4 STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA
I ntroduzione Mons. RENZO BONETTI 5 Dopo i due precedenti convegni sulla vedovanza, del 1997 e del 1999, voluti dall’Ufficio nazionale della CEI per la pastorale familiare, si è giunti a questo nuovo appuntamento “Stato <strong>vedovile</strong> tra perdita e risorsa” per mettere in risalto la chiamata della persona vedova all’interno di una vita familiare ed ecclesiale in cui essa non sia solo ‘destinataria’ della dovuta attenzione verso il suo <strong>stato</strong>, ma possa essere anche uno dei soggetti che concorre a costruire la società civile e la Chiesa. La vedova, nel suo percorso spirituale, per il particolare <strong>stato</strong> di vita in cui ‘si trova’ e a cui è chiamata a dare un significato, può essere capace di ‘dare tutto’ (facendo riecheggiare le straordinarie parole: “quello che ho te lo do”). Così la persona vedova diventa capace di un apostolato grande, straordinario; in particolare le vedove sono capaci nel loro dolore di ‘dare testimonianza’, e quindi di evangelizzare. Ciò avviene sia per la quotidiana testimonianza del vissuto cui si è chiamate a dare significato, sia in forme e modalità particolari (nella realtà italiana in special modo associative) che esprimono in modo esplicito il senso della vedovanza come <strong>stato</strong> di vita riconosciuto nella Chiesa. La loro testimonianza è data da un pulpito particolare. La persona vedova è infatti già dentro il mistero pasquale, dentro l’evento della morte e risurrezione, dell’annuncio pasquale improntato alla domanda fondamentale: «Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”»’ (Gv 20, 15). La morte per lei diventa il sinonimo non del tutto-perso, ma del tutto-dato, ed è per questo che la realtà <strong>vedovile</strong> è grande, come grande è il mistero della morte. Con l’attenzione particolare allo <strong>stato</strong> <strong>vedovile</strong> il messaggio che si vuole dare alla comunità cristiana è forte, ma è quello che nasce dal proprio dolore: aiutare l’altro perché in esso è riflesso l’amore di Cristo, ed è motivo di edificazione, superando il senso individualistico che tale termine potrebbe possedere, ed ampliandosi nel rapporto con i fratelli. La vedovanza, lo <strong>stato</strong> <strong>vedovile</strong>, è una chiamata alla santità. La sponsalità ferita della vedova, del vedovo, non è incompiuta; non viene meno la chiamata ad un dono. Esserlo per la Chiesa è esserlo per tutti. Così, anche quelle situazioni che sono segnate dalla morte, che sono più ferite nella carne, sono esaltate nello Spirito. È una maternità, una paternità (anche se in Italia molto meno sono i vedovi) aperta a tutti. Questo quaderno raccoglie le relazioni svolte nei giorni 9-11 marzo 2001, dove si è voluto dare spazio sia ai fondamenti e STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA