qui - Istituto del Nastro Azzurro
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GIUGNO 2010<br />
16 Merc<br />
17 Giov<br />
18 Ven - Festa dei bersaglieri<br />
19 Sab<br />
20 Dom<br />
21 Lun<br />
22 Mar<br />
23 Merc<br />
24 Giov - festa <strong>del</strong>l’arma <strong>del</strong> genio<br />
25 Ven - festa dei lagunari<br />
26 Sab<br />
27 Dom<br />
28 Lun<br />
29 Mar<br />
30 Merc<br />
festa <strong>del</strong>l’arma <strong>del</strong>le<br />
trasmissioni<br />
festa <strong>del</strong> corpo <strong>del</strong>la<br />
guardia di finanza<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Ferme restando le finalità essenzialmente d’ordine morale e l’assoluta apoliticità <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />
stesso, fu necessario tuttavia un adeguamento <strong>del</strong>le norme statutarie e <strong>del</strong> suo ordinamento<br />
interno alla nuova forma istituzionale repubblicana che si era data l’Italia nel 1946. In tale<br />
anno furono pertanto nominati un Commissario Straordinario Nazionale e due Vice<br />
Commissari Straordinari, nelle persone <strong>del</strong>la M.O. Gen. Achille Martelli, cinque volte promosso<br />
per Merito di guerra, <strong>del</strong> pluridecorato Gen. di C.A. avv. Nino Villasanta e <strong>del</strong>l’allora<br />
Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Bari Gr. Uff. Domenico De Tullio, ai quali toccò il non facile<br />
compito di adeguare l’attività <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> alle nuove direttive governative.<br />
festa dei veterinari <strong>del</strong> corpo<br />
sanitario<br />
s. basilide, patrono <strong>del</strong> corpo<br />
<strong>del</strong>la polizia penitenziaria e<br />
festa <strong>del</strong> corpo<br />
GIUGNO 2010<br />
1 Mar<br />
2Merc - Festa <strong>del</strong>la Repubblica<br />
3Giov<br />
4Ven<br />
5Sab<br />
6Dom - Festa degli alpini<br />
7 Lun<br />
8 Mar<br />
9Merc<br />
10 Giov<br />
11 V en<br />
12 Sab<br />
13 Dom<br />
14 Lun<br />
15 Mar<br />
LA COSTITUZIONE ITALIANA HA 62 ANNI<br />
s. Camillo de Lellis, patrono <strong>del</strong><br />
corpo sanitario <strong>del</strong>l’esercito e<br />
festa <strong>del</strong> corpo<br />
188° Anniversario <strong>del</strong>l’Arma<br />
dei Carabilieri<br />
149° Anniversario <strong>del</strong>la<br />
Marina Militare<br />
festa <strong>del</strong>l’arma di artiglieria<br />
festa <strong>del</strong> corpo militare<br />
<strong>del</strong>la croce rossa italiana<br />
Dopo un lavoro durato quasi due anni, l’Assemblea Costituente, eletta per la prima volta in Italia<br />
con “suffragio universale” (cioè con diritto di voto anche per le donne) e con sistema rigorosamente<br />
“proporzionale”, riunitasi nella seduta plenaria finale il 22 dicembre 1947, approvò la Carta<br />
Costituzionale italiana con 453 voti favorevoli e 62 contrari. La Costituzione entrò in vigore il 1 gennaio<br />
1948 ed ancora oggi costituisce l’ossatura di base su cui si regge la struttura legislativa ed ordinativa<br />
<strong>del</strong>lo stato italiano.<br />
Qualcuno da tempo afferma che la nostra Costituzione dimostri ampiamente i suoi anni e debba<br />
essere quantomeno aggiornata. Qualcun altro sostiene invece che la Costituzione non dimostri affatto<br />
la sua età, rivelandosi un documento moderno e puntuale, sempre in grado di fornire il giusto<br />
orientamento per l’attività legislativa e per le relazioni, i diritti e i doveri tra i cittadini italiani.<br />
Hanno ragione sia gli uni che gli altri. Intendiamoci: i primi quattro titoli enunciano verità universali<br />
e stabiliscono i canoni per le relazioni tra i cittadini e i popoli in modo certamente corretto e perfettamente<br />
integrato nella tradizione illuministica <strong>del</strong>la cultura occidentale sebbene, in qualche punto, la presenza vaticana in<br />
