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peter 1. furst au.ucinogeni ecultura

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All<strong>ucinogeni</strong> e cultura<br />

Nonostante nella letteratura coloniale si facciano spesso dei<br />

riferimenti agli inebriamenti rituali per mezzo di piante, non abbiamo<br />

fonti attendibili, per quanto riguarda il Sud America, antecedenti<br />

al diciannovesimo secolo, a parte lo studio di Alexander<br />

von Humboldt che identificò e descrisse uno dei più importanti<br />

all<strong>ucinogeni</strong> trovati nella regione di Orinoco, ma c'è<br />

ben poco che si possa definire scientifico. Non appare dunque<br />

esagerato ammettere che, in pratica tutte le nostre attuali conoscenze<br />

riguardo la botanica, la tassonomia, la chimica, e perfino<br />

l'antropologia dei riti all<strong>ucinogeni</strong> in America del Sud, sono<br />

dovute al lavoro dei moderni etnobotanici: dal botanico Richard<br />

Spruce dello Yorkshire, a Richard Evans Schultes dell'università<br />

di Harvard. Spruce nel 1851, raccolse e catalogò le<br />

prime specie di Banisteriopsis caapi, che egli identificò come<br />

la base della bevanda inebriante degli Indiani dell'Amazzonia Settentrionale.<br />

Le ricerche di Schultes in Messico e nei tropici americani<br />

sin dagli anni '30 hanno condotto, direttamente o indirettamente,<br />

all'identificazione botanica, chimica e culturale della maggior<br />

parte degli all<strong>ucinogeni</strong> vegetali del Nuovo Mondo, un còmpito<br />

che non è ancora concluso e che indubbiamente proseguirà<br />

negli anni a venire.<br />

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