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stato vedovile - famigliaviva

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venire presso un popolo che prima non conoscevi». E il bambino<br />

che nascerà sarà una consolazione anche per Noemi: «Benedetto<br />

il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare un riscattatore»,<br />

le diranno le donne. «Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno<br />

della tua vecchiaia; perché lo ha partorito tua nuora che ti ama<br />

e che vale per te più di sette figli» (Rt 4,15).<br />

d) In alcuni casi la vedova sceglie di offrire a Dio la propria vita,<br />

vivendo da consacrata, come Giuditta, di cui Dio si servirà per<br />

salvare il suo popolo.<br />

❑ Nel Nuovo Testamento la stessa scelta di vita consacrata viene<br />

effettuata da Anna, l’ottantaquattrenne «profetessa figlia di<br />

Fanuele» (rimasta vedova dopo appena 7 anni di vita coniugale),<br />

che «non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e<br />

giorno con digiuni e preghiere» (vedi Lc 2,36-38).<br />

❑ Le prime comunità cristiane si occupano fin dall’inizio della condizione<br />

delle vedove: in At 6,1 si parla di una distribuzione quotidiana<br />

alle vedove; in Gc 1,27 vedove e orfani sono categorie da<br />

soccorrere; in 1Tm Paolo distingue:<br />

a) le vedove che hanno famiglia e vivono in essa, e quindi non<br />

hanno bisogno dell’assistenza della Chiesa (a queste raccomanda<br />

prima di tutto di assolvere ai loro doveri familiari, 1Tm 5,4);<br />

b) le vedove che, invece, hanno bisogno dell’assistenza della<br />

Chiesa: quelle «veramente vedove», che, rimaste sole, hanno<br />

riposto la speranza in Dio e si consacrano all’orazione e alla preghiera<br />

giorno e notte (1Tm 5,3.5.16);<br />

Paolo parla, infine, delle vedove che, assistite o no dalla Chiesa,<br />

sono chiamate a svolgere alcune funzioni ufficiali, a condizione<br />

di soddisfare a precise esigenze (1Tm 5,9-15): avere almeno 60<br />

anni, avere avuto un solo marito e avere la testimonianza di<br />

opere buone. Alle vedove più giovani, esposte (secondo Paolo) a<br />

troppe tentazioni e ai pericoli dell’ozio, l’apostolo consiglia di<br />

risposarsi, avere dei figli e governare la propria casa, per non<br />

dare nessun motivo di biasimo.<br />

Ignazio di Antiochia, nella lettera alla comunità cristiana di Smirne,<br />

identifica le vedove alle vergini, mentre Ippolito (circa 250 a.C.)<br />

nella Traditio Apostolica, 10, mette in evidenza l’aspetto ascetico e<br />

contemplativo della vita delle vedove, piuttosto che i loro compiti<br />

nell’ambito della comunità cristiana e afferma che «la vedova è istituita<br />

per la preghiera», che del resto è dovere di tutti i cristiani 1 .<br />

1 Ippolito scrive così: «Non ricevono un’ordinazione, ma solo il titolo (di vedova).<br />

L’istituzione avvenga se la donna ha perduto il marito da molto tempo; ma se da<br />

poco, non si abbia fiducia in lei. Se la donna è attempata la si tenga in prova per<br />

qualche tempo, poiché spesso le passioni invecchiano insieme con colui che fa loro<br />

posto nel proprio intimo. La vedova venga istituita con la sola parola e poi unita alle<br />

altre. Non le si faccia l’imposizione, in quanto ella non fa l’offerta né assume alcun<br />

compito liturgico. Del resto l’ordinazione è limitata al clero che svolge un ufficio liturgico,<br />

mentre la vedova è istituita per la preghiera che è dovere di tutti i cristiani».<br />

STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA

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