IJ S. Stefano Rotondo insegni. Oggi chissà, ma, sino a pochi anni or sono per farsela aprire ce ne voleva: cinque minuti dopo, già v'invitavano a uscire. Da una gazzetta milanese mi presi lo « sfizio» di consigliar agli ambrosiani che in casi simili sostassero a piacere e se n'andassero senza dar un soldo. Do- mando però come si fa allorchè, discesi in una certa chiesa sotterranea, il frate che vi guida chiude il cancello e intima: « Sono tre lire a testa »... Perchè poi, di solito, la rispettabile corporazione è reclutata I tra gobbi, sciancati, sbilenchi e nanerottoli? Fu, se non erro, Caino il quale venne rimproverato da Geova perchè gli offriva frutti scadenti e marci. Certo, dovessero un giorno sfilar in corteo, altro che corte dei miracoli... Sarebbe un che di mezzo fra la turba poverella convocata da S. Lorenzo e la secentesca « Con- £raternità de' Ciechi, Zoppi et Stroppiati della Visitatione di M. SS. nel Venerabil Spedale de' Mendicanti di S. Sisto». Passino ancòra deformità e bruttezza: uno che ce l'ha, è difficile levarsele. Ma quelle barbe quatriduane, se non d'una settimana... E bastasse. Capelli ch'altro strumento ignorano a ravviarli all'infuori d'una papalina alla quale ruban la forma e dànno il grasso. Occhi, orecchie, nasi lavati in superficie. Colli e collottole cangianti tra il color dei capelli, del collare e della carnagione. Che avesse ragione colui che derivava l'etimologia di « scaccino» dallo scacciare che fa i fedeli col suo aspetto o coi modi inurbani? Trascorriamo in più spirabil aere, quello della cultura. Se Dio vuole, il sagrestano vecchio stampo col naso rosso e la gabbanella bisunta che vi tirava per le falde o per la manica onde farvi assaporare la sua poco interessante e in compenso interessata eloquenza va scomparendo. Spunta invece il sagristaimbonitore o « sacrista sapiens» tipo forse più erudito, più ornato nella dizione, meno amico del « goccetto de vino bono » e cento volte più seccante dell'antico. 24 Eccone uno d'una bella chiesa (che per degni rispetti, come s'esprimevano i predicatori del buon tempo che fu, non possiamo nominare). Insaccato in un zimarrone tra l'azzurro e il paonazzo, se ne sta beatamente assiso sopra una sedia, cogitabondo e le braccia al sen conserte. Appena gli capitate a tiro, vale a dire gli passate vicino, senza scomporsi dal sedione su cui sembra inchiodato, vi chiama con un pss! amichevole, per chiedervi se desiderate « visitare la chiesa»: avendo, beninteso, lui' per duca. Alla risposta « grazie, no », ha la bontà di confidarvi ch'egli vi risiede da quarant'anni e crede perciò di conoscerla bene. Quindi vi domanda se sapete chi sia « l'autore deI... Pincio» e dove sia sepolto. Quando gli avrete comunicato che fu tal Giuseppe Valadier e riposa nella tal cappella, egli sussume che certamente ignorate come « l'Italia, quando cominciò la conquista di Roma, fece una guerra, e in una battaglia morì un generale del papa, che poi fu visitato da un generale piemontese» eccetera eccetera. AI che potete replicare che non siete all'oscuro nemmeno di questi fatti, che non v'è ignoto il nome di Giorgio de Pimodan e citargli altre circostanze. Non si scomporrà e, con la consueta voce cavernosa e l'aria di rivelarvi chissà quali segreti, vi chiederà se sapete che nella chiesa è seppellito « un celebre economista francese, le cui opere furono ristampate» non so quant'anni dopo la morte e distribuite a tutt'i deputati del Regno. Credete voi che dettogli « Ma sì, è Federico Bastiat», l'ometto si confessi vinto rinunciando a sprecare la sua erudi- zione? Manco per sogno. Sparerà l'ultima cartuccia apostrofandovi così: ccVedete quel monumento? E' d'un cardinale che non diceva messa, cioè era diacono, il quale campò 105 anni e fu padre d'una regina... ». A quest'ultima botta v'accontentate di dirgli (se non lo sapete, basta diate una scorsa all'iscrizione) che detto signore rispondeva al nome d'Enrico de la Grange marchese d'Arquien, 25 I
felice genitore di Maria Casimira regina « di Pollonia ». E dopo questo, potete mandarlo a spasso - meglio, piantarlo in asso, giacchè non sposta dal seggiolone su cui sta accipigliato e grave -'- e visitar la chiesa per vostro conto. Lo scaccino romano è dunque genere di molte sottospecie. V'auguro che quelli in cui v'incontrerete spettino a una di esse « un po' cristiana». (Disegni dell'Autore) ~ ( GIGr HUETTER ,.-- ,. t .
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