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dalla teoria dello Sviluppo Umano alla pratica - Laboratorio Arco

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eettuabili in un dato sistema socio-sanitario che le spetta normativamente. 29<br />

A sua volta, tale quota si determina in base al principio dell’equimarginalità. 30<br />

Nel caso della salute, ad ogni persona spetta un intervento socio-sanitario<br />

aggiuntivo nché la salute potenziale che esso comporta è superiore a quella<br />

che si avrebbe nel miglior uso alternativo; tale salute potenziale è invece<br />

massimizzata quando ella/egli alloca le proprie risorse tra le prestazioni sociosanitarie<br />

in modo da eguagliare la salute potenziale ricavabile dalle ultime<br />

unità di risorse impiegate per ciascuna prestazione. Il criterio è formalmente<br />

identico <strong>alla</strong> consueta condizione di equilibrio microeconomico. 31 Vi sono,<br />

tuttavia, importanti dierenze: il consumatore dispone di un proprio vincolo<br />

di bilancio e di una personale libertà di scelta tra i vestiti; non così accade al<br />

cittadino che, stiamo supponendo, riceve le risorse socio-sanitarie da un ente<br />

pubblico – il quale deve quindi ragionare su un vincolo di bilancio collettivo – e<br />

può con esse accedere a prestazioni in larga parte pressate. Già per queste<br />

due ragioni – risorse collettive e servizi prestabiliti – il criterio va formulato non<br />

dal punto di vista dell’agente economico individuale, ma da quello del policymaker.<br />

Ad esse se ne aggiunge peraltro una terza, ben nota: non si possono<br />

confrontare le utilità di due individui. Se infatti ci basassimo sui valori cardinali<br />

che ognuno attribuisce al proprio well-being, non potremmo appurare se il<br />

valore x assegnato da Carlo ad una certa prestazione socio-sanitaria sia eguale<br />

e comparabile a quello y che le attribuisce Paola. In una situazione analoga si<br />

troverebbe il policy-maker in quanto non esistono criteri univoci per confrontare<br />

la gravità di handicap diversi (Granaglia 2001).<br />

Le dicoltà menzionate possono essere arontate, in una prima<br />

approssimazione, ponendo al centro la nozione di decit rimediabile al<br />

miglioramento della salute. Il nostro criterio di policy, in questa versione iniziale,<br />

guarda i decit rimediabili e soltanto quelli. Supponiamo che Carlo abbia<br />

una disabilità motoria, mentre Paola è lievemente dislessica. Il policy-maker<br />

29 È decisiva la puntualizzazione sulla decisione di utilizzare (o meno) la quota di risorse a cui il cittadino ha<br />

accesso. Infatti i funzionamenti vanno assicurati come possibilità, senza costringere (paternalisticamente) alcuno<br />

in nome di qualche presunta loro universalità antropologica. Ciò è del resto implicito nella nostra seconda “mossa<br />

teorica”, la quale assegna un valore intrinseco ma non assoluto <strong>alla</strong> salute. Chi fuma o mangia troppo, ad esempio,<br />

sta scegliendo di privilegiare altri funzionamenti rispetto a quello della salute.<br />

30 Ciò signica che, nel ripartire un ammontare sso di una qualsiasi risorsa tra un numero d’impieghi alternativi,<br />

ogni unità di essa deve essere assegnata così che il vantaggio derivante dal suo trasferimento ad un certo uso sia<br />

esattamente pari <strong>alla</strong> perdita associata al suo ritiro da un altro uso. Questa ripartizione, che ha una soluzione di<br />

massimo se e solo se è soggetta <strong>alla</strong> regola dei risultati decrescenti, si conclude quando si raggiunge l’uguaglianza<br />

dei vantaggi marginali delle unità della risorsa.<br />

31 Immaginiamo, ad esempio che l’agente sia un consumatore di vestiti: ella/egli si colloca nel punto sulla linea di<br />

bilancio dove un euro di spesa aggiuntiva per qualunque vestito fornisce lo stesso incremento di utilità. Nel caso<br />

della salute, abbiamo risorse monetarie che pagano interventi socio-sanitari, analogamente a come, nell’altro<br />

caso, vi è un bilancio individuale con cui si acquistano vestiti a prezzi dati. Mentre il consumatore cerca di raggiungere<br />

il livello massimo di utilità traibile dai vestiti, il cittadino tenta di massimizzare la propria salute potenziale.<br />

44 L’approccio delle capability applicato <strong>alla</strong> disabilità

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