stato vedovile - famigliaviva
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nuova chiamata, come accadde alla vedova di Zarepta nell’accogliere<br />
Elia (1 Re 17, 8-23). E si compie allora il miracolo di una<br />
nuova vocazione, che è ad un tempo dono e risposta. La persona<br />
vedova offre allora se stessa nuovamente, come già nel battesimo e<br />
nel sacramento del matrimonio, al Signore, per il compito che lui le<br />
affida. E ne fa un prolungamento del suo dono di amore al Signore<br />
nel tessuto concreto della propria esistenza.<br />
Ogni incontro con Cristo Risorto è ecclesialmente fecondo e da<br />
un rinnovato incontro con Cristo, in una nuova condizione di vita,<br />
può ben scaturire una nuova vocazione. La vocazione altro non è che<br />
la forma che nella vita e nella storia, per la grazia, prende il nostro<br />
rapporto personale con Cristo. Ogni incontro infatti specifica la persona<br />
e, accogliendo l’incontro con il Signore a nuove profondità, possiamo<br />
ritrovare dentro di noi nuovi volti di questo incontro.<br />
Se la persona vedova è consolata da un impegno nuovo, lo è<br />
non tanto perché esso occupa le energie altrimenti doloranti - sebbene<br />
questa possa essere una iniziale spinta - ma più profondamente<br />
perché l’animo si dilata a nuove dimensioni dell’amore fraterno<br />
per gli uomini, nel nome di un rinnovato incontro con Cristo.<br />
La chiamata impegna allora alla risposta, e tale risposta è ancora<br />
dono di sé nel profondo dell’essere, prima ancora che nell’agire.<br />
Nella gamma pressoché infinita di queste vocazioni si specifica<br />
dunque una nuova qualità di amore che, donato, aiuta la persona<br />
vedova a compiere in modo nuovo la propria persona nell’orizzonte<br />
della comunione. La vedova potrà così sperimentare che vi è più<br />
gioia nel dare che nel ricevere (At 20, 35) e che l’amore donato si<br />
moltiplica in gioia e pace nel cuore, diviene il luogo segreto di una<br />
profonda comunione con Cristo.<br />
3.3 Associarsi per crescere insieme nella comunione dei santi<br />
Ecco che allora le vedove possono anche associarsi nella<br />
Chiesa, per condividere il cammino della scoperta e dell’impegno,<br />
per condividere il servizio e l’amore. L’associazione non impegna di<br />
per sé a particolari dimensioni di vita, ma esprime l’esigenza del<br />
sostegno reciproco e della condivisione. Essa può avere come scopo<br />
un sostegno spirituale nella condizione <strong>vedovile</strong>, o anche la condivisione<br />
di qualche attività o servizio.<br />
È comunque un modo in cui si esprime la partecipazione, la<br />
volontà di condividersi, di far vivere l’amore nelle sue molteplici<br />
dimensioni. Nello stesso tempo è una riscoperta della Chiesa, come<br />
sposa e corpo di Cristo da servire e da amare, che si traduce in più<br />
piena e profonda esperienza ecclesiale.<br />
La Chiesa è infatti in se stessa un mistero di comunione ed<br />
ogni credente e battezzato ne è parte viva in virtù della comunione<br />
STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA