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qui - Istituto del Nastro Azzurro

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NOVEMBRE 2010<br />

1Lun<br />

2Mar<br />

3Merc<br />

4Giov<br />

5 Ven<br />

6 Sab<br />

7Dom<br />

8Lun<br />

9Mar<br />

10 Merc<br />

11 G iov<br />

12 Ven<br />

13 Sab<br />

14 Dom<br />

15 Lun<br />

92° anniversario <strong>del</strong>la vittoria,<br />

festa <strong>del</strong>l’unità nazionale e<br />

<strong>del</strong>le forze armate<br />

s. Martino di Tours,<br />

patrono <strong>del</strong>l’Arma di Fanteria<br />

festa dei distretti militari,<br />

ora centri documentali<br />

LA SECONDA REPUBBLICA<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Lo Statuto approvato con Decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica n.158 <strong>del</strong> 24 ottobre 1975 è stato nuovamente<br />

rielaborato e modificato nel corso <strong>del</strong>l’ultimo Congresso Nazionale tenutosi a Brescia dal 13 al<br />

15 ottobre 2006. In tale occasione, tenendo conto che l’esiguo numero di decorazioni al Valor Militare<br />

concesse dopo la seconda guerra mondiale (peraltro in maggioranza alla memoria di Caduti) non<br />

avrebbe più permesso il naturale rinnovamento generazionale dei membri <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, si è allargato il<br />

concetto di “Valore” come obiettivo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> prevedendo la possibilità <strong>del</strong>l’iscrizione<br />

all’<strong>Istituto</strong> come Soci “Aderenti” anche per i titolari di “Croce d’Onore” e di “Medaglia al Valore di<br />

Forza Armata” e la possibilità di ricoprire le cariche sociali a livello di Federazione anche per i Soci<br />

“Simpatizzanti” (amici <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> non possessori di alcuna decorazione al Valor Militare che si iscrivono<br />

per “simpatia” e comunione d’intenti).<br />

La bufera di Tangentopoli spazzò via un sistema politico che sembrava eterno. Chi<br />

avrebbe mai pensato che la DC si dissolvesse in Piccole formazioni? Che il PCI riuscisse<br />

a sopravvivere a prezzo di una scissione e cambiando nome? E che dire di PSI,<br />

di PSDI, di PRl e di PLI? Tutti volevano che le cose cambiassero: dovevano finire i<br />

tempi <strong>del</strong> compromesso, <strong>del</strong> trasformismo, dei mille accomodamenti e degli accordi<br />

sottobanco. Il Palazzo era alle corde, un’intera classe politica era <strong>del</strong>egittimata, il<br />

Paese reclamava a gran voce il “nuovo”, pur non sapendo bene cosa potesse essere.<br />

In questo clima arroventato, il governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi rassegnò<br />

le dimissioni il 13 gennaio 1994 e tre giorni dopo il Presidente Oscar Luigi Scalfaro<br />

sciolse le Camere: si andava al voto con il “maggioritario”, sebbene riveduto e corretto<br />

all’italiana. E proprio allora maturò quel clima di violenta intolleranza che ancora oggi fa <strong>del</strong> nostro sistema<br />

politico un bipolarismo imperfetto: il centrosinistra era sicuro di vincere, ma non aveva fatto i conti con<br />

Berlusconi che, dopo aver già sdoganato la destra di Fini, stabilì un alleanza con la Lega di Bossi e con il<br />

CCD formato da ex democristiani. Fin dall’inizio <strong>del</strong>la campagna elettorale nessuno dei due schieramenti<br />

legittimò l’altro: la dialettica politica si ridusse ai soli insulti. Inoltre, i due poli erano profondamente divisi al<br />

loro interno. Il 27 e il 28 marzo si votò; vinse Berlusconi, che formò un governo che durò soltanto fino al 22<br />

dicembre, quando Bossi abbandonò la maggioranza. Il centrodestra voleva tornare subito alle Urne, ma<br />

Scalfaro affidò a Lamberto Dini, già ministro <strong>del</strong> Tesoro di Berlusconi, il compito di formare un governo di<br />

“tecnici” che rimase in carica sino all’11 gennaio 1996. Nel frattempo Romano Prodi aveva assunto la guida<br />

<strong>del</strong> centrosinistra raccogliendolo sotto l’insegna <strong>del</strong>l’Ulivo. Si votò il 21 aprile e “il professore” bolognese<br />

vinse, ben presto amareggiato dall’azione politica di Fausto Bertinotti - leader di Rifondazione comunista -<br />

che, il 9 ottobre, provocò la crisi <strong>del</strong> Governo Prodi. Il segretario dei DS, Massimo D’Alema, formò un nuovo<br />

governo che, dopo una successiva crisi, nel 1998 affrontò la prova <strong>del</strong>la conduzione <strong>del</strong>l’Italia in una difficile<br />

crisi internazionale: la guerra <strong>del</strong><br />

Kosovo, prima operazione militare<br />

<strong>del</strong>la NATO sotto le bandiere<br />

<strong>del</strong>l’ONU che vide l’Italia mettere<br />

a disposizione 22 basi militari e<br />

tutte le proprie forze armate. La<br />

sinistra, uscirà da questa esperienza<br />

distrutta nelle sue contraddizioni<br />

con Giuliano Amato nella carica<br />

di Presidente <strong>del</strong> Consiglio con<br />

l’onere di concludere la legislatura.<br />

Il ritorno di Silvio Berlusconi al<br />

governo è ormai cronaca.<br />

NOVEMBRE 2010<br />

16 Mar<br />

17 Merc<br />

18 Giov<br />

19 Ven<br />

20 Sab<br />

21 Dom<br />

22 Lun<br />

23 Mar<br />

24 Merc<br />

25 Giov<br />

26 Ven<br />

27 Sab<br />

28 Dom<br />

29 Lun<br />

30 Mar<br />

festa <strong>del</strong> corpo di amministrazione<br />

e commissariato <strong>del</strong>l’esercito<br />

b.v. maria <strong>del</strong>la divina provvidenza,<br />

patrona <strong>del</strong> corpo di<br />

commissariato (3° sabato)<br />

Santa Maria “Virgo Fi<strong>del</strong>is”,<br />

patrona <strong>del</strong>l’Arma dei<br />

Carabinieri

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