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DEGLI STUDI DI MILANO - FACOLTA - SIGI-EUROPE

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1. INTRODUZIONE<br />

amido di mais ad alto tenore di amilosio ha comportato significative riduzioni del<br />

valore di IG del prodotto test rispetto al pane comune (– 40%).<br />

In un recente lavoro Ostman et al. (2006), dimostrano come sia possibile ridurre di<br />

circa il 50% l’indice glicemico del pane utilizzando contemporaneamente diversi<br />

approcci tecnologici, quali l’impiego di cariossidi intere di segale trattate con vapore,<br />

farina di segale tostata, concentrato di fibra di avena (17% β-glucani), nonché la<br />

lievitazione mediante impasto acido.<br />

In molti dei pani studiati nei lavori considerati, l’impiego della lievitazione naturale<br />

appare come una necessità tecnologica, poiché l’acidificazione dell’impasto è<br />

necessaria al fine di rendere panificabili i diversi tipi di sfarinati impiegati.<br />

In alcuni studi tuttavia si suggerisce che l’impatto ipoglicemizzante dei pani ottenuti<br />

mediante impasti acidi, rispetto al pane comune, sia attribuibile, almeno in parte, ad<br />

un effetto degli acidi organici volatili formatisi durante il processo di lievitazione.<br />

Alcune prove sperimentali (Liljeberg et al., 1995, 1996), infatti, suggeriscono che il<br />

consumo di pane, preparato a partire da miscele di farina di orzo e frumento,<br />

contenente acido lattico (sia prodotto mediante lievitazione naturale, sia aggiunto) è<br />

in grado di ridurre significativamente la glicemia e l’insulinemia post-prandiale nei<br />

soggetti sani. Altri studi condotti su porridge d’orzo fermentato con batteri lattici o<br />

addizionato delle due forme isomeriche di acido lattico a confronto con un pane di<br />

riferimento indicano che, indipendentemente dell’isomero considerato, questo acido<br />

non sarebbe di per sé in grado di modulare le risposte glicemiche ed insulinemiche<br />

post-prandiali. Sulla base di questi risultati, ottenuti in alimenti in cui non è presente<br />

una struttura glutinica analoga a quella del pane, gli autori suggeriscono che l’effetto<br />

ipoglicemizzante dell’acido lattico nel pane sia conseguente a interazioni tra amido e<br />

glutine indotte dall’acido a livello microstrutturale, in grado di ridurre la digeribilità<br />

dell’amido. Queste interazioni inoltre verrebbero a stabilirsi solo durante il<br />

trattamento termico (cottura) dell’impasto in presenza di acido lattico (Ostman et al.,<br />

2002).<br />

Infine, nello studio di Marangoni e Poli (2007), sono state valutate le risposte<br />

glicemiche di due tipologie di pane preparate con farina di frumento e con farina di<br />

frumento integrata con un mix di fibre. La prova è stata condotta su 15 volontari in<br />

15

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