud” il legittimo<br />

riferimento per i militari sorpresi dall’8 settembre, che avrebbero tutti dovuto trovare nel<br />

“Giuramento prestato alla Corona” la bussola per orientarsi nel modo giusto in quella difficile situazione.<br />

In pratica, le Decorazioni al Valor Militare attribuite ai militari che avevano servito sotto la bandiera<br />

<strong>del</strong> nord non vennero riconosciute dallo Stato, tantomeno dal <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>.<br />

AGOSTO 2010<br />

1Dom<br />

2 Lun<br />

3 Mar<br />

4Merc<br />

5Giov<br />

6Ven<br />

7Sab<br />

8Dom<br />

9 Lun<br />

10 Mar<br />

11 M erc<br />

12 Giov<br />

13 Ven<br />

14 Sab<br />

15 Dom - Assunzione di Maria Vergine<br />

IL MIRACOLO ECONOMICO<br />

s. lorenzo, patrono <strong>del</strong> corpo<br />

amministrazione <strong>del</strong>l’esercito<br />

Il «miracolo economico» venne dopo la morte di Alcide De Gasperi, nel ‘54, ma ebbe le<br />

sue premesse nel periodo immediatamente successivo alla proclamazione <strong>del</strong>la<br />

Repubblica, periodo che vide il definitivo inserimento <strong>del</strong>l’Italia nella famiglia <strong>del</strong>le democrazie<br />

occidentali, e non solo come vincolo di politica estera col Patto Atlantico e la<br />

Comunità europea, ma anche come accettazione <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong>l’economia capitalistica<br />

occidentale. Se non ci fossero state, grazie soprattutto a De Gasperi, queste decisive scelte<br />

contro le resistenze sia <strong>del</strong>la sinistra comunista che si batté all’ultimo sangue contro di<br />

esse al servizio <strong>del</strong>l’URSS, sia <strong>del</strong>la destra nazionalista, nostalgica e rancorosa verso gli ex<br />

nemici, nessun miracolo sarebbe stato possibile. De Gasperi non fece in tempo a vederlo.<br />

Ma ce lo lasciò in eredità.<br />

In questi anni il Paese subisce infatti un’autentica rivoluzione con l’apertura <strong>del</strong>le sue<br />

frontiere, l’accettazione <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong> mercato internazionale e le tumultuose migrazioni interne dalla campagna<br />

alla città e dal Sud al Nord. Le Premesse di tutto questo erano state poste da De Gasperi e dalla sua «squadra»:<br />

Einaudi, Sforza, La Malfa, Merzagora, Menichella con le misure di liberalizzazione avversate sia dai comunisti<br />

che dalla parte più retriva <strong>del</strong>l’imprenditoria nazionale, avvezza da sempre ai pannicelli caldi <strong>del</strong>l’autarchia. Ma,<br />

scomparso De Gasperi, tutto questo prese a svolgersi al di fuori di una classe politica sempre più chiusa nella sua<br />

citta<strong>del</strong>la, e sempre più estranea al Paese. La vita italiana si sviluppava - sia pure nel più totale disordine e con<br />

drammatici scompensi - nel campo economico, sociale, culturale eccetera, quella politica si sclerotizzava riducendosi<br />

a un giuoco di potere fra partiti, «correnti» e clan e dando inizio a quel <strong>del</strong>eterio fenomeno che poi sarà denominato<br />

«partitocrazia».

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