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CAPITOLO 6 6.1 – L'iperbole sferica ed ellissoidica Siano A e B due ...

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La navigazione iperbolica<br />

<strong>CAPITOLO</strong> 6<br />

PROPRIETÀ DELLE CONICHE SFERICHE<br />

<strong>6.1</strong> <strong>–</strong> L’iperbole <strong>sferica</strong> <strong>ed</strong> <strong>ellissoidica</strong><br />

<strong>Siano</strong> A e B <strong>due</strong> stazioni radiotrasmittenti sulla terra supposta <strong>sferica</strong> il<br />

cui segnale è ricevuto da una stazione ricevente posta in R e distante da e<br />

db da dalle <strong>due</strong> stazioni (v. figura <strong>6.1</strong>); la differenza Δd costante<br />

definisce sulla sfera <strong>due</strong> iperboli sferiche di fuoco A e B; queste curve, al<br />

contrario della loro rappresentazione sul piano, sulla sfera non si<br />

estendono all’infinito ma sono rappresentate da <strong>due</strong> ellissi sferiche l e l’;<br />

ellisse l ha per fuochi le stazioni B <strong>ed</strong> A’ (antipodo della stazione A); l’<br />

ellisse l’ ha per fuochi le stazioni A e B’ (antipodo della stazione B).<br />

Figura <strong>6.1</strong> <strong>–</strong> Rappresentazione delle iperboli <strong>ed</strong> ellissi sferiche<br />

Dalla figura <strong>6.1</strong> si ricava che:<br />

da b<br />

= π − RA'<br />

, d = π − RB'<br />

, Δ d = RB'−RA'<br />

(<strong>6.1</strong>)<br />

Inoltre si può facilmente osservare che le <strong>due</strong> ellissi sono dei rami di<br />

iperboli: sommando le distanze dei punti sulle ellissi dai <strong>due</strong> fuochi (per<br />

esempio B e A’):<br />

RB b π<br />

+ RA'=<br />

π + d - da<br />

= − Δ d = costante (6.2)<br />

Dalla geometria di figura <strong>6.1</strong> si può notare che le iperboli sferiche sono<br />

simmetriche alle tre circonferenze massime rappresentate in figura<br />

236


237<br />

Mario Vultaggio<br />

(c.m.1,c.m.2 e c.m.3); quella contenete le stazioni A e B è nota come linea<br />

di base e la loro distanza fornisce la distanza focale di tutte le iperboli<br />

sferiche rappresentate dalle differenze di distanza Δ di = cost<br />

. Al<br />

variare della differenza di distanza si ottengono tutta una serie di<br />

iperboli detti omofocali <strong>ed</strong> ogni coppia di iperboli è individuata da una<br />

differenza di distanza. Rimane da eliminare l’ambiguità di appartenenza<br />

della stazione ricevente ad uno dei <strong>due</strong> rami. Questa ambiguità,<br />

comunque, è risolta per mezzo di esp<strong>ed</strong>ienti tecnici che comunque<br />

saranno esaminati in seguito quando saranno trattati i vari sistemi di<br />

navigazione iperbolica.<br />

L’iperbole <strong>sferica</strong>, per associazione, gode della stessa proprietà della<br />

bisettrice di altezza usata in astronomia nautica, dato che essa è definita<br />

da una differenza di distanza, ovvero è bisettrice dell’angolo che le <strong>due</strong><br />

circonferenze massime che definiscono le distanze a b d e d della stazione<br />

ricevente R dalle stazioni trasmittenti A e B.<br />

Figura 6.2 <strong>–</strong> Rappresentazione di rami di iperboli sferiche<br />

In figura 6.2 siano l1 e l2 <strong>due</strong> rami di iperboli rappresentati<br />

rispettivamente dalle differenze di distanze<br />

figura 6.2, anche<br />

Δ d1 e Δd<br />

2 ; essendo dalla<br />

d a − db<br />

= AV1<br />

+ V1V<br />

−VB<br />

e db<br />

− d a = BV + V1V<br />

− AV1<br />

e 2 d b − d a<br />

= 2VV<br />

'<br />

'<br />

Δ d = V V e Δd<br />

= V V<br />

(6.3)<br />

1<br />

1<br />

1<br />

Si può ricavare la distanza tra i <strong>due</strong> rami sulla linea di base:<br />

2<br />

2<br />

2<br />

1


La navigazione iperbolica<br />

l<br />

= V V<br />

'<br />

= V V<br />

b 1 2 1<br />

'<br />

2<br />

238<br />

( d )<br />

'<br />

'<br />

V2V2<br />

− V1V1<br />

Δd<br />

2 − Δd1<br />

δ Δ<br />

=<br />

= =<br />

2<br />

2 2<br />

(6.4)<br />

6.2.1 <strong>–</strong> Incertezza dell’iperbole <strong>sferica</strong><br />

La relazione (6.4) può essere messa in relazione con la generica distanza<br />

tra <strong>due</strong> rami di iperbole di punti che non si trovano sulla linea di base.<br />

Supposto che la differenza δ ( Δ d)<br />

sia molto piccola in modo da poter<br />

considerare i <strong>due</strong> rami l1 e l2 molto vicini;in questa ipotesi, i rami di<br />

iperbole si possono rappresentare su un piano tangente alla sfera in P; in<br />

questo modo anche i rami di circonferenza massima passanti per P e le<br />

<strong>due</strong> stazioni A e B possono essere considerati paralleli. La figura 6.3<br />

rappresenta la geometria dei rami di c.m. e i rami di iperbole che distano<br />

della differenza δ ( Δ d)<br />

Figura 6.3 <strong>–</strong> Geometria dei rami di iperbole definite da <strong>due</strong> differenze<br />

di distanza molto prossime tra di loro.<br />

In figura 6.3,il ramo di iperbole l2 è rappresentato dalla seguente<br />

relazione: Δ d 2 = Δd1<br />

+ δ ( Δd<br />

) con δ ( Δ d)<br />

molto piccolo e con P<br />

rappresentato dalla differenza di distanza Δ d1 = db<br />

− d a . Si consideri un<br />

punto Q sul ramo l1 le cui distanze dalle <strong>due</strong> stazioni A e B sono<br />

rispettivamente:<br />

d<br />

'<br />

a<br />

' ( Δd<br />

) e d = d + ( Δd<br />

)<br />

= δ<br />

d a + δ<br />

b b<br />

(6.5)


239<br />

Mario Vultaggio<br />

Il punto R sul ramo l2 è caratterizzato di avere le seguenti distanze dalle<br />

<strong>due</strong> stazioni trasmittenti:<br />

'<br />

'<br />

[ d a ] = d a + ( Δd<br />

) e [ d b ] = d b<br />

R<br />

δ (6.6)<br />

essendo, per costruzione geometrica, il segmento QH= ( Δd<br />

)<br />

δ e la<br />

distanza RB=db; inoltre, avendo considerato i <strong>due</strong> rami di iperbole<br />

paralleli, la distanza RS rappresenta la minimi distanza tra i <strong>due</strong> rami e<br />

fornisce l’errore dell’iperbole l prodotta dall’errore di misura δ ( Δd<br />

) .<br />

Indicando con α l’angolo che i <strong>due</strong> rami di c.m. formano in P, dai<br />

triangoli PRS e QRS si ricava che:<br />

1<br />

PS = QS = PQ<br />

2<br />

α<br />

PQ = δ ( Δd<br />

) sec<br />

2<br />

Considerando, infine il triangolo rettangolo QRS si ha:<br />

R<br />

(6.7)<br />

α 1<br />

α<br />

l = QS cot = δ ( Δd<br />

) cosec<br />

(6.8)<br />

2 2<br />

2<br />

Relazione che fornisce l’incertezza dell’iperbole <strong>sferica</strong> in termini<br />

dell’errore di misure δ ( Δd<br />

) e dell’angolo α. La (6.8) permette di dare<br />

giustificazione della (6.4) dato che essendo sulla linea di base α = π<br />

l’incertezza minima dell’iperbole <strong>sferica</strong> si ha su tutti i punti all’interno<br />

della linea di base e compresi tra le <strong>due</strong> stazioni mentre l’incertezza<br />

cresce con l’allontanarsi delle stazioni P dalla stessa linea di base;<br />

osservazione molto importante è che l’incertezza è massima in tutti i<br />

punti esterni alle <strong>due</strong> stazioni <strong>ed</strong> appartenenti alla linea di base per i<br />

quali l’angolo α = 0 . Essendo l’angolo α legato alla geometria<br />

dell’iperbole <strong>sferica</strong> si può dare il concetto di amplificazione<br />

dell’incertezza prodotta dalla geometria dell’iperbole.<br />

6.2.2 <strong>–</strong> Fattore di precisione <strong>ed</strong> incertezza dell’iperbole <strong>sferica</strong><br />

Essendo le misure affette da errori, il luogo che esse definiscono è<br />

differente dalla sua esatta posizione; nasce il concetto di incertezza ε<br />

definita come distanza tra la posizione esatta del mobile <strong>ed</strong> il luogo<br />

relativo all’errata informazione; per quanto trovato con la (6.8), l’<br />

incertezza del luogo di posizione può essere generalizzata con la<br />

seguente relazione:


La navigazione iperbolica<br />

1 α<br />

ε = ± Kx cosec<br />

(6.9)<br />

2 2<br />

Con K una costante di trasformazione che permette di trasformare l’<br />

errore di misura in distanza Kx = δ ( Δd<br />

) . Per un dato errore x<br />

l’incertezza ε dipende dalla posizione del ricevitore (rel. 6.9).<br />

Figura 6.4 <strong>–</strong> Incertezza dell’iperbole <strong>sferica</strong>.<br />

