stato vedovile - famigliaviva
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delle note di discernimento è che il carisma è autentico quando<br />
rende autentica la persona, informandone la vita. 20<br />
Tra tutti i carismi possibili donati dalla libertà dello Spirito<br />
particolare rilievo acquistano quelli che aiutano la vita <strong>vedovile</strong> a<br />
esprimere la propria identità specifica, secondo quanto sopra ho<br />
cercato di dire. Si deve tuttavia tenere presente che lo <strong>stato</strong> <strong>vedovile</strong><br />
non comporta per se stesso il cammino all’interno di un carisma o<br />
di uno <strong>stato</strong> vocazionale o di consacrazione. Questo è piuttosto un<br />
ulteriore elemento che configura la vita della vedova in ordine alla<br />
propria identità ed al proprio servizio. E parimenti un carisma condiviso<br />
con altri non è di per se stesso la vita che la vedova può trovare<br />
in un gruppo <strong>vedovile</strong>. Il fatto di associarsi per un migliore<br />
cammino di vita cristiana, possibile ed anzi auspicabile, non rappresenta<br />
di per sé un carisma. E ancora il servizio di missione che<br />
una vedova può assumere non è necessariamente un carisma, se<br />
esso non informa la totalità della vita. Si può benissimo accudire<br />
alle persone anziane e sole o collaborare in opere di carità, senza<br />
che vi sia un peculiare carisma.<br />
Il carisma viene piuttosto ad informare, cioè a dare forma -<br />
qualora vi sia e sia autentico - allo <strong>stato</strong> <strong>vedovile</strong>, specificandone<br />
l’intrinseco dinamismo spirituale. Quando ad esempio la carità<br />
diviene l’anima di tutta la vita della vedova, il suo principio ispiratore,<br />
senza che più nulla della sua vita sfugga a questa dimensione<br />
spirituale, né la vita familiare di educazione dei figli, né la vita di<br />
preghiera, né alcun altra espressione, solo allora si può parlare - in<br />
senso pieno e stabile - di carisma.<br />
Con questo non si vuol dire che l’esercizio di atti di carità fraterna,<br />
di solidarietà, di servizio o di missione non siano informati<br />
dallo Spirito e non siano ad esso riconducibili - che anzi senza<br />
questo non sarebbero veri atti di vita cristiana - ma si desidera sottolineare<br />
che la vita <strong>vedovile</strong> è specificata nel senso di un carisma,<br />
quando si tratta di un coinvolgimento totale e pieno di vita in una<br />
specifica dimensione spirituale.<br />
3.5.2 Due luminosi esempi nella Chiesa italiana<br />
Un carisma può vivere in una singola persona, come essere<br />
condiviso in una associazione od in un istituto. È quanto promuoveva<br />
ad esempio padre Enrico Mauri, cui fu dato giustamente nei<br />
nostri tempi il titolo di pater viduarum, perché cercò sempre di ani-<br />
20 Così già la Didaché riteneva che dalle opere e non dalle parole del profeta si distinguesse<br />
il vero dal falso profeta. Il profeta che comandasse di imbandire una mensa,<br />
presumibilmente per i poveri, e ne mangiasse, era da considerarsi inautentico, in<br />
quanto il suo comportamento non era informato dalla verità delle sue parole. In tal<br />
caso era da considerarsi non un profeta ma uno che mercanteggiava il Cristo (christemporos)<br />
per motivi personali. Vedi Didaché 11, 1-12, in I Padri Apostolici, a cura<br />
di A. Quacquarelli, Collana di testi patristici 5, Città Nuova ed., Roma 1981, p. 37.<br />
STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA