stato vedovile - famigliaviva
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Il munus profetico ricevuto nel battesimo viene così a rivestire<br />
una nuova dimensione, inerente allo <strong>stato</strong> della vedovanza. Lo<br />
stesso possiamo dire per il munus sacerdotale, che assimila l’offerta<br />
della vedova a quella stessa di Cristo, secondo l’antichissima tradizione<br />
della Chiesa. Ed in virtù di questo essa partecipa più intimamente<br />
al munus regale, mediante il quale Cristo sconfigge tutti i suoi<br />
nemici, compresa la morte, poiché inaugura la vita nuova e dona<br />
agli uomini di parteciparne mediante l’effusione dello Spirito Santo.<br />
La vedova che vive in Cristo il proprio <strong>stato</strong> partecipa non solo<br />
all’attesa del Cristo in corpore ecclesiae, ma anche all’attesa del<br />
Risorto di incorporare a sé, nell’amore nuziale, l’intera umanità. La<br />
sua preghiera, vissuta nell’offerta e nel sacrificio, rappresenta, in<br />
Cristo e nella Chiesa, una epiclesi, una invocazione dello Spirito in<br />
vista delle nozze escatologiche, che avvicina la figura della vedova<br />
a quella di Maria vergine, sposa, madre, vedova.<br />
La vedova dunque continua nella Chiesa il suo cammino spirituale<br />
di grazia e di amore, di cammino verso la divinizzazione in<br />
Cristo dell’intero proprio essere personale. Essa non può pensarsi<br />
fuori della Chiesa, di cui è figura, e la Chiesa stessa la assume come<br />
figura della propria verità. Scaturisce da qui l’impegno della Chiesa<br />
nei confronti della vedova, affinché possa realizzare in pienezza il<br />
proprio cammino di spiritualità e di santità. È compito precipuo dei<br />
pastori seguire il cammino delle vedove, come già attesta la<br />
Scrittura (1 Tim 5,3.9.11.16; 1Cor 7,8; Giac 1,27), affinché esso<br />
possa trovare la sua strada interiore, senza essere disorientato dal<br />
dolore e spinto verso una consolazione illusoria e vana.<br />
Il Presbitero - volto storico e sacramentale dello Sposo escatologico<br />
- vive nei confronti della vedova un particolare impegno, perché<br />
vede in essa il volto sofferente della Sposa e l’attesa del compimento<br />
del mistero. Per questo essi sono chiamati ad assistere la vedova non<br />
solo materialmente in seno alla comunità, ma ancor più spiritualmente,<br />
offrendo quell’indispensabile sostegno ed orientamento al suo<br />
cammino. E la Chiesa intera partecipa con la propria vitalità sacramentale<br />
a tale cammino. È di particolare luce per la vedova coltivare<br />
l’ascolto della parola e la preghiera, il proprio rapporto con Cristo<br />
Sposo nell’eucaristia e condividere, con tutta la Chiesa, l’attenzione<br />
materna verso i poveri e la carità fraterna. Sono dimensioni della spiritualità<br />
concreta della vedova nel suo peculiare <strong>stato</strong>. Si crea così uno<br />
scambio di doni nel corpo mistico di Cristo, uno scambio tessuto nella<br />
comunione e rinviante alla comunione ed alla missione.<br />
La prima missione della vedova sta nella custodia del proprio<br />
<strong>stato</strong> di vita, poiché è in esso che essa è “figura di annuncio”. Come<br />
ogni credente, ogni battezzato, la vedova non ha una missione preferenziale<br />
ad altre che derivi dal suo <strong>stato</strong> di vita, ma incarna - là<br />
dove la provvidenza la pone - l’integralità della propria esperienza<br />
cristiana. Delle dimensioni fondanti di questa esperienza qualcosa<br />
STATO VEDOVILE: TRA PERDITA E RISORSA