Sia R la posizione esatta del ricevitore <strong>ed</strong> l il ramo di iperbole associato.<br />

<strong>Siano</strong> l1 e l2 i <strong>due</strong> rami corrispondenti alla misura ( Δ d ) errata di ±x;<br />

l’incertezza ε diminuisce con il crescere dell’angolo α e assume il<br />

valore minimo per un ricevitore sulla linea di base:<br />

1<br />

ε min = ± Kx<br />

(<strong>6.1</strong>0)<br />

2<br />

Mentre l’incertezza massima si ha per ricevitori posti sempre sulla linea<br />

di base ma esterni alle <strong>due</strong> stazione.<br />

ε<br />

Il rapporto Σ = definisce il fattore di precisione geometrica e<br />

Kx<br />

corrisponde al DOP introdotto in navigazione satellitare. Questo fattore<br />

240


241<br />

Mario Vultaggio<br />

può essere usato per tracciare delle curve di uguale angolo α (v. figura<br />

6.5) come si può ricavare direttamente dalla relazione (6.9).<br />

Figura 6.5 <strong>–</strong> Curve di uguale fattore . Σ<br />

Infatti le curve di uguale fattore Σ sono curve sulle quali il ricevitore R<br />

osserva le <strong>due</strong> stazioni sotto lo stesso angolo α (curve studiate in<br />

navigazione); queste curve, tracciate sia sulla sfera che sull’ellissoide,<br />

per distanze non molto grandi, possono essere approssimate ad archi di<br />

circonferenze<br />

6.2.3 <strong>–</strong> Incertezza della posizione deterministica<br />

La determinazione della posizione da misure associate a differenze di<br />

distanza [ Δ d A,<br />

B ,Δd<br />

C,<br />

D ] è definita dai <strong>due</strong> rami di iperbole associate a <strong>due</strong><br />

coppie di stazioni emittenti che operano nell’area regionale in cui si<br />

trova il ricevitore. La figura 6.6 rappresenta la posizione ottenuta per<br />

intersezione di <strong>due</strong> rami iperbolici associate alle coppie di stazione<br />

[ A , B]<br />

e [ C,<br />

D]<br />

. Dato che, occorre considerare le misure affette da errori<br />

± x , ± x , i <strong>due</strong> rami sono affette dagli errori:<br />

1<br />

2<br />

y = ± Kε<br />

x e y = ± Kε<br />

x<br />

(<strong>6.1</strong>1)<br />

1<br />

1<br />

1<br />

La posizione va ricercata all’interno dell’area delimitata dal<br />

parallelogramma rappresentato in figura 6.6:<br />

2<br />

2<br />

2


La navigazione iperbolica<br />

Figura 6.6 <strong>–</strong> Area di certezza o incertezza della posizione<br />

L’area racchiusa dal parallelogramma fornisce una valutazione<br />

qualitativa dell’incertezza della posizione; il valore numerico però può<br />

essere calcolato considerando l’area sul piano tangente al punto R e<br />

supponendo linearizzati i rami di iperbole che racchiudono l’area di<br />

certezza. La figura 6.7 fornisce la geometria dell’area di certezza<br />

rappresentata sul piano tangente.<br />

242


243<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura 6.7 <strong>–</strong> Area di certezza della posizione sul piano nautico<br />

L’area di certezza, definita dal parallelogrammo, è:<br />

Nella quale:<br />

P D<br />

senα<br />

Area = P1<br />

P2<br />

• P3C<br />

(<strong>6.1</strong>2)<br />

2y<br />

senα<br />

1<br />

2<br />

P1P2 = =<br />

P3C<br />

= y1<br />

Per cui l’area che fornisce l’incertezza della posizione è:<br />

e<br />

2<br />

(<strong>6.1</strong>3)<br />

4y1<br />

y2<br />

Area = (<strong>6.1</strong>4)<br />

senα<br />

L’incertezza massima è fornita dalla diagonale RP3 che può essere<br />

facilmente calcolata applicando il teorema di Carnot:<br />

( π − α )<br />

2 2 2<br />

d = RE + P E − RE • P E cos<br />

(<strong>6.1</strong>5)<br />

3<br />

2 3<br />

che può essere ulteriormente semplificata nella seguente relazione:<br />

2<br />

2<br />

2 y1<br />

y2<br />

2y1<br />

y2<br />

d = + + cosα<br />

2<br />

2<br />

2<br />

sen α sen α sen α<br />

ottenuta avendo sostituito nella (<strong>6.1</strong>5) le seguenti espressioni:<br />

2<br />

2 y1<br />

RE = 2<br />

sen α<br />

E quindi la relazione finale<br />

e<br />

2<br />

2 y2<br />

P3<br />

E = 2<br />

sen α<br />

1<br />

d =<br />

senα<br />

2 2<br />

y1<br />

+ y2<br />

+ 2y1<br />

y2<br />

cosα<br />

(<strong>6.1</strong>6)


La navigazione iperbolica<br />

che rappresenta il valore massimo d’incertezza del punto da associare al<br />

ricevitore R. Si può osservare che il valore della diagonale assume un<br />

valore minimo quando l’angolo α, definito dai rami iperbolici, assume il<br />

valore di 90°.(condizione ben nota in navigazione costiera). Si può fare<br />

osservare, infine, che quando gli errori y1 e y2 hanno lo stesso valore (y1<br />

= y2) il parallelogramma di certezza assume la forma di un quadrato.<br />

6.2.4 <strong>–</strong> Incertezza statistica della posizione<br />

L’incertezza della posizione calcolata considerando i valori massimi<br />

degli errori di misura è poco realistica dato che la loro probabilità di<br />

verificarsi simultaneamente con il loro corrispondente valore massimo è<br />

molto bassa; per questi motivi è utile calcolare l’incertezza della<br />

posizione dal punto di vista probabilistico introducendo errori<br />

appartenente alla classe degli errori gaussiani (errori aleatori) a m<strong>ed</strong>i<br />

nulla <strong>ed</strong> indipendenti tra loro.<br />

Ricordando che la deviazione standard (nota come scarto quadratico<br />

m<strong>ed</strong>io è data dalla seguente espressione:<br />

N<br />

∑<br />

=<br />

2<br />

xi<br />

σ = ± i 1<br />

(<strong>6.1</strong>7)<br />

N −1<br />

Allora le deviazioni standard associati agli errori (<strong>6.1</strong>1), indipendenti tra<br />

loro, possono essere scritte nel seguente modo:<br />

σ = K ε σ e σ = Kε<br />

σ<br />

(<strong>6.1</strong>8)<br />

1<br />

1<br />

'<br />

1<br />

e la loro applicazione geometrica è rappresentata nella seguente figura<br />

6.8.<br />

Figura 6.8 <strong>–</strong> Area di certezza statistica della posizione sul piano<br />

nautico<br />

È importante fare osservare che i punti che si trovano sul perimetro del<br />

parallelogrammo non hanno la stessa probabilità; la teoria degli errori<br />

244<br />

2<br />

2<br />

'<br />

2


245<br />

Mario Vultaggio<br />

dimostra che i punti con la stessa probabilità di errore si trovano su una<br />

ellisse i cui assi (rappresentati dai rami iperbolici ) sono i diametri<br />

coniugati; i parametri delle ellissi omofocali sono funzioni dei <strong>due</strong> scarti<br />

quadratici m<strong>ed</strong>i ( σ e σ ) e dell’angolo α (v. figura 6.9)<br />

1<br />

2<br />

Figura 6.9 <strong>–</strong> Ellisse di probabilità sul piano nautico<br />

La teoria fornisce gli assi dell’ellisse in funzione degli scarti quadratici<br />

m<strong>ed</strong>i considerando sempre errori casuali indipendenti:<br />

2 2 2 2 2 2<br />

( σ + σ ) − σ σ<br />

⎤<br />

1 2 4 1 2 sen<br />

⎥⎦ 2 1 ⎡ 2 2<br />

σ =<br />

⎢⎣<br />

σ 1 + σ 2 +<br />

α<br />

2<br />

2sen<br />

α<br />

x (<strong>6.1</strong>9)<br />

2 2 2 2 2 2<br />

( σ + σ ) − σ σ<br />

⎤<br />

1 2 4 1 2 sen<br />

⎥⎦ 2 1 ⎡ 2 2<br />

σ =<br />

⎢⎣<br />

σ 1 + σ 2 −<br />

α<br />

2<br />

2sen<br />

α<br />

x (6.20)<br />

6.3 <strong>–</strong> Le coniche sferiche<br />

Nei paragrafi prec<strong>ed</strong>enti si è affermato che i luoghi associate a<br />

differenze di distanza possono essere delle iperboli, delle ellissi oppure<br />

delle circonferenze massime. Per tutti i casi trovati esiste una relazione<br />

matematica che permette di poter esplicitare la loro natura essendo esse<br />

appartenenti, in generale, alle cosiddette coniche sferiche.


La navigazione iperbolica<br />

Si definisce conica <strong>sferica</strong> il luogo dei punti della sfera per i quali la<br />

somma o la differenza delle distanze sferiche da <strong>due</strong> punti fissi è<br />

costante.<br />

Per dimostrare queste proprietà si consideri un sistema sferico di<br />

coordinate polari (ρ,θ) con polo del sistema il punto m<strong>ed</strong>io dell’arco di<br />

circonferenza massima AB, posto uguale a 2c e come semiasse polare<br />

fondamentale MB (v. figura <strong>6.1</strong>0).<br />

Figura <strong>6.1</strong>0 <strong>–</strong> Sistema sferico polare<br />

Considerando i <strong>due</strong> triangoli sferici ARM e BRM si calcolano le distanze<br />

da e db di R dalle stazioni di riferimento A e B.<br />

cos = cosc<br />

cos ρ + sencsenρ<br />

cosθ<br />

(6.21)<br />

d b<br />

cos = cosc<br />

cos ρ − sencsenρ<br />

cosθ<br />

(6.22)<br />

d a<br />

Sommando e sottraendo la (6.22) e la (6.21) si ottengono le <strong>due</strong> seguenti<br />

relazioni:<br />

cos + cos d = 2cosc<br />

cos ρ e cos − cos d = 2sencsenρ<br />

cosθ<br />

d b<br />

a<br />

246<br />

db a<br />

che possono essere ulteriormente sviluppate applicando le relazioni di<br />

prostaferesi:<br />

db + da<br />

db<br />

− da<br />

2cos cos = 2cosc<br />

cos ρ<br />

2 2<br />

(6.23)<br />

db<br />

+ d a d b − d a<br />

− 2sen sen = 2sencsenρ<br />

cosθ<br />

(6.24)<br />

2 2


247<br />

Mario Vultaggio<br />

Le relazioni (6.23) e (6.24) sono usate per considerare il caso di iperbole<br />

<strong>sferica</strong> e quello di ellisse <strong>sferica</strong>.<br />

Per trovare l’equazione dell’iperbole <strong>sferica</strong> poniamo (db-da=2ai);<br />

quadrando e sommando si ha:<br />

cos<br />

sen<br />

2<br />

2<br />

d<br />

d<br />

b<br />

b<br />

+ d<br />

2<br />

+ d<br />

2<br />

a<br />

a<br />

2 2<br />

cos ccos<br />

ρ<br />

= 2<br />

cos a<br />

2 2 2<br />

sen csen ρ cos θ<br />

=<br />

2<br />

sen a<br />

i<br />

i<br />

i<br />

2 2<br />

2 2 2<br />

cos ccos<br />

ρ sen csen ρ cos θ<br />

1 = +<br />

(6.25)<br />

2<br />

2<br />

cos a sen a<br />

2<br />

2 2<br />

2<br />

sostituendo nella (6.25) sen c = 1− cos c e cos ρ = 1−<br />

sen ρ , dopo avere<br />

liberato il denominatore ,la (6.25) può essere ulteriormente scritta nella<br />

seguente forma:<br />

⎡<br />

⎤<br />

⎢ 2<br />

2 2<br />

2 cos θ cos ccos<br />

ρ ⎥<br />

sen ρ ⎢ +<br />

= 1<br />

2<br />

2 ⎥<br />

(6.26)<br />

⎢sen<br />

ai<br />

cos ai<br />

1−<br />

⎥<br />

2<br />

⎢⎣<br />

cos c ⎥⎦<br />

relazione che può essere considerata l’equazione della conica <strong>sferica</strong><br />

scritta in termini di iperbole.<br />

Per l’ellisse <strong>sferica</strong>, ponendo (db+da=2ae) si ottiene ancora una relazione<br />

simile alla (6.26) solo che occorre sostituire ai con ae:<br />

⎡<br />

⎤<br />

⎢ 2<br />

2 2<br />

2 cos θ cos ccos<br />

ρ ⎥<br />

sen ρ ⎢ +<br />

= 1<br />

2<br />

2 ⎥<br />

(6.27)<br />

⎢sen<br />

ae<br />

cos ae<br />

1−<br />

⎥<br />

2<br />

⎢⎣<br />

cos c ⎥⎦<br />

Le relazioni (6.26) e (6.27) possono essere generalizzati con la seguente<br />

relazione, specificando il valore di a rispetto anche rispetto alla distanza<br />

c.:<br />

⎡<br />

⎤<br />

⎢ 2<br />

2 2<br />

2 cos θ cos ccos<br />

ρ ⎥<br />

sen ρ ⎢ +<br />

= 1<br />

2<br />

2 ⎥<br />

(6.28)<br />

⎢ sen a cos a<br />

1−<br />

⎥<br />

2<br />

⎢⎣<br />

cos c ⎥⎦<br />

La (6.28) si presta ad analizzare i casi di iperbole <strong>sferica</strong> e di ellisse<br />

<strong>sferica</strong>.<br />

i


La navigazione iperbolica<br />

6.3.1 <strong>–</strong> L’iperbole <strong>sferica</strong><br />

La 6.28 rappresenta l’iperbole <strong>sferica</strong> quando si considerano i casi di<br />

2<br />

cos a<br />

a


249<br />

Mario Vultaggio<br />

6.3.2 <strong>–</strong> L’ellisse <strong>sferica</strong><br />

La 6.28 rappresenta l’ellisse <strong>sferica</strong> quando si considerano i casi di a>c;<br />

2<br />

cos a<br />

in questo caso essendo p 1 si può introdurre la seguente nuova<br />

2<br />

cos c<br />

funzione:<br />

2<br />

cos a<br />

= cosb<br />

(6.31)<br />

2<br />

cos c<br />

Con la quale la relazione generale (6.28) si riduce alla seguente:<br />

2<br />

2 2<br />

2 ⎡cos<br />

θ cos ccos<br />

ρ ⎤<br />

sen ρ ⎢ +<br />

= 1<br />

2<br />

2 ⎥<br />

(6.32)<br />

⎣ sen a sen b ⎦<br />

l’equazione di un’ellisse <strong>sferica</strong> dato che il semiasse maggiore a è più<br />

grande della semidistanza focale c (v. figura <strong>6.1</strong>2)<br />

Figura <strong>6.1</strong>2 <strong>–</strong> Ellisse <strong>sferica</strong> a>c<br />

6.3.3 <strong>–</strong> La circonferenza massima<br />

La condizione a = c conduce alla seguente relazione:<br />

ottenuta , avendo considerato nella (6.25)<br />

ρ=a=b<br />

2<br />

2 2<br />

cos ρ + sen ρ cos θ = 1<br />

(6.33)


La navigazione iperbolica<br />

Dovendo la (6.33) essere soddisfatta per qualunque valore di ρ l’<br />

angolo θ=0=π per cui la conica degenera nella circonferenza massima<br />

passante per le <strong>due</strong> stazioni trasmittenti A e B e b=0.<br />

Se si considera la condizione a=b per la (6.32) si ottiene la<br />

circonferenza minore di centro M e raggio ρ=a=b (ovvero π-ρ= π-a);<br />

inoltre si ottiene la circonferenza massima di polo M per ρ=a=90°;<br />

considerando poi nella (6.25) a=0 si ottiene cos 0<br />

2 2 2<br />

sen csen ρ θ = , essendo<br />

c ≠ 0 e ρ ≠ 0 dovrà necessariamente, per ogni valore di ρ, θ=90° oppure θ=-<br />

90°, per cui il caso a=0 individua la circonferenza massima passante per M e<br />

perpendicolare alla linea di base A-B; in effetti l’iperbole individuata da da=db<br />

coincide con la c.m. trovata per il caso a=0.<br />

Le relazioni (6.30) e (6.32) trovate per le coniche sferiche<br />

permettono di individuare alcune proprietà delle stesse. Essendo l’<br />

argomento θ presente nei quadrati delle funzioni seno e coseno le<br />

coniche possi<strong>ed</strong>ono simmetria sia rispetto alla c.m. definita dalla linea di<br />

base (A-B) che dalla c.m. perpendicolare e passante per il punto m<strong>ed</strong>io M.<br />

Inoltre, essendo anche ρ espresso in termini del quadrato della funzione<br />

seno le coniche possi<strong>ed</strong>ono un ’ altra simmetria rispetto alla c.m.<br />

normale alle prime dure, cioè a quella c.m. che come polo il punto m<strong>ed</strong>io<br />

M.<br />

6.4 <strong>–</strong> La posizione o fix iperbolico<br />

In molte applicazioni, il calcolo della posizione ottenuta per mezzo di<br />

intersezione di rami iperbolici è ottenuto per mezzo di supporto<br />

cartografico che riporta le tracce delle iperboli associate alla catena<br />

iperbolica.<br />

Nelle applicazioni analitiche occorre, invece, risolvere il problema<br />

solvendo un sistema di equazioni lineari che rappresentano una piccola<br />

parte delle curve ottenute utilizzando il principio della linearizzazione<br />

dei luoghi di posizione. Trovate le rette iperboliche, le stesse possono<br />

essere tracciate sul piano nautico tangente alla sfera o ellissoide oppure<br />

sul piano di Marcatore.<br />

6.4.1 <strong>–</strong> La retta iperbolica<br />

Nella figura <strong>6.1</strong>3 è rappresentata sinteticamente la geometria relativa a<br />

<strong>due</strong> stazioni di coordinate A( φ a,<br />

λa<br />

) e B(<br />

φb,<br />

λb<br />

) e di un punto R( φ,λ<br />

) su una<br />

iperbole <strong>sferica</strong> di equazione Δ d = db<br />

− da<br />

.<br />

Dai triangoli sferici si ha:<br />

250


cosd<br />

cosd<br />

a<br />

b<br />

= senφsenφ<br />

+ cosφ<br />

cosφ<br />

cos<br />

a<br />

= senφsenφ<br />

+ cosφ<br />

cosφ<br />

cos<br />

per cui l’equazione dell’iperbole <strong>sferica</strong> si scrive:<br />

b<br />

251<br />

a<br />

b<br />

( λa<br />

− λ)<br />

( λ − λ)<br />

−1<br />

Δd<br />

= cos [ senφsenφb<br />

+ cosφ<br />

cosφb<br />

cos(<br />

λb<br />

− λ)<br />

]<br />

−1<br />

− cos [ senφsenφa<br />

+ cosφ<br />

cosφa<br />

cos(<br />

λa<br />

− λ)<br />

]<br />

essendo Δ d = f [ φ , λ,<br />

φ , λ , φ , λ ] .<br />

b<br />

b<br />

a<br />

a<br />

b<br />

Mario Vultaggio<br />

+<br />

(6.34)<br />

(6.35)<br />

Figura <strong>6.1</strong>3 <strong>–</strong> Triangoli sferici associati alla linearizzazione<br />

dell’iperbole <strong>sferica</strong><br />

La proc<strong>ed</strong>ura di linearizzazione consiste nel sostituire la (6.35) con un<br />

arco di c.m. tangente al ramo di iperbole nell’intorno del punto stimato<br />

Zs ( φ s,<br />

λs)<br />

per mezzo di uno sviluppo in serie considerando la (6.35)<br />

espressa nel seguente modo:<br />

⎛ ∂f<br />

⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞<br />

Δ d = f [ φ,<br />

λ,<br />

φb,<br />

λb,<br />

φa,<br />

λa<br />

] = f [ φs,<br />

λsφb,<br />

λb,<br />

φa,<br />

λa<br />

] + ⎜ ⎟ δφ + ⎜ ⎟ δλ (6.36)<br />

⎝ ∂φ<br />

⎠ ⎝ ∂λ<br />

⎠Z<br />

⎛ ∂f<br />

⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞<br />

Δ d = Δds<br />

+ ⎜ ⎟ δφ + ⎜ ⎟ δλ (6.37)<br />

⎝ ∂ ⎠ ⎝ ∂λ<br />

⎠Z<br />

ZS<br />

φ Z S<br />

S<br />

Lo sviluppo delle derivate presenti nella (6.36) ovvero nella (6.37) da:<br />

S


La navigazione iperbolica<br />

Z S<br />

⎛ ∂f<br />

⎞ cosφs<br />

cosφb<br />

− senφssenφb<br />

cos<br />

⎜ ⎟ = −<br />

⎝ ∂φ<br />

⎠<br />

send<br />

Z<br />

b−<br />

s<br />

S<br />

cosφs<br />

cosφa<br />

− senφssenφa<br />

cos(<br />

λa<br />

− λs<br />

)<br />

+<br />

send<br />

b−<br />

s<br />

a−<br />

s<br />

252<br />

( λ − λ )<br />

( λ − λ ) cosφ<br />

cosφ<br />

sen(<br />

λ − )<br />

⎛ ∂f ⎞ cosφs<br />

cosφbsen<br />

b s<br />

s a a λs<br />

⎜ ⎟ = −<br />

+<br />

⎝ ∂λ<br />

⎠<br />

send<br />

send<br />

b<br />

a−<br />

s<br />

s<br />

+<br />

(6.38)<br />

(6.39)<br />

Le relazioni (6.38) e (6.39) possono essere ulteriormente semplificate<br />

applicando il teorema delle proiezioni e dei seni ai <strong>due</strong> triangoli sferici<br />

AZsR e BZsR:<br />

cosφ<br />

senφ<br />

= send<br />

s<br />

cosφ<br />

senφ<br />

= send<br />

s<br />

b<br />

a<br />

b−<br />

s<br />

a−<br />

s<br />

cos Z<br />

cos Z<br />

b−<br />

s<br />

a−<br />

s<br />

+ senφ<br />

cosφ<br />

cos<br />

s<br />

+ senφ<br />

cosφ<br />

cos<br />

( λ − λ )<br />

sen b<br />

send<br />

sen a<br />

send<br />

b−<br />

s<br />

( λ − λ )<br />

a−<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

b<br />

ab<br />

senZ<br />

=<br />

cosφ<br />

b−<br />

s<br />

b<br />

senZ<br />

=<br />

cosφ<br />

a−<br />

s<br />

a<br />

( λb<br />

− λs<br />

)<br />

( λ − λ )<br />

ab<br />

s<br />

(6.40)<br />

(6.41)<br />

Sostituendo le (6.40) e (6.41) nelle (6.38) e (6.39) si ottengono le<br />

espressioni finali delle derivate parziali:<br />

∂f<br />

= cos Z<br />

∂φ<br />

a−<br />

s −<br />

cos Z<br />

b−<br />

s<br />

(6.42)<br />

∂f<br />

= cos φs<br />

( senZa<br />

−s − senZb<br />

−s<br />

)<br />

(6.43)<br />

∂λ<br />

Pertanto la (6.37) si può scrivere nella sua versione finale:<br />

( Z − cosZ<br />

) + φ ( senZ − senZ )δλ<br />

Δ cos cos<br />

(6.44)<br />

d − Δds<br />

= a−<br />

s<br />

b−<br />

s δφ s a−<br />

s<br />

b−<br />

s<br />

La (6.44) rappresenta l’equazione dell’iperbole <strong>sferica</strong> linearizzata<br />

nell’intorno del punto stimato Zs che si può anche scrivere informa<br />

compatta nel seguente modo:<br />

δ s<br />

( Δ d) = aδφ<br />

+ bcosφ<br />

δλ<br />

(6.45)<br />

Come nelle applicazione geometriche <strong>ed</strong> analitiche usate per altri luoghi<br />

di posizione linearizzati la (6.45) può essere rappresentata sia sul piano<br />

nautico che sul piano di Mercatore.


253<br />

Mario Vultaggio<br />

L’uso di <strong>due</strong> equazioni lineari, applicando la soluzione analitica e/o<br />

grafica fornisce la posizione del ricevitore nel sistema di navigazione<br />

iperbolica.<br />

6.5 <strong>–</strong> la determinazione della posizione<br />

La determinazione analitica della posizione nei sistemi a copertura<br />

regionale o globale (Loran e Omega) si basa essenzialmente sul calcolo<br />

delle distanze su grandi geodetiche. Per ottenere ciò, occorre prima di<br />

tutto definire l’ellissoide di riferimento; nel caso in esame è usato il<br />

WGS <strong>–</strong> 72 (World Geodetic System 1972), i cui parametri principali sono:<br />

1<br />

a = 6378135 m , f =<br />

(6.46)<br />

298.<br />

26<br />

Figura <strong>6.1</strong>4 <strong>–</strong> Ellissoide internazionale<br />

<strong>ed</strong> usare delle relazioni che permettono di calcolare, con accuratezza<br />

geodetica, i parametri della geodetica.<br />

Nei <strong>due</strong> paragrafi successivi sono riportate le formule del Sodano che<br />

risolvono il primo e secondo problema delle geodetiche.<br />

6.5.1 <strong>–</strong> Determinazione degli elementi della geodetica: metodo<br />

inverso<br />

Dati le coordinate di un punto di partenza [ 1 , 1 λ1]<br />

φ<br />

arrivo [ ] φ B determinare la distanza S e gli azimut [ ]<br />

2 2 ,λ<br />

geodetica passante per A e B.<br />

A e quelle del punto di<br />

α della<br />

1 2 ,α


La navigazione iperbolica<br />

<strong>Siano</strong> a0 e f il semiasse maggiore e lo schiacciamento dell’ellissoide di<br />

riferimento; ricordando che il semiasse minore e l’eccentricità sono date<br />

dalle <strong>due</strong> seguenti relazioni:<br />

b<br />

o<br />

2 2<br />

2<br />

2 a0<br />

− b0<br />

= ao(<br />

1−<br />

f ) , e = 2 f − f =<br />

(6.47)<br />

2<br />

a<br />

Figura <strong>6.1</strong>5 <strong>–</strong> Triangolo ellissoidico per il primo problema<br />

Si calcola la differenza di longitudine Δ λ = λ2<br />

− λ1<br />

con λ λ2<br />

λ1<br />

pf π − = Δ<br />

a secondo che si vuole considerare l’arco minore o maggiore della<br />

geodetica. Assegnando alle latitudini sud e alle longitudini ovest il segno<br />

(-) si calcolano le <strong>due</strong> seguenti relazioni:<br />

π<br />

tan β = ( 1−<br />

f ) tanφ<br />

per φ ≤<br />

4<br />

cotφ<br />

π<br />

cot β = per φ ≥<br />

( 1−<br />

f ) 4<br />

Con la variabile β calcolata per le <strong>due</strong> latitudini 1 2 ,φ<br />

254<br />

o<br />

(6.48)<br />

φ . Si proc<strong>ed</strong>e, quindi, al<br />

calcolo delle seguenti variabili:<br />

a = senβ<br />

senβ<br />

b = cos β cos β , cos Ψ = a + bcos<br />

Δλ<br />

(6.49)<br />

1<br />

2,<br />

1 2<br />

( ) ( ) 2<br />

2<br />

senΔλsenβ<br />

+ senβ<br />

cos β − β cos β cosΔλ<br />

sen Ψ =<br />

sen<br />

(6.50)<br />

2<br />

2<br />

bsenΔλ<br />

c = e m = 1−<br />

c<br />

senΨ<br />

Il segno di Ψ<br />

sen è (+) per l’arco più breve e (-) per l’arco più lungo: il<br />

valore di Ψ va calcolato opportunamente nel proprio quadrante.<br />

1<br />

2<br />

1<br />

2<br />

(6.51)


255<br />

Mario Vultaggio<br />

Con i parametri calcolati si passa al calcolo della lunghezza dell’arco di<br />

geodetica dato dal seguente sviluppo in serie:<br />

S<br />

bo<br />

=<br />

⎡<br />

+ m⎢−<br />

⎣<br />

2 ⎡ f<br />

+ a ⎢−<br />

⎣ 2<br />

2 ⎡ 2<br />

[ ( 1+<br />

f + f ) Ψ]<br />

+ a ( f + f )<br />

2<br />

2<br />

( f + f ) Ψ ( f + f )<br />

2<br />

2<br />

−<br />

⎤<br />

senΨ<br />

cos Ψ⎥<br />

+<br />

⎦<br />

2 2<br />

f Ψ ⎤<br />

senΨ<br />

− ⎥ +<br />

2senΨ<br />

⎦<br />

2 2<br />

f Ψ ⎤<br />

senΨ<br />

cos Ψ + ⎥ +<br />

2 tan Ψ ⎦<br />

2 2<br />

2 2<br />

2 ⎡ f Ψ f<br />

f Ψ f<br />

+ m ⎢ + senΨ<br />

cos Ψ − −<br />

⎣ 16 16<br />

2 tan Ψ 8<br />

2 2 2<br />

⎡ f Ψ f<br />

2 ⎤<br />

am⎢<br />

+ senΨ<br />

cos Ψ⎥<br />

⎣2senΨ<br />

2<br />

⎦<br />

⎢<br />

⎣<br />

2<br />

2<br />

senΨ<br />

cos<br />

3<br />

⎤<br />

Ψ⎥<br />

+<br />

⎦<br />

Gli azimut della geodetica si ricavano per mezzo delle <strong>due</strong> seguenti<br />

relazioni:<br />

tanα<br />

tanα<br />

1−2<br />

2−1<br />

senΓcos<br />

β2<br />

=<br />

senβ<br />

cos β − cosΓsenβ<br />

cos β<br />

2<br />

2<br />

1<br />

senΓcos<br />

β1<br />

=<br />

senβ<br />

cos β cosΓ<br />

− senβ<br />

cos β<br />

Nelle quali Γ si ricava dalla seguente relazione:<br />

Γ − Δλ<br />

=<br />

c<br />

2 [ ( f + f ) Ψ]<br />

1<br />

⎡ f<br />

+ a⎢−<br />

⎣ s<br />

1<br />

1<br />

2<br />

f ⎤<br />

senΨ<br />

− ⎥ +<br />

senΨ<br />

⎦<br />

2 2<br />

⎡ 5 f Ψ f<br />

⎤<br />

+ m⎢−<br />

+ senΨ<br />

cosΨ<br />

+ tan Ψ⎥<br />

⎣ 4 4<br />

⎦<br />

2<br />

2<br />

2<br />

(6.52)<br />

(6.53)<br />

(6.54)<br />

6.5.2 <strong>–</strong> Determinazione degli elementi della geodetica: metodo<br />

diretto<br />

Dati le coordinate geografiche di un punto di partenza [ 1 , 1 λ1]<br />

φ<br />

distanza S e l’azimut [ 1−2<br />

]<br />

punto di arrivo [ ] φ B e l’azimut [ α ] .<br />

2 2 ,λ<br />

A , la<br />

α , determinare le coordinate geografiche del<br />

Per la risoluzione di questo problema, oltre alle variabili considerate nel<br />

problema inverso, occorre introdurre la seconda eccentricità data per<br />

definizione dalla seguente relazione:<br />

2−1


La navigazione iperbolica<br />

256<br />

[ ]<br />

2<br />

1<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

2<br />

'<br />

,<br />

0 α<br />

α<br />

b<br />

b<br />

a<br />

e<br />

−<br />

= (6.55)<br />

Figura <strong>6.1</strong>6 <strong>–</strong> Triangolo ellissoidico per il secondo problema<br />

4<br />

per<br />

)<br />

1<br />

(<br />

cot<br />

cot<br />

4<br />

per<br />

tan<br />

)<br />

1<br />

(<br />

tan<br />

π<br />

φ<br />

φ<br />

β<br />

π<br />

φ<br />

φ<br />

β<br />

≥<br />

−<br />

=<br />

≤<br />

−<br />

=<br />

f<br />

f<br />

(6.56)<br />

<strong>ed</strong> i seguenti parametri:<br />

( )<br />

( )<br />

s<br />

s<br />

s<br />

sen<br />

gsen<br />

sen<br />

sen<br />

e<br />

a<br />

b<br />

S<br />

sen<br />

e<br />

m<br />

g<br />

sen<br />

φ<br />

β<br />

φ<br />

β<br />

β<br />

β<br />

β<br />

α<br />

β<br />

α<br />

β<br />

β<br />

1<br />

1<br />

2<br />

1<br />

2<br />

2<br />

'<br />

1<br />

0<br />

0<br />

2<br />

1<br />

2<br />

2<br />

'<br />

1<br />

2<br />

1<br />

1<br />

2<br />

1<br />

1<br />

0<br />

cos<br />

2<br />

1<br />

,<br />

cos<br />

1<br />

2<br />

1<br />

cos<br />

cos<br />

,<br />

cos<br />

cos<br />

+<br />

⎟<br />

⎟<br />

⎠<br />

⎞<br />

⎜<br />

⎜<br />

⎝<br />

⎛ +<br />

=<br />

=<br />

Ψ<br />

−<br />

⎟<br />

⎟<br />

⎠<br />

⎞<br />

⎜<br />

⎜<br />

⎝<br />

⎛ +<br />

=<br />

=<br />

= −<br />

−<br />

(6.57)<br />

⎥<br />

⎦<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎣<br />

⎡<br />

−<br />

+<br />

+<br />

⎥<br />

⎦<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎣<br />

⎡<br />

+<br />

−<br />

−<br />

−<br />

+<br />

⎥<br />

⎦<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎣<br />

⎡ −<br />

+<br />

+<br />

⎥<br />

⎦<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎣<br />

⎡<br />

−<br />

+<br />

−<br />

+<br />

⎥<br />

⎦<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎣<br />

⎡ −<br />

+<br />

=<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

s<br />

sen<br />

e<br />

e<br />

sen<br />

e<br />

m<br />

a<br />

sen<br />

e<br />

e<br />

sen<br />

e<br />

e<br />

m<br />

sen<br />

e<br />

a<br />

sen<br />

e<br />

e<br />

m<br />

sen<br />

e<br />

a<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

φ<br />

2<br />

4<br />

'<br />

4<br />

'<br />

4<br />

'<br />

1<br />

1<br />

3<br />

4<br />

'<br />

2<br />

4<br />

'<br />

4<br />

'<br />

4<br />

'<br />

2<br />

4<br />

'<br />

2<br />

2<br />

'<br />

2<br />

'<br />

1<br />

2<br />

'<br />

1<br />

0<br />

cos<br />

8<br />

5<br />

cos<br />

4<br />

8<br />

3<br />

cos<br />

32<br />

5<br />

cos<br />

8<br />

cos<br />

64<br />

13<br />

64<br />

11<br />

cos<br />

8<br />

5<br />

cos<br />

4<br />

4<br />

2<br />

1<br />

1<br />

(6.58)


Calcolo dell’azimut α 2−1<br />

:<br />

tanα<br />

Calcolo della longitudine:<br />

Δλ<br />

− Γ ⎡3<br />

f<br />

= − fφs<br />

+ a1<br />

cos β<br />

⎢<br />

0<br />

⎣ 2<br />

λ = λ + Δλ<br />

2<br />

1<br />

Calcolo della latitudine:<br />

2<br />

cos β =<br />

2<br />

senβ2<br />

tan β2<br />

=<br />

cos β<br />

2−1<br />

cos β0<br />

=<br />

g cosφ<br />

− senβ<br />

senφ<br />

1<br />

0<br />

senα1−2senφ0<br />

tan Γ =<br />

cos β cosφ<br />

− senβ<br />

senφ<br />

cosα<br />

2<br />

1<br />

cos<br />

2<br />

⎤ ⎡3<br />

f<br />

senφs<br />

⎥ + m1<br />

⎢<br />

⎦ ⎣ 4<br />

senβ<br />

= senβ<br />

cosφ<br />

+ gsenφ<br />

2<br />

0<br />

e<br />

0<br />

β +<br />

tan β2<br />

tanφ<br />

=<br />

2<br />

cotφ<br />

=<br />

2<br />

2<br />

257<br />

0<br />

1<br />

1<br />

3 f<br />

φs<br />

−<br />

4<br />

( g cosφ<br />

− senβ<br />

senφ<br />

)<br />

0<br />

cos β2<br />

cotβ2<br />

=<br />

senβ<br />

( 1−<br />

f )<br />

( 1−<br />

f )<br />

0<br />

per<br />

cot β<br />

2<br />

2<br />

1<br />

per<br />

2<br />

0<br />

0<br />

Mario Vultaggio<br />

1−2<br />

⎤<br />

senφs<br />

cosφs<br />

⎥<br />

⎦<br />

0<br />

π<br />

β2<br />

≤<br />

4<br />

2<br />

π<br />

β2<br />

≥<br />

4<br />

6.6 - Il sistema iperbolico di navigazione LORAN-C<br />

(6.59)<br />

(6.60)<br />

(6.61)<br />

(6.62)<br />

6.<strong>6.1</strong> - Introduzione<br />

Il sistema iperbolico Loran-C (LOng RAnge Navigation) è stato<br />

sviluppato sulle esperienze acquisite nell’esercizio del prec<strong>ed</strong>ente<br />

sistema (Loran-A) usato negli anni 50,basato sulla trasmissione di<br />

segnali ad impulsi e realizzato dal DoD (Department of Defence ) degli<br />

Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. La prima catena di Loran<br />

C, localizzata lungo la costa orientale degli USA, è stata dichiarata<br />

operativa nel 1958.<br />

Attualmente ci sono numerose catene di Loran-C che coprono il<br />

M<strong>ed</strong>iterraneo, l'Atlantico di Nord-Ovest, le acque intorno all'Hawai e al<br />

Giappone, nella Cina sud orientale e lungo la costa occidentale<br />

dell'America del Nord (Alaska compreso), nelle regioni dei Grandi<br />

Laghi (Great Lakes) fino al Golfo del Messico. Esistono, inoltre, <strong>due</strong><br />

catene in Arabia Saudita <strong>ed</strong> altre cosiddette mini catene in altre parti del


La navigazione iperbolica<br />

mondo come per esempio quella operante nel canale di Suez; altre<br />

catene Loran-C si stanno espandendo per coprire il resto degli Stati Uniti<br />

continentali, principalmente per servire il traffico aereo; questa<br />

espansione è stata completata alla fine del 1990 (Heyes, 1988). Alla fine<br />

degli anni 80 sono state dichiarate operative quattro catene sovietiche<br />

(Westling, 1984), una nella parte dell'Europa centrale del paese con<br />

cinque trasmettitori, una sul litorale pacifico con cinque e <strong>due</strong> catene<br />

recentemente stabilite con tre trasmettitori per coprire la regione artica<br />

occidentale dell'oceano Pacifico. Il sistema sovietico, denominato<br />

Chayka (gabbiano), ha un’organizzazione del segnale simile a quello<br />

delle stazioni delle catene degli Stati Uniti; questi <strong>due</strong> Stati,<br />

successivamente, hanno stabilito degli accordi per integrare le catene<br />

Loran-C e le catene Chayka in modo da poterli utilizzare<br />

simultaneamente per mezzo di ricevitori opportunamente pr<strong>ed</strong>isposti a<br />

ricevere <strong>ed</strong> elaborare segnali provenienti dalle <strong>due</strong> catene (Westling,<br />

1984).<br />

Una catena Loran-C è costituita da una stazione principale (Master<br />

station, M) e da <strong>due</strong>, tre o quattro stazioni secondarie dette stazioni<br />

secondarie (Slaves station o stazioni schiave); le stazioni secondarie<br />

sono indicate rispettivamente con le lettere X(X-ray), Y(Y-ankee), Z(Z-<br />

Zulu) e possibilmente W(W-whisky);le linee di base, distanze fra i<br />

trasmettitori della stessa catena (Master <strong>–</strong> Slaves), sono di circa 1000-<br />

1200 chilometri.<br />

6.6.2 <strong>–</strong> Il segnale Loran C<br />

Le stazione delle catene Loran-C trasmettono tutte su una frequenza<br />

portante di 100KHz ma ogni catena si caratterizza per differenti<br />

intervalli di trasmissione; le misure di differenza di tempo fra la Master<br />

e le stazioni secondarie sono realizzate per sovrapposizione dei segnali;<br />

le fasi sono utilizzate per migliorare la misura. I segnali, di ogni stazione<br />

trasmettente, sono costituiti da gruppi di impulsi, otto per ogni gruppo<br />

distanziati di 1 ms (1000 μs) fra loro nel gruppo. La stazione Master<br />

trasmette un nono impulso distanziato 2 ms (2000 μs) come riportato in<br />

figura 4.1. Il nono impulso esiste principalmente per motivi storici dato<br />

che esso era usato per identificare il segnale della Master, nel Loran-A,<br />

per mezzo di un oscilloscopio ma la sua funzione è quella di trasferire ai<br />

ricevitori Loran-C informazioni sul mal funzionamento delle Slaves<br />

(stazioni secondarie).<br />

258


259<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura <strong>6.1</strong> <strong>–</strong> Catena Loran C e rappresentazione temporale degli<br />

impulsi di una catena Loran; GRI Intervallo di cadenza (Ground Rate<br />

Interval)<br />

Questa operazione è fatta lampeggiando il nono impulso a intervalli di<br />

12 s, compilando le seguenti parole dell’alfabeto Morse RE, REE, REEE<br />

e REEEE rispettivamente per le stazione X, Y, Z e W, per indicare che i<br />

segnali da loro trasmessi sono inutilizzabili. Questa caratteristica è anche<br />

utilizzata dalle stazioni asservite lampeggiando i primi <strong>due</strong> impulsi di<br />

ogni gruppo per 0,25 s e spegnendoli per 3,75 s.<br />

Questo modo di operare delle stazioni fornisce al sistema Loran-C<br />

l’integrità di funzionamento. Ogni catena è caratterizzata dall’intervallo<br />

di cadenza definito dal tempo di ripetitività dei gruppi di impulsi(v.<br />

figura 4.1) noto con la sigla di GRI (Ground Rate Interval). Per il Loran-<br />

C sono stati introdotti quattro intervalli principali individuati dalla<br />

lettere S, SH, SL, SS che corrispondono rispettivamente ai valori 50.000<br />

60.000, 80.000 e SS 100.000 μs; per ciascuna di queste cadente sono<br />

state, inoltre, introdotte otto intervalli specifici che si differenziano di<br />

100 μs . Ogni catena Loran-C lavora con una cadenza specifica definita<br />

nella seguente tabella:


La navigazione iperbolica<br />

Tabella <strong>6.1</strong> <strong>–</strong> GRI <strong>–</strong> Elenco degli intervalli specifici di cadenza<br />

S(μs) SH(μs) SL(μs) SS(μs)<br />

50.000 60.000 80.000 100.000<br />

49.900 59.900 79.900 99.900<br />

49.800 59.800 79.800 99.800<br />

49.700 59.700 79.700 99.700<br />

49.600 59.60 79.600 99.600<br />

49.500 59.500 79.500 99.500<br />

49.400 59.40 79.400 99.400<br />

49.300 59.300 79.30 99.300<br />

L’intervallo di cadenza specifico, individuato dalle prime 4 cifre, è usato<br />

dai ricevitori per individuare la catena su cui operare per effettuare le<br />

misure di differenza di tempo e calcolare la posizione;<br />

Ogni impulso ha la durata di 270 μs <strong>ed</strong> è costituito da 27 armoniche di<br />

periodo 10 μs di ampiezza variabile; i massimi delle oscillazione del<br />

segnale sono rappresentati dalla seguente relazione:<br />

2<br />

⎛ ⎞ ⎡ ⎛ ⎞⎤<br />

() ⎜<br />

t<br />

⎟ ⎢ ⎜<br />

t<br />

v t = v<br />

− ⎟<br />

o exp 2 1<br />

⎜ ⎟<br />

⎥<br />

(<strong>6.1</strong>)<br />

⎢<br />

⎜ ⎟<br />

⎝ t p ⎠ ⎣ ⎝ t p ⎠⎥⎦<br />

con t p = 65 − 70μs<br />

(normalmente 65 μs). La funzione (<strong>6.1</strong>) rappresenta<br />

l’inviluppo dei massimi delle armoniche semplici come si può<br />

facilmente notare nella figura 4.2.<br />

Figura 6.2 <strong>–</strong> Forma del segnale Loran C<br />

Lo spettro trasmesso è richiesto per avere 99 per cento dell'energia di<br />

impulso all'interno della gamma di frequenza 90-110 KHz.<br />

Dalla tabella si v<strong>ed</strong>e che ci sono disponibili GRI possibile; il GRI delle<br />

catene vicine deve essere scelto con grande cura in modo che i segnali<br />

260


261<br />

Mario Vultaggio<br />

delle catene vicini non si sovrappongono fra di loro. La tabella 6.2<br />

riporta l’elenco di alcune catene Loran-C nel modo.<br />

Tabella 6.2 <strong>–</strong> Elenco di alcune catene Loran-C e codici di<br />

identificazione<br />

Catena Loran-C codice<br />

Pacifico Centrale 4990<br />

Costa Orientale del Canada 5930<br />

Corea <strong>–</strong> Giappone 5970<br />

Costa Occidentale del Canada 5990<br />

Nord Atlantico 7930<br />

Golfo dell’Alaska 7960<br />

Mar di Norvegia 7970<br />

Costa Sud-Est Stati Uniti 7980<br />

Mar M<strong>ed</strong>iterraneo 7990<br />

Grandi Laghi 8970<br />

Costa Occidentale Stati Uniti 9940<br />

Costa Nord-Est Stati Uniti 9960<br />

Pacifico Nord-Occidentale 9970<br />

Pacifico Settentrionale 9990<br />

Tutte le stazione appartenenti alla stessa catena Loran-C utilizzano la<br />

stessa frequenza pertanto per essere identificati sono introdotti nel<br />

sistema di trasmissione dei segnali dei ritardi che sono associati alla<br />

distanza Master-Slave (Δ) <strong>ed</strong> un ritardo specifico per ogni stazione Slave<br />

noto come Coding Delay (δ). In questo modo il tempo ricevuto da . Con<br />

questa proc<strong>ed</strong>ura, ogni ricevitore Loran-C riceve in successione la<br />

stazione M-Mastre, la X Slave, Y-Slave e Z-Slave come riportato in<br />

figura <strong>6.1</strong>.<br />

Per ogni catena, allora, i tempi di ricezione delle stazioni Slaves variano<br />

in funzione della distanza delle stesse con la Master e dei Coing delay<br />

assegnati per ogni stazione Slave; i temi di misura per una stazione<br />

trasmittente Slave variano fra un valore minimi dato dal coding delay (δ)<br />

e da un valore massimo determinato dal tempo Master-Slave (Δ) e dal<br />

coding delay (δ); la relazione (6.2) definisce per una generica stazione<br />

Slave il campo di misura del tempo misurato dal ricevitore Loran-C:<br />

δ ≤ t ≤ 2Δ<br />

+ δ<br />

(6.2)<br />

S


La navigazione iperbolica<br />

Tabella 6.2 <strong>–</strong> Valori teorici dei tempi(μs) per la catena Loran-C 7970<br />

Mar di Norvergia<br />

Slave tSmin (δ) (Δ) tSmax<br />

X(Bφ) 11.000,00 4.048,16 19.096,32<br />

W(Sylt) 26.000,00 4.065,96 34.131,32<br />

Y(Sandur) 46.000,00 2.944,47 51.888,94<br />

Z(Jan Mayen) 60.000,00 3.216,20 66.432,40<br />

Tuttavia, oggi, le stazione trasmittenti Slave non sono più ritardate dei<br />

tempi rispetto a quello di trasmissione della Master ma sono dotati di<br />

orologi atomici al Cesio al che per proprio conto hanno una deriva<br />

differente da quella della Master. Ciò significa che durante il loro i<br />

ritardi legati alla distanza Master-Slaves possono differire rispetto a<br />

quelli teorici. Inoltre, i ritardi (Δ) teorici imposti nel sistema variano<br />

anche per il modo di propagarsi sulla superficie della terra( variabilità<br />

della conduttività elettrica). Il controllo sulla deriva degli orologi al<br />

cesio è assegnato a delle staziono monitor che intervengono per segnale<br />

che la deriva fra gli orologi della Master e delle Slaves è maggiore del<br />

off-set consentito; quando il valore misurato ecc<strong>ed</strong>e un determinato<br />

intervallo di tolleranza ( valore del l’ordine di decine di nanosecondi), la<br />

stazione monitor trasmette un messaggio alla stazione secondaria (Slave)<br />

che registra il ritardo e lo applica al suo orologio. In questo modo è<br />

mantenuto il valore teorico usato per il calcolo della posizione. Può<br />

affermarsi così che Loran-C opera come un sistema differenziale con le<br />

stazioni del monitor come stazione di riferimento. Ma poiché le<br />

variazioni di propagazione non sono uguali nell’area di copertura della<br />

catena, ci saranno sempre piccoli e differenti errori nell’area di copertura.<br />

La frequenza della portante è unica per la catena,; in questo modo gli<br />

impulsi sono coerenti fra loro. Inoltre, per ridurre l'influenza<br />

dell'interferenza e permettere al ricevitore di identificare<br />

automaticamente i segnali, gli impulsi sono codificati. La codifica degli<br />

impulsi è fatta in modo che la prima semi armonica è positiva oppure<br />

negativa; così per la Master gli impulsi sono codificati nel seguente<br />

modo:<br />

++--+-+-+ e +--+++++trasmesso<br />

ogni <strong>due</strong> volte. Simultaneamente le stazioni secondarie<br />

(Slaves) trasmettono impulsi codificati<br />

+++++--+ e +-+-++--,<br />

262


263<br />

Mario Vultaggio<br />

Questa codifica degli impulsi permette al ricevitore di individuare le<br />

riflesione dei segnali prodotti dalla ionosfera e quindi essere in grado di<br />

valutare la propagazione iono<strong>sferica</strong> (skywaves) da quella superficiale<br />

(groundwaves); i codici della Master e delle Slaves sono ortogonali; essi<br />

sono codici complementari di Golay.<br />

6.6.3 - L'interferenza dei segnali<br />

L’interferenza prodotta da altri gruppi di impulsi sugli impulsi trasmessi<br />

dalle stazioni della catena è un problema importante nella ricezione dei<br />

segnali Loran-C particolarmente in Europa. Le fonti si trovano sia<br />

all’interno della banda Loran-C che da altre bande come per esempio<br />

quella di lavoro del Decca.<br />

Spesso si distingue fra sincronismo, sincrono approssimato o<br />

asincronismo prodotto da interferenza per mezzo della seguente<br />

condizione:<br />

⎧ = 0 ⎡ sincronismo<br />

⎤<br />

m ⎪<br />

f<br />

⎢<br />

⎥<br />

int − ⎨ ≤ f b ⎢<br />

sincronismo<br />

approssimato<br />

⎥<br />

(6.2)<br />

2GRI<br />

⎪<br />

⎩ > f ⎢⎣<br />

non sincronismo<br />

⎥<br />

b<br />

⎦<br />

Nella quale f int è la frequenza di interferenza, f b la ampiezza di bande<br />

del ricevitore (normalmente 0.01-0.5 Hz) <strong>ed</strong> m un intero; l’errore sul<br />

sincronismo approssimato è dell’ordine del 1% sulla frequenza di<br />

sincronismo.<br />

L’interferenza causa le difficoltà nell’aggancio dei segnali <strong>ed</strong> è regolato<br />

per mezzo di filtri. I problemi di interferenza che possono essere<br />

generati dalla catena stessa sono di <strong>due</strong> tipi:<br />

• interferenza prodotta dalla skywaves;<br />

• interferenza prodotta da Slaves della stessa catena.<br />

L’azione dell’interferenza prodotta dalla skywaves sarà trattata<br />

successivamente. L’interferenza prodotta dai trasmettitori (Slaves) della<br />

stessa catena è legato all’organizzazione dei segnali trasmessi dalle<br />

stazioni della catena e già studiato nel paragrafo prec<strong>ed</strong>ente. Comunque,<br />

le stazione trasmettono in istanti differenti (differenti time sharing) per<br />

cui nessun impulso può sovrapporsi ad un altri impulsi di stazioni<br />

differenti (Slaves) cosicché è assicurata l’identificazione dei segnali da<br />

parte del ricevitore.<br />

L'intervallo necessario fra gli impulsi da <strong>due</strong> trasmettitori è indicato da<br />

Figure 4.30.


La navigazione iperbolica<br />

Figura 6.3 <strong>–</strong> Distanza temporale fra Master e Slave<br />

La Master trasmette un impulso che arriva alla Slave dopo tempo un β;<br />

la Slave trasmette l’impulso dopo il tempo definito dal coding delay (δ).<br />

Questo’ultimo impulso arriva alla Master dopo il tempo di (2β+δ)<br />

cosicché per evitare una sovrapposizione degli impulsi la Master deve<br />

trasmettere il suo secondo impulso prima dell’intervallo (2β+δ).<br />

L’interferenza prodotta dalla riflessione iono<strong>sferica</strong> può anche creare<br />

delle sovrapposizioni degli impulsi. Le riflessioni multiple, cioè segnali<br />

che hanno subito riflessioni multiple, si possono sovrapporre ai segli<br />

superficiali generando così treni di impulsi che a alla frequenza di 100<br />

KHz possono durare diversi decine di ms anche se l’ampiezza degli<br />

impulsi riflessi è ridotta. Se un secondo impulso è trasmesso troppo<br />

presto dopo il primo le riflessioni multiple possono generare errori sia<br />

nella sovrapposizione dei segnali che nella fase della portante. Queste<br />

considerazioni sono bene illustrate nella figura 6.4:<br />

Figura 6.4 <strong>–</strong> Interferenza fra impulsi<br />

264


265<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura 6.5 <strong>–</strong> Intervalli richiesti per evitare la sovrapposizione fra<br />

impulso Master e quello Slave.<br />

Nello schema di figura 6.5 Δ è l’intervallo di possibile sovrapposizione<br />

fra l’impulso della Master e quello della Slave mentre I è il tempo<br />

minimo necessario per identificare il segnale Master.<br />

Se invece la Master trasmette il gruppo intero di impulsi (9), la<br />

frequenza di ripetizione di impulso aumentata e l'intervallo necessario<br />

fra questi impulsi è allora di meno Δ perché essi provengono dallo stesso<br />

trasmettitore (Master); soltanto il primo impulso di ogni gruppo deve<br />

attendere la riflessioni di ultimo impulso del gruppo prec<strong>ed</strong>ente come<br />

riportato in figura 6.6.<br />

Figura 6.6 <strong>–</strong> Intervalli fra gruppi di impulsi<br />

Se G è la lunghezza del gruppo, l'intervallo totale di ripetizione è data<br />

dalla seguente relazione:<br />

GRI = 2 G + 2Δ<br />

+ 2β<br />

+ I<br />

(6.3)<br />

La tabella 6.3 fornisce gli esempi dei valori dei Δ, β e G per un singolo<br />

impulso e per un gruppo di impulsi. La tabella indica che il numero di<br />

impulsi per secondo che può essere trasmesso sono da una stazione<br />

trasmittente aumenta quando si utilizzano gruppi di impulsi invece che<br />

un singolo impulso. Ciò è molto importante perché riduce la potenza di


La navigazione iperbolica<br />

picco necessaria per singolo impulso cosicché il rapporto segnalerumore<br />

necessario nel ricevitore può essere realizzato tramite<br />

integrazione coerente di parecchi impulsi.<br />

Tabella 6.3 <strong>–</strong> Intervallo di gruppo fra Master e Slave X della catena<br />

