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peter 1. furst au.ucinogeni ecultura

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Introduzione<br />

Questo era il cibo divino con il quale i sacerdoti, i ministri del<br />

tempio, e tutti coloro con i quali noi oggi intratteniamo relazioni,<br />

si ungevano il corpo, in tempi molto antichi. Prendevano<br />

tuttÌ questi animali velenosi e li bruciavano nel braciere divino<br />

che si trovava nel tempio. Una volta bruciati, le ceneri venivano<br />

messe dentro alcuni mortai, insieme a una grande quantità di<br />

foglie di tabacco; questa pianta è usata dagli Indios per rilassare<br />

il corpo calmando il dolore fisico. Sotto questo aspetto è simile<br />

al giusquiamo spagnolo, il quale una volta mescolato alla<br />

calce, perde le sue proprietà venefiche, benché provochi grande<br />

debolezza e sia dannoso per lo stomaco. Quest'erba veniva messa<br />

nei mortai insieme agli scorpioni, ragni vivi, e millepiedi; ed essi<br />

venivano pestati e trasformati in un fetido e diabolico unguento<br />

mortale. Dopo esser stati schiacciati per bene, gli aggiungevano<br />

un seme macinato chiamato ololiuhqui, che gli indigeni spalmano<br />

sul loro corpo e bevono per avere visioni. E' una bevanda<br />

con effetti inebrianti. A tutto ciò venivano aggiunti dei pelosi<br />

vermi neri, coi peli pieni di veleno che fulminava chiunque li<br />

toccasse.<br />

Il tutto veniva mescolato con della fuliggine e versato dentro<br />

ciotole e zucche vuote. Quindi veniva presentato al dio come<br />

cibo divino. C'è da stupirsi, se uomini che emanavano simile fetore,<br />

si trasformavano in maghi o demoni, capaci di vedere e parlare<br />

a Satana in persona, dal momento che l'unguento era stato<br />

preparato proprio per questo fine? (27).<br />

Secondo Duràn, i sacerdoti si cospargevano il corpo con questa<br />

spaventosa mistura, e grazie alla loro magica pozione acquistavano<br />

coraggio per difendersi dai pericoli di ogni genere e dalle<br />

belve feroci; di notte si avventuravano a visitare grotte immerse<br />

nell'oscurità e « tetri e spaventosi dirupi ». Lo stesso unguento<br />

veniva usato anche in occasione di riti curativi, quando veniva<br />

applicato sulle parti ammalate del paziente per alleviarne il dolore_<br />

Chi potrebbe dubitare che una tale mistura abbia un potere<br />

così forte sia sul corpo che sulla mente? Si cospargeva tutto il<br />

corpo, per lungo tempo, con una sostanza che non conteneva soltanto<br />

veleni mortali se entravano nella éircolazione sanguigna,<br />

ma anche potenti akaloidi presenti nel tabacco e nei semi di<br />

ipomea (ololiuhqui); il teotlacualli, quanto meno, avrebbe potuto<br />

c<strong>au</strong>sare gravi malattie della pelle, anche senza essere assorbito<br />

dal sangue. In ogni caso avrebbe dovuto provocare una reazione<br />

più o meno intensa del metabolismo del corpo, con alterazioni<br />

della coscienza anche se non fosse stato ingerito il sacro alluci­<br />

29

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