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Allucinogeni e cultura
Quando la pipa è finalmente asciutta essa viene cotta in
un piccolo pozzo' appositamente scavato. Una roccia levigata
viene posta sul fondo e la pipa, appoggiata su di essa, con il
fornello rivol to verso est. Viene cotta soltanto una pipa alla
volta. E' coperta con del materiale combustibile e soltanto quando
il fuoco si è trasformato in cenere la pipa viene rimossa. Le
ceneri vengono raffreddate con dell'acqua, un atto rituale che
essi .çredono serva a procurare la pioggia. Altri ' quattro giorni
di cerimonie devono trascorrere prima che la pipa possa essere
dipinta. Se ne sono state costruite quattro, allora vengono dipinte
ognuna di un colore diverso, che rappresentano uno dei quattro
punti .cardinali, e uno dei sessi; ad esempio: una pipa nera
maschile rappresenta l'est mentre una pipa bianca femminile sta
per il nord, quella gialla maschile indica l'ovest e la blu femminile
rappresenta il sud (129).
Il culto sciamanico del tabacco presso i Warao
Per concludere nel modo più adatto le nostre considerazioni
sul tabacco e sulle sue qualità inebrianti divine - anche se tossiche
- e prima di introdurre il discorso complessivo sulla flora
psichedelica, cerchiamo di analizzare brevemente l'ideologia del
tabacco presso i Warao, una società di Indiani stanziati in Venezuela,
i quali sono riusciti a sfuggire, fino a poco tempo fa, agli
effetti distruttivi dell'acculturazione, mantenendo intatto il loro
tradizionale modo di vita prevalentemente basato sulla pesca fluviale
nel delta dell'Orinoco. Come ci informa Wilbert (149), i
Warao, che sono più di diecimila, non usano nessun tipo di allucinogeno
all'infuori del tabacco. Più che questo, stupisce il fatto
di notare come la sorprendente complessità metafisica del loro universo
sia letteralmente sostenuta e cementata dal fumo del tabacco,
attraverso l'azione dei loro sciamani, i quali fumano senza
mai smettere per mantenere la antichissima promessa fatta agli
déi di fornire loro del tabacco da fumare in quantità abbondante,
essendo il loro unico cibo, e allo stesso tempo per mettersi
in comunicazione con l'Aldilà. Il sigaro dello sciamano è un tubo
di canna sottile e molto lungo, circa due piedi (sessanta centimetri),
riempito con foglie pressate di tabacco scuro, profumato
con una fragante resina per rendere il sapore più gradevole
agli déi. Durante la cerimonia rituale, gli sciamani possono
fumare dieci, venti, trenta, e addirittura un numero maggiore di
questi sigari giganteschi, senza mai esalare ma « mangiando» il
fumo finché esso non si diffonde completamente nell'organismo.
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