stato vedovile - famigliaviva
stato vedovile - famigliaviva
stato vedovile - famigliaviva
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
46<br />
nonima stanza d’ospedale. Oggi pare che il tentativo sia quello di<br />
ottenere l’esatto contrario: la morte va evitata, va nascosta a se<br />
stessi e a chi ci sta vicino.<br />
Quando capita di parlarne spontaneamente pensiamo a lei con<br />
il giusto timore, consapevoli di essere di fronte a un mistero, ma vi è<br />
un altro tipo di timore sul quale è opportuno riflettere: quello che<br />
come un muro s’innalza tra chi, suo malgrado, è direttamente toccato<br />
dall’esperienza della morte e del lutto e chi invece la vede passare<br />
accanto assistendovi come uno spettatore. Avvicinarsi al dolore altrui<br />
non è facile. Comporta una sorta di contaminazione con il dolore<br />
stesso cui spesso si reagisce con una imbarazzante e non sempre corretta<br />
“compassione” intesa però nella sua accezione più negativa.<br />
Certo tutti ci auguriamo di non morire di qui a pochi giorni<br />
ma, se questo fatto che fa parte della vita ci fosse posto accanto<br />
come un silenzioso compagno di viaggio, come reagiremmo?<br />
La società sembra risponderci con un benevolo sorriso: “la<br />
morte? Non esiste! E per ora è meglio non angustiarsi!”<br />
Il prototipo della famiglia perfetta, quella che la mattina fa<br />
colazione con i biscotti pan di stelle o che va festante al Mc<br />
Donald’s, ha occupato prepotentemente il posto della semplice quotidianità<br />
che è fatta di alti e bassi, d’umori più o meno buoni o di<br />
problemi più o meno grandi e naturalmente anche di gioie. Per i più<br />
chi non si adegua al tipo di famiglia formato pubblicità, rischia di<br />
sentirsi fuori posto. In quest’ottica è spontaneo pensare che “normali”<br />
siano coloro i quali si adattano perfettamente ad un modello<br />
preconfezionato dal “creativo di turno”.<br />
Quando però un dramma colpisce la famiglia Mulino Bianco<br />
nessuno sa cosa fare, nessuno sa cosa dire, perché questo non era in<br />
programma!<br />
Parlare della morte non è mai facile anche se si è sperimentata<br />
in prima persona. Mi auguro di avere la delicatezza e al contempo<br />
l’incisività necessarie affinché queste parole siano un valido aiuto<br />
per comprendere la complessa realtà di una “famiglia vedova”.<br />
Anch’io ho vissuto in famiglia l’esperienza del lutto. Mio<br />
marito è morto circa sei anni fa in un incidente stradale. Abbiamo<br />
tre bambine, che al momento della sua morte avevano: sei, quattro<br />
e un anno. La vita è stata immediatamente durissima per svariati<br />
motivi di ordine pratico, ma non solo.<br />
La mia storia credo sia simile a quella di tante altre donne che<br />
si sono viste portar via nel giro di pochi minuti i progetti e i sogni di<br />
tutta una vita.<br />
La famiglia, i bambini, il lavoro; il quadro intero di una vita,<br />
completamente distrutto. Pur non desiderandolo, ci si trova un<br />
brutto giorno a dover disegnare da capo un’opera d’arte che si pensava<br />
fosse ormai già definita. Pensiamo alla tavolozza di un artista<br />
piena di colori messi confusamente uno accanto all’altro.<br />
STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA