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qui - Istituto del Nastro Azzurro

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IL NASTRO AZZURRO<br />

La gran massa degli iscritti nei primi<br />

dodici anni di vita <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> fu costituita<br />

unicamente da reduci <strong>del</strong>la prima<br />

guerra mondiale, molti dei quali anziani<br />

ufficiali di grado elevato.<br />

Dopo il <strong>del</strong>itto Matteotti le cose cominciarono<br />

a cambiare e coloro che avevano<br />

costituito il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> (tra cui la<br />

M.O. Ettore Viola, già Presidente dei<br />

Combattenti) si trovarono in difficoltà. Il Congresso di Sassari<br />

(marzo - aprile 1925) fu chiamato 2° Congresso <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>. In<br />

realtà esso fu il primo vero Congresso perché quello <strong>del</strong> novembre<br />

1923 fu soltanto la riunione ufficiale <strong>del</strong> Consiglio Nazionale e<br />

dei pochi soci fondatori. AI Congresso di Sassari l’<strong>Istituto</strong> cadde<br />

sotto il controllo dei fascisti; la M.O. Ettore Viola, già sostituito<br />

anche quale Presidente <strong>del</strong>l’Associazione Combattenti, non poté<br />

neppure parlare.<br />

FEBBRAIO 2010<br />

16 Mar<br />

17 Merc<br />

18 Giov<br />

19 Ven<br />

20 Sab<br />

21 Dom<br />

22 Lun<br />

23 Mar<br />

24 Merc<br />

25 Giov<br />

26 Ven<br />

27 Sab<br />

28 Dom<br />

FEBBRAIO 2010<br />

1Lun<br />

2Mar<br />

3Merc<br />

4Giov<br />

5 Ven<br />

6 Sab<br />

7Dom<br />

8Lun<br />

9Mar<br />

10 Merc<br />

11 G iov<br />

12 Ven<br />

13 Sab<br />

14 Dom<br />

15 Lun<br />

L’ESTROMISSIONE DI ETTORE VIOLA DA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE COMBATTENTI<br />

Il congresso <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale Combattenti, tenutosi ad Assisi <strong>del</strong> 1924 si era aperto il 27 luglio, poco tempo<br />

dopo le conseguenze terribili <strong>del</strong> <strong>del</strong>itto Matteotti.<br />

La sera <strong>del</strong> successivo 30 luglio, giornata di fuoco durante la quale si erano susseguiti importanti interventi ma anche<br />

vivaci discussioni e qualche polemica, l’On. Viola pregò il Presidente Savelli di voler mettere in votazione<br />

l’ordine <strong>del</strong> giorno, che da allora fu detto di Assisi, che suona così:<br />

“Il Consiglio Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Combattenti, unito in Congresso in Assisi, giudica che l’esperienza<br />

politica ha dimostrato come l’indipendenza <strong>del</strong>l’Associazione, base imprescindibile <strong>del</strong>la sua esistenza<br />

e <strong>del</strong>la sua autorità morale, non possa seriamente attuarsi se non attraverso la più piena ed effettiva<br />

autonomia di azione. Ritiene che al di sopra <strong>del</strong>le fazioni in lotta sia oggi urgente ristabilire nella<br />

sua piena ed assoluta efficienza l’imperio <strong>del</strong>la legge, base e condizione elementare <strong>del</strong> libero svolgersi<br />

<strong>del</strong>la vita di un popolo, e, mentre ammonisce che non si debbono riabilitare i partiti che disconobbero<br />

e svalutarono la vittoria, né acconsentire in alcun modo il ritorno al periodo di vergogna <strong>del</strong>l’immediato<br />

dopoguerra, dichiara al combattente che regge le sorti <strong>del</strong>la Nazione che i suoi commilitoni sorreggeranno la sua opera in quanto<br />

essa, ispirandosi ai concetti ideali scaturiti da Vittorio Veneto e riconsacrati dallo spirito che lo condusse al potere, sia effettivamente<br />

rivolta al fine di assicurare all’Italia un’alta concordia civile sulla base <strong>del</strong>l’assoluta condanna degli illegalismi superstiti, <strong>del</strong>la<br />

sovranità esclusiva <strong>del</strong>lo Stato secondo lo spirito e la tradizione <strong>del</strong> nostro Risorgimento, nella elevazione <strong>del</strong>le forze <strong>del</strong> lavoro, nel<br />

rinato amore <strong>del</strong>la Patria”.<br />

Il laborioso documento ricevette 311.240 voti favorevoli e soltanto 3.520 contrari.<br />

In un primo tempo sembrò che Mussolini accettasse l’ordine <strong>del</strong> giorno, ma cambiò idea allorché si accorse che i giornali <strong>del</strong>l’opposizione<br />

avevano considerato il documento come di netta opposizione; per cui, illudendosi di poter ancora parare il colpo, convocò<br />

per direttissima, a Palazzo Venezia, il Consiglio Nazionale Fascista; ma praticamente convocò a “redde rationem” l’On. Viola. Nella<br />

seduta <strong>del</strong> 2 agosto 1924, con un rabbioso coacervo di critiche ed accuse al suo indirizzo. Ci fu tuttavia una pausa concertata “ad<br />

hoc”. Infatti Giunta, allora Segretario <strong>del</strong> Partito; Corradini, capo dei nazionalisti, e Arnaldo Mussolini, dopo aver confabulato tra<br />

loro, si avvicinarono cautamente al “colpevole” per fargli questo discorso: “Se attenui il significato antifascista <strong>del</strong>l’ordine <strong>del</strong> giorno,<br />

Mussolini ti premierà nominandoti Sottosegretario al Ministero <strong>del</strong>la Guerra”.<br />

La risposta <strong>del</strong> “reprobo”, data in piena Assemblea, fu questa:<br />

“Ho l’onore di dichiarare che presentando l’ordine <strong>del</strong> giorno al Congresso Nazionale di Assisi ho ritenuto - come tuttora ritengo -<br />

di aver servito il mio Paese. Detto ordine <strong>del</strong> giorno chiaro, preciso, conciso, non ha bisogno di spiegazioni”.<br />

Mussolini si alzò di scatto e, con il viso sconvolto, disse: “L’Assemblea ha sentito le dichiarazioni <strong>del</strong>l’On. Viola. Non è il caso di<br />

aprire una discussione su queste dichiarazioni, ma io tengo a fare alcune osservazioni e a dire molto esplicitamente che l’ordine <strong>del</strong><br />

giorno di Assisi non mi piace. Per il prossimo giovedì o venerdì Viola mi ha annunciato una visita <strong>del</strong> Consiglio Centrale dei<br />

Combattenti. Avremo una discussione che sarà molto precisa. È bene non mistificarsi a vicenda”.<br />

Il Duce, poi insistette nel rivendicare la sua azione normalizzatrice <strong>del</strong>la vita sociale italiana a fianco dei Combattenti.<br />

Alcuni giorni dopo, come previsto, l’intero Comitato Centrale <strong>del</strong>l’Associazione si presentò nell’ufficio <strong>del</strong> Duce, a Palazzo Chigi,<br />

ma Mussolini non ottenne nulla.<br />

Dopo l’episodio di Assisi, scopo primordiale di Mussolini e di Farinacci, fu quello di svalutare, o minare, il prestigio <strong>del</strong>l’Associazione<br />

e dei suoi dirigenti per poi sciogliere il Comitato Centrale ed affidare l’Associazione a più sicuri servitori.<br />

“Il Tevere” di Roma e “Il Giornale di Cremona” diretto da Farinacci, fecero a gara a tentare di infangare l’onorabilità <strong>del</strong>l’On. Viola. La<br />

questione era talmente evidente che il Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare e l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, benché già praticamente<br />

nell’orbita fascista, trasmisero alla stampa un ordine <strong>del</strong> giorno di viva deplorazione per la campagna diffamatoria che “Il<br />

Tevere” di Roma conduceva contro il Presidente <strong>del</strong>l’Associazione Combattenti, On. Viola.<br />

Con un decreto presidenziale si nominavano i triumviri Rossi, Russo, Sansanelli alla temporanea gestione <strong>del</strong>l’Associazione in sostituzione<br />

dei sospesi organi centrali amministrativi. Ci rimasero invece venti anni.<br />

Lo scioglimento <strong>del</strong> Comitato Centrale <strong>del</strong>l’Associazione diede luogo a imponenti manifestazioni di protesta da parte <strong>del</strong>la cittadinanza,<br />

e l’8 marzo, cioè quattro giorni dopo, si riunì in Roma il Consiglio Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

“I convenuti dichiararono” il loro entusiastico plauso ad Ettore Viola incontaminabile insegna di fulgido eroismo e di purissima fraternità,<br />

e deplorano che la erezione <strong>del</strong>l’Associazione, in Ente Morale, vantata come generosissimo beneficio, sia servita soltanto per<br />

proibire quella manifestazione <strong>del</strong>la volontà degli associati, che le leggi fondamentali <strong>del</strong> Regno garantiscono a tutti i cittadini.<br />

Dopo, con il nome di Associazione Nazionale Combattenti Indipendenti, l’Organizzazione si trasferì in Via Fontanella Borghese, e<br />

50 Federazioni Provinciali, su 74, solidarizzarono con essa. Da quel momento diressero la nuova Associazione l’On. Viola e l’On.<br />

Bavaro. Segretario fu Chiapparini di Lucca.

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