Italia si faccia comunque sentire, ma lo fa, come dire, in punta di piedi, senza disturbare, anzi con la levità che si conviene a<br />
quel poco di materiale che, in ogni caso, anche le relazioni puramente “spirituali” impongono alla vita di tutti i giorni.<br />
Il titolo <strong>qui</strong>nto è la parte che si dimostra più datata. In esso risalta molto bene soprattutto il momento storico in cui i Padri<br />
Costituzionalisti si trovarono a lavorare. L’Italia era appena uscita dalla traumatica sconfitta <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale.<br />
Sconfitta grave per tutte le potenze <strong>del</strong>l’“Asse”, gravissima per l’Italia che, aveva chiuso la sua vicenda bellica con l’onta <strong>del</strong>l’8<br />
settembre 1943 e con la guerra civile <strong>del</strong> 1944-45. La monarchia sabauda, alla quale va pure il merito <strong>del</strong>l’Unità d’Italia, era<br />
crollata sotto il peso <strong>del</strong>le gravi responsabilità <strong>del</strong> tragico periodo storico: vent’anni di Fascismo e lo sfascio <strong>del</strong>l’8 settembre, a<br />
torto o a ragione sono stati addebitati al Re Vittorio Emanuele III°. A nulla è valsa la sua tardiva abdicazione quando era già<br />
stato indetto il referendum istituzionale <strong>del</strong> 1946 che chiamava gli italiani a pronunciarsi tra monarchia e repubblica. Il pur<br />
valido ed intelligente Umberto II° ha regnato solo per poco più di un mese.<br />
Il 2 giugno 1946 veniva proclamata la Repubblica in base all’espressa volontà <strong>del</strong>la maggioranza <strong>del</strong> popolo italiano, ma occorreva<br />
dare corpo e struttura alla neonata repubblica. A ciò servì la nuova Costituzione entrata in vigore un anno e mezzo più<br />
tardi.<br />
Il vero problema <strong>del</strong>la Costituzione italiana appare, oggi più che mai, nella struttura tecnica <strong>del</strong>la distribuzione dei poteri <strong>del</strong>lo<br />
Stato. Infatti:<br />
• il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, per molti versi, ha quasi esattamente gli stessi poteri che aveva il Re, ma è eletto NON dal<br />
popolo, bensì dal Parlamento e <strong>qui</strong>ndi, quando deve esercitare il più importante dei suoi poteri, quello di conferire l’incarico<br />
<strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong> Governo, rischia di essere “schiavo per debito” <strong>del</strong>le forze che, al momento, agiscono nel Parlamento<br />
stesso e che dovranno poi sostenere il Governo;<br />
• il Governo è espressione di una maggioranza di deputati e senatori che,<br />
una volta eletti, proprio per diritto sancito dalla Costituzione, NON hanno<br />
“vincolo di mandato”, <strong>qui</strong>ndi possono legittimamente cambiare bandiera<br />
quando vogliono rendendo normali i cosiddetti “ribaltoni”;<br />
• il sistema bicamerale perfetto, garantisce “in pura teoria” una maggiore<br />
correttezza <strong>del</strong>l’attività legislativa, mentre nella realtà è solo garante di una<br />
durata indefinibile a priori di tale attività;<br />
• la legge elettorale, che è già stata più volte modificata, comunque deve<br />
tenere conto <strong>del</strong>la prerogativa che la Costituzione assegna al Presidente<br />
<strong>del</strong>la Repubblica e NON al popolo di designare chi dovrà formare il<br />
Governo e dirigerlo.<br />
Ci sono ancora altri numerosi problemi che rendono difficoltoso il lavoro e la<br />
vita stessa dei governi in Italia. Ma mi sembra che quanto esposto dia chiaramente<br />
l’idea <strong>del</strong>le ragioni per cui soprattutto il Titolo Quinto <strong>del</strong>la<br />
Costituzione debba essere aggiornato. Ormai ne sono convinti tutti, ma ancora<br />
non si è potuto procedere ad una sua sostanziale modifica perché le forze<br />
politiche non riescono a trovare il necessario accordo su come addivenire ad<br />
un intervento utile e soprattutto condiviso.