Vita delle Zone e dei Gruppi - Sezione Vicenza
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stato il capo centro collegamento Lillo Mangano il<br />
quale, nel suo testamento, ha voluto lasciare cento<br />
milioni <strong>delle</strong> vecchie lire per l’erezione del monumento<br />
a quella povera Divisione, sprezzantemente<br />
chiamata “Brambilla”, perché male armata e assolutamente<br />
impreparata alle prove del fronte.<br />
Tra i Caduti, il Generale comandante, i Colonnelli e<br />
quasi tutti gli ufficiali e graduati. Molti i vicentini.<br />
Ricordiamone brevemente i fatti più salienti.<br />
Nel novembre del 1942 fu sbalzata da Kupiansk,<br />
nella cui zona svolgeva normale attività di presidio,<br />
a Kurey per occupare le posizioni lasciate dalla<br />
Julia sul Don. Da lì ebbe inizio il suo penosissimo<br />
calvario che la portò fino alla tragica ritirata e alla<br />
sua totale disfatta.<br />
Le testimonianze del Mangano, che ebbe con pochissimi<br />
altri la ventura di unirsi ad alcuni superstiti<br />
della Tridentina, risentono di tutta l’umana amarezza<br />
di un miracolato che vide cadere i commilitoni in<br />
preda alla disperazione per non aver potuto contrastare<br />
in maniera adeguata – a causa della mancanza<br />
di armi idonee e di mezzi di minima sussistenza – la<br />
potenza dell’armata rossa.<br />
Il Notiziario dell’UNIRR, Unione Nazionale Italiani<br />
Reduci di Russia, di giugno u.s., nel dare ampio spazio<br />
alla cerimonia di Milano sopra ricordata, narra<br />
con commosse parole la triste sorte di una Divisione<br />
particolarmente sfortunata, improvvisamente e improvvidamente<br />
legata al destino <strong>delle</strong> truppe Alpine,<br />
mettendone in rilievo il comportamento eroico oltre<br />
ogni limite umano.<br />
Non erano Alpini, ma soldati di Fanteria (due reggimenti)<br />
e di altre provenienze, destinati a compiti<br />
di retrovia, armati ed equipaggiati molto peggio di<br />
tutti gli altri – e questa realtà la dice lunga! – non addestrati<br />
al combattimento. Le altre truppe dell’AR-<br />
MIR la sbeffeggiavano e l’appellativo ‘Brambilla’<br />
affibbiatole ne descriveva le condizioni…<br />
Ma arriva il momento nel quale il Comando superiore<br />
la ritiene utile, di più, indispensabile per arginare<br />
una situazione di grave emergenza. Senza alcun indugio,<br />
viene ‘promossa’ e aggregata al Corpo d’Armata<br />
Alpino col pronto impiego in prima linea. Non<br />
è stato tenuto conto del suo assolutamente insufficiente<br />
armamento: solo vecchi fucili, né dell’equipaggiamento<br />
del tutto inadatto contro la morsa del<br />
gelo! La sua sorte è segnata in partenza. Soltanto<br />
qualche miracolato si salverà.<br />
La pagina della nostra storia<br />
Ho voluto dedicare queste righe ai Caduti di una<br />
Divisione che porta il nome della nostra città e<br />
provincia, della quale ben pochi hanno conservato<br />
il ricordo anche perché troppo poco finora è stato<br />
scritto, forse per non alzare il velo pietoso sui fatti<br />
più strazianti dell’ultima guerra mondiale e non<br />
mettere in evidenza le macroscopiche lacune <strong>dei</strong><br />
nostri Comandi superiori.<br />
Si deve quindi riconoscere che questa tristissima<br />
storia riguarda un importante nucleo di nostri soldati<br />
che hanno vissuto i momenti più tragici con i nostri<br />
Alpini, combattendo al loro fianco, sopportando<br />
situazioni inenarrabili in una guerra che era perduta<br />
in partenza.<br />
È pertanto nostro preciso dovere rivalutarne il<br />
Valore e conservarne perenne Memoria.<br />
Battaglione alpini “Pieve di Cadore”<br />
Vito Mantia<br />
Il Battaglione Alpini<br />
“Pieve di Cadore”<br />
viene costituito il<br />
1 novembre 1886,<br />
nell’ambito del 6°<br />
Reggimento Alpini,<br />
si articola nella 75ª<br />
compagnia di nuova<br />
formazione e nelle<br />
compagnie 67ª e 68ª<br />
provenienti dal btg.<br />
alp. “Cadore” costituito<br />
con R.D del 5<br />
ottobre 1882 e sciolto appunto nel 1886.<br />
Impiegato nel 1886 e 1887 nella campagna d’Africa,<br />
il 1° agosto 1887 passa alle dipendenze del neo<br />
costituito 7° Rgt. Alpini.<br />
La mobilitazione determinata nel 1914 dai prodromi<br />
del 1° conflitto mondiale comporta il potenziamento<br />
del reparto con l’assegnazione della 96ª della<br />
milizia mobile.<br />
Nel 1916 gli uomini del “Pieve di Cadore” contribuiscono<br />
alla nascita di due nuovi battaglioni alpini:<br />
il “Monte Antelao” cui viene ceduta la 96ª cp. alla<br />
quale si aggiungono 150ª e 151ª cp. e il “Val Piave”<br />
formato dalle cp. 267ª, 268ª e 275ª.<br />
Durante la Grande Guerra viene impiegato pri-<br />
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