dalla teoria dello Sviluppo Umano alla pratica - Laboratorio Arco
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1.3 La disabilità e l’approccio delle capability<br />
1.3.1 Introduzione<br />
Abbiamo già avuto modo di citare alcuni degli autori che hanno indagato il<br />
nesso tra capability e disabilità. Presentiamo qui brevemente i contributi più<br />
signicativi.<br />
Patricia Welch (2002) e Lorella Terzi (2005), assumendo l’esistenza di un<br />
concetto di normalità a cui far riferimento nel momento in cui si identica la<br />
disabilità, considerano disabile un individuo se questi è incapace di svolgere<br />
alcune classi di funzionamenti signicativi che gli altri individui, appartenenti<br />
al suo stesso gruppo di riferimento (adulti, bambini, anziani), sono mediamente<br />
capaci di fare sotto condizioni favorevoli. Queste autrici, quindi, guardano<br />
<strong>alla</strong> disabilità come ad una possibile fonte di limitazione delle capability<br />
dell’individuo e si propongono di valutare l’impatto che essa ha sulla posizione<br />
reciproca degli individui all’interno dei contesti istituzionali e sociali in cui sono<br />
inseriti. Quando una menomazione restringe i funzionamenti di base di una<br />
persona, o quando l’ambiente non le permette di superare tali restrizioni, allora<br />
anche la sua capability di perseguire gli obiettivi che essa reputa di valore per<br />
la sua esistenza è compromessa. La società deve quindi intervenire per fare<br />
in modo che la persona sia in grado di perseguire tali obiettivi. Terzi, inoltre,<br />
riesce a mettere chiaramente in evidenza il punto di forza che l’approccio<br />
delle capability ha rispetto agli altri modelli: l’autrice, infatti, enfatizzando<br />
il concetto chiave per cui la diversità è caratteristica precipua dell’umanità,<br />
riesce ecacemente ad evidenziare il fatto che la disabilità possa essere vista<br />
come una delle manifestazioni della diversità umana. Inne, Terzi introduce un<br />
ulteriore elemento di forza dell’approccio delle capability: la concezione di Sen<br />
della diversità umana porta a dire che è l’individuo stesso a dover determinare<br />
quali sono le sue capability rilevanti. Sono le persone con disabilità stesse,<br />
quindi, ad avere il diritto di determinare quali sono le loro capability rilevanti<br />
e di conseguenza di indicare quali politiche potrebbero migliorare il proprio<br />
set di capability. Nelle ultime pagine del suo saggio, Terzi sembra accorgersi<br />
che, portando alle estreme conseguenze il suo ragionamento, le richieste di<br />
uguaglianza da parte delle persone con disabilità potrebbero essere innite,<br />
28 L’approccio delle capability applicato <strong>alla</strong> disabilità