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LAVOCE Il discorso di un prete cattolico con GLI ESSERI ... - Hang

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10. La preghiera è tesoro e non <strong>un</strong> premio<br />

Signore! Per me è <strong>un</strong> tesoro immenso poter parlare <strong>con</strong> Te.<br />

VOCE: “Sì, questo è <strong>un</strong> vero tesoro. Per voi è tesoro, non è <strong>un</strong> premio. Purtroppo, anche <strong>di</strong> questo<br />

tesoro, voi pensate allo stesso modo come ai tesori materiali più gran<strong>di</strong> del mondo. Apprezzate<br />

meno <strong>di</strong> tutte le cose meno in<strong>di</strong>spensabili: il fuoco, l’acqua, l’aria!<br />

La valutazione del rapporto <strong>con</strong> Me determinerà la vostra autovalutazione. Ogni volta che vi<br />

rivolgete a Me nella preghiera, dovreste vivere le vostre azioni passate. Se le vostre preghiere non<br />

sono passatempo, ma <strong>un</strong> vero in<strong>con</strong>tro <strong>con</strong> Me, allora è come quando il vento si alza nel mezzo<br />

della natura. Cominciano a f<strong>un</strong>zionare le energie purificative nell’aria sonnolenta. Quelli che<br />

cercano <strong>di</strong> vivere la preghiera come <strong>un</strong>a relazione <strong>con</strong> Me, nel loro cuore incominciano subito a<br />

mettersi in f<strong>un</strong>zione le forze purificativi, e solo queste energie, solo queste rendono il vostro mondo<br />

più bello.”<br />

11. Nel servizio la cosa più importane è la tendenza<br />

giovedì 18 febbraio 1993.<br />

Padre Celeste! Oggi è il quarto giorno che me<strong>di</strong>to sul libro intitolato das Geheimnis Mariens.<br />

Maria si chiamava serva, e il desiderio più ardente della sua vita era <strong>di</strong> fare <strong>di</strong> tutto per poter<br />

essere. Potere, gloria? Macché! – Padre! Vorrei sentire la voce del Tuo Spirito.<br />

VOCE: “Amico! Sì. L’amicizia o nasce tra i simili o rende simili. Questo processo il più delle volte<br />

investe colui che ha più prestigio, senza dubbio. Ovviamente chi ha più prestigio, sono Io. In che<br />

cosa? NEL SERVIRE! Sì. Sarei in <strong>con</strong>trad<strong>di</strong>zione <strong>con</strong> Me stesso, se questo servizio non lo valutassi<br />

in questo modo, non sarei Io lo Spirito servitore.<br />

Sì. Voi uomini camminate <strong>con</strong> gli occhiali. Occhiali <strong>con</strong> le lenti offuscate, ideate e fatte da voi. La<br />

ra<strong>di</strong>ce dei vostri problemi è che volete assicurarvi <strong>un</strong> buono posto in questo mondo che passa, e<br />

pensate <strong>di</strong> riuscirci scoprendo e <strong>con</strong>quistando <strong>di</strong> più. Per poter raggi<strong>un</strong>gere o superare i record<br />

mon<strong>di</strong>ali quante vite rovinate <strong>con</strong>fermano, che tutto questo è vanità, vanità delle vanità!<br />

Amico! La DIREZIONE è la cosa più importante. Sì. Le cose passeggere mostrano, dal loro uso,<br />

quant’è più importante la TENDENZA. L’uso delle cose effimere per <strong>un</strong>'altra cosa precaria è <strong>un</strong><br />

gioco istintivo del mondo sott’umano. Vivere per morire. Al livello dell’uomo questo è <strong>un</strong>a cosa<br />

assurda. Le piante e gli animali fanno così, perché sono al servizio <strong>di</strong> <strong>un</strong> alto PRINCIPIO. Sono<br />

state create per questo. Ma tu?<br />

Senti allora le mie parole, che sono <strong>di</strong>ventate <strong>con</strong>osciute tramite Agostino:’Ci hai creati per Te<br />

Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te!” Si tratta <strong>di</strong> questo. Le piante e gli<br />

animali <strong>con</strong> la loro esistenza ci <strong>di</strong><strong>con</strong>o: Siamo nate per essere usate ed utilizzati dagli altri. –<br />

L’uomo <strong>di</strong>ce: Dio tiene in vita tutte le cose se<strong>con</strong>do la sua volontà. Anche a me. Qual è allora la sua<br />

volontà <strong>con</strong> Me? –<br />

Sì, tu devi farti questa domanda. La mia risposta: Mi devi permettere non solo <strong>di</strong> tenerti in vita,<br />

ma anche <strong>di</strong> assimilarti <strong>con</strong> l’obiettivo e <strong>con</strong> l’intenzione, che sostanzialmente <strong>con</strong> Me sono<br />

identici. Questo, nella lingua tradotta all’uomo, si chiama: SERVIRE. –<br />

Visto che nel tuo mondo è abitu<strong>di</strong>ne avere <strong>un</strong> ruolo sott’umano, per cui molte persone che sono<br />

<strong>con</strong>siderate <strong>di</strong>verse degli altri <strong>di</strong>ventano reietti, ri<strong>di</strong>coli, anzi perseguibili, <strong>con</strong> la loro tendenza <strong>di</strong><br />

servire tutti ov<strong>un</strong>que e dov<strong>un</strong>que. Perché nemmeno io impongo delle <strong>con</strong><strong>di</strong>zioni nel servizio. <strong>Il</strong> mio<br />

Sole riscalda i buoni e i cattivi e mando pioggia ai giusti e ai malvagi.<br />

Non faccio <strong>di</strong>fferenza tra le persone. E assegno i compiti, solo in <strong>un</strong> certo senso. Siete voi a dare i<br />

ruoli <strong>un</strong>o all’altro. Per questo spesso nasce l’invi<strong>di</strong>a tra <strong>di</strong> voi. Sotto il servizio Io intendo <strong>di</strong> far<br />

parte della vita pubblica dove il compito <strong>di</strong> servire - offertovi a tutti - si <strong>con</strong>osce soltanto in teoria,

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