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stato vedovile - famigliaviva

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Teresa d’Avila descrive il “matrimonio spirituale” come uno<br />

scambio di beni tra Cristo e l’anima sua sposa. Il Signore rivelò a<br />

Santa Teresa che “era tempo che lei si curasse delle cose di lui come<br />

fossero sue, mentre egli si sarebbe preso cura di quelle di lei come<br />

fossero sue” 18 . È in questa luce che la persona vedova assume come<br />

sue “le cose di Cristo”, e cioè la Chiesa stessa nel suo essere e nella<br />

sua missione, partecipando, nella dimensione tipica del suo <strong>stato</strong>,<br />

alla vita della Chiesa. È dunque la dimensione spirituale della persona<br />

vedova in gioco, non nel senso intimistico che alcune anime<br />

possono dare al termine “matrimonio spirituale”, ma nel suo essere<br />

e nella condivisione della missione e del servizio della Chiesa. Si<br />

apre quindi per la vedova la possibilità di dare al proprio <strong>stato</strong> il<br />

senso di un cammino di autentica santità cristiana, potendo sperimentare<br />

- come è iscritto come possibilità in ogni <strong>stato</strong> di vita - la<br />

pienezza della vita di fede nella Chiesa.<br />

3.4.2 Consacrazione in una Associazione o in Istituto<br />

Tale consacrazione può avvenire anche in una associazione<br />

od istituto che preveda tale forma nella presenza delle persone<br />

vedove. In questo caso essa non perde la caratteristica nuziale che<br />

abbiamo visto nella consacrazione all’interno dell’ordo viduarum,<br />

ma la arricchisce di una specificazione particolare secondo il<br />

carisma proprio dell’istituto. L’orizzonte ecclesiale rimane quello<br />

determinante, perché è come figura di un volto particolare della<br />

Chiesa sposa che la vedova offre se stessa, consacrandosi interamente<br />

al Signore nella sua vedovanza.<br />

3.4.3 Consacrazione <strong>vedovile</strong> come consacrazione del proprio<br />

<strong>stato</strong> di vita<br />

Parliamo sempre di una consacrazione nel proprio <strong>stato</strong> di vita,<br />

e non dell’ingresso in un ordine religioso. Non possiamo escludere<br />

che il Signore chiami una persona vedova a questo, ma affermiamo<br />

che il Signore chiama la persona vedova in quanto tale a vivere un<br />

cammino spirituale di pienezza cristiana, e che tale cammino, senza<br />

mutare la definizione del proprio <strong>stato</strong>, si può specificare in una consacrazione<br />

della persona vedova all’interno della Chiesa locale.<br />

La consacrazione è comunque un evento ecclesiale, anche se<br />

avviene in modo personale e privato, come può realizzare una<br />

vedova che consacri la propria vedovanza al Signore nelle mani del<br />

padre spirituale o del parroco o dell’assistente del proprio gruppo,<br />

movimento o associazione. Consacrare a Dio la propria vita, perché<br />

si avverte la chiamata a viverla in totale unione con Cristo crocifisso<br />

e risorto, non significa emettere voti religiosi, ma specificare la<br />

18 TERESA D’AVILA, Castello interiore, Mansioni VII, 2, 1.<br />

STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA

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