7970 Mar di Norvergia (valori in ms)<br />

parametri impulso Gruppo di 8 impulsi<br />

2 Δ 22 22<br />

2 β 9,9632 9,09632<br />

I 2 2<br />

2G - 14<br />

GRI 33,09632 47,09632<br />

Impulsi/s 1<br />

= 30,<br />

2<br />

GRI<br />

g<br />

= 169,<br />

9<br />

GRI<br />

Fattore di<br />

5,6dB<br />

amplificazione --<br />

In una ricevitore Loran-C il tempo di integrazione è limitato dalla<br />

condizione che il movimento del ricevitore debba essere molto più<br />

piccolo di una lunghezza d'onda durante il tempo di integrazione della<br />

misura. Alla frequenza di 100KHz la lunghezza d'onda è di 3 Km; lo<br />

spostamento massimo durante l'integrazione non dovrebbe quindi<br />

superare 150 m cosicché una nave con 30 nodi di velocità può usare un<br />

tempo di tempi di integrazione di circa 10 s, valore molto comune nei<br />

ricevitori loran.<br />

L'integrazione degli impulsi ricevuti è in fase coerente solo dopo che il<br />

ricevitore ha agganciatoli segnale. Se, allora, l'ampiezza ricevuta del<br />

2<br />

A<br />

segnale è A, l’energia del segnale è . Se l’energia del rumore è N ,<br />

2<br />

allora il rapporto segnale-rumore per ogni singolo impulso è:<br />

⎛ S ⎞<br />

⎜ ⎟<br />

⎝ N ⎠1<br />

2<br />

A<br />

=<br />

(6.4)<br />

2N<br />

Dopo l’integrazione coerente di n impulsi l’ampiezza è nA e la sua<br />

2 ( nA)<br />

energia è: . Il rumore, comunque, integrato come segnale<br />

2<br />

incoerente (random) ha la caratteristica di essere statisticamente<br />

indipendente e perciò può porsi uguale a nN, cosicché il rapporto<br />

segnale rumore dopo l’integrazione di n impulsi è:<br />

266


( nA)<br />

2<br />

267<br />

Mario Vultaggio<br />

2<br />

⎛ S ⎞ 2 nA ⎛ S ⎞<br />

⎜ ⎟ = = = n⎜<br />

⎟<br />

(6.5)<br />

⎝ N ⎠ n nN 2N<br />

⎝ N ⎠1<br />

Per una catena loran-C, in cui otto impulsi sono trasmessi da una<br />

stazione trasmittente dopo 79,9 ms <strong>ed</strong> integrati per 10s , si ha una fattore<br />

di amplificazione del segnale di circa 1000 volte:<br />

10* 8*<br />

1000<br />

3<br />

≅ 1000 = 10 =<br />

79.<br />

9<br />

30dB<br />

Tenuto conto che per un singolo impulso il rapporto segnale rumore - -<br />

10dB si ottiene un effettivo rapporto segnale rumore di 20dB. Questo<br />

valore permette di ottenere una valutazione dell’errore di fase della<br />

misura essendo:<br />

2 1<br />

( Δϕ ) = = 0.<br />

1[<br />

rad]<br />

≅ 18°<br />

S<br />

N<br />

Dopo se si suppone che sia la master che la Slave hanno lo stesso<br />

rapporto segnale rumore , allora errore di fase è dato dalla seguente<br />

relazione:<br />

1 1<br />

Δϕ 1,<br />

2 = + = 0.<br />

07[<br />

rad]<br />

= 25°<br />

(6.6)<br />

⎛ S ⎞ ⎛ S ⎞<br />

⎜ ⎟ ⎜ ⎟<br />

⎝ N ⎠ ⎝ N ⎠<br />

1<br />

Cosicché essendo la lunghezza d’onda di un impulso di periodo 10 μs '<br />

pari a 300m allora l’errore di misura dell’iperbole corrisponde a circa<br />

100 m.<br />

6.6.4 <strong>–</strong> Codifica di gruppo<br />

La codifica di fase come metodo di riduzione dell'influenza dalle<br />

riflessioni multiple prodotte dalla skywaves possono facilmente<br />

compreso dalla figure 6.7. Il ricevitore genera gli stessi codici della<br />

Master (segnali a di figura 6.a) e li confronta con quelli ricevuti. Se le<br />

fasi sono identiche il ricevitore produce un segno (+) altrimenti un segno<br />

(-).; questa operazione è effettuata su tutti i gruppi. Il ricevitore proc<strong>ed</strong>e<br />

all’integrazione degli impulsi quando la correlazione è rispettata. Le<br />

rappresentazioni di figura 6.7b e 6.7c l’integrazione è nulla perché i<br />

gruppi ricevuti non coincidono con quelli generati. In questo modo il<br />

ricevitore riconosce l’interferenza del segnale riflesso dalla ionosfera.<br />

2


La navigazione iperbolica<br />

Figura 6.7 <strong>–</strong> Esempio di codifica dei gruppi di impulsi della stazione<br />

Master e eliminazione delle interferenze prodotte dalla skywave.<br />

6.6.5 <strong>–</strong> I ricevitori Loran C<br />

Nel Loran-C, come in altri sistemi di navigazione, c’è stato un notevole<br />

sviluppo dei ricevitori che ha portato ad una utilizzazione, per l’analisi<br />

dei segnali, di microprocessori sempre più diffusa. In questo paragrafo è<br />

presentato il ricevitore convenzione usato per moltissimi anni e<br />

successivamente quello attuale dotati di microprocessori per il calcol<br />

della posizione.<br />

La sintonizzazione dei ricevitori ad una catena Loran-C si basa sul GRI.<br />

Per prima è identificato il segnale della Master; nei ricevitori automatici,<br />

i gruppi di impulsi sono generati con una velocità moto più grande di<br />

quelli trasmessi dalla Master e con la stessa fase; l’aggancio e la<br />

successiva integrazione avviene quando i gruppi ricevuti della master e<br />

quelli generati dal ricevitore si sovrappongono completamente; in questa<br />

situazione il GRI del ricevitore di adatta a quello della catena e i treni di<br />

impulsi sono agganciati. La figura 6.8 illustra il principio di<br />

funzionamento della sintonizzazione della Master. L’influenza della<br />

skywave è minima per quanto studiato nel paragrafo prec<strong>ed</strong>ente <strong>ed</strong><br />

illustrato nella figura 6.7.<br />

268


269<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura 6.8 <strong>–</strong> Schema di aggancio del segnale generato dal ricevitore e<br />

segnale ricevuto. (per semplicità nello schema è riportato un gruppo di<br />

solo 4 impulsi).<br />

Quando il ricevitore ha bloccato i segnali della Master, il ricevitore<br />

passa, seguendo la sesta proc<strong>ed</strong>ura all’aggancio delle stazione asservite<br />

(Slaves) seguendo lo schema di figura <strong>6.1</strong>.<br />

Il ricevitore ha un oscillatore interno agganciato in fase con il segnale<br />

della Master e da cui si ricavano tutte le altre frequenze necessarie per<br />

l’utilizzo dei segnali delle stazione Slaves 8gri, ecc,..). L’aggancio di<br />

fase deve avere un tempo costante cosicché il segnale di riferimento non<br />

deriva molto anche quando in assenza del segnale della Master. Il tempo<br />

totale dall'inizio della ricerca fino a raggiungere il sincronismo completo<br />

è solitamente parecchi minuti.<br />

Durante la ricerca la larghezza di banda del ricevitore è ridotta<br />

solitamente a circa 5 KHz della banda nominale di 20-40 KHz per<br />

aumentare il rapporto segnale-rumore;d'altra parte questa riduzione di<br />

larghezza di banda distorce severamente a forma dell’impulso, in modo<br />

da non deve essere usata per il tracking del ricevitore). I ricevitori<br />

Loran-C funzionano soddisfacentemente anche con rapporto<br />

segnale/rumore degli impulsi di -20dB dovuto al lungo intervallo di<br />

integrazione. Durante la proc<strong>ed</strong>ura di ricerca, tuttavia, l'integrazione è<br />

incoerente e questo è il motivo della riduzione di larghezza di banda.<br />

Come detto prec<strong>ed</strong>entemente, le misure di tempo e di fase sono<br />

utilizzate per trovare una posizione del ricevitore. Il ricevitore misura la<br />

differenza di tempo (DT) dei tempi di arrivo del segnale della master e<br />

delle stazione Slaves. Questa differenza, in prima fase, è fatta con una<br />

accuratezza di ± 5μs<br />

quando il periodo della portante è di 10 μs<br />

.<br />

Successivamente la differenza di tempo è misurata con più accuratezza<br />

confrontando le fase delle misure nell’attraversamento dello linea di


La navigazione iperbolica<br />

zero nel terzo ciclo (per es. 30 μs<br />

dopo l’inizio del primo ciclo degli<br />

impulsi). Il motivo per questa scelta di tempo è legata al tempo di<br />

propagazione della skywaves che è di circa 32 − 35μs<br />

e per evitare<br />

interferenze sui segnali (v. figura 7.9).<br />

Figura 6.9 <strong>–</strong> Tempo di propagazione teorico della skywave in funzione<br />

della distanza<br />

Il ricevitore necessita <strong>due</strong> armoniche per determinare lo zero dei segnali<br />

<strong>ed</strong> è per questo motivo che le misure di differenza di fase si effettua<br />

nello zero del terzo ciclo. Per trovare questo punto, in linea di principio i<br />

ricevitori utilizzano <strong>due</strong> metodi.<br />

Nel primo metodo il ricevitore trova la differenza fra l’inviluppo degli<br />

impulsi ricevuti e quello amplificato dato dall’equazione (<strong>6.1</strong>):<br />

1<br />

( t)<br />

v(<br />

t)<br />

− A v(<br />

t − t )<br />

v = Δ<br />

(6.7)<br />

dove Al e Δt sono scelti in modo che il valore della (6.7) si annulli nel<br />

punto desiderato.<br />

Nel secondo metodo, l’inviluppo del segnale ricevuto è differenziato <strong>due</strong><br />

volte (v. figura <strong>6.1</strong>1), cosicché il punto di intersezione è:<br />

270<br />

1<br />

( t)<br />

1<br />

2<br />

d v<br />

v 2 ( t2<br />

) = A2<br />

= 0<br />

(6.8)<br />

2<br />

dt<br />

Nel caso che la funzione v2 ( t)<br />

è data dalla relazione (<strong>6.1</strong>) la (6.8) è<br />

soddisfatta dopo 21 μs<br />

.<br />

t=t<br />

2


271<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura <strong>6.1</strong>0 <strong>–</strong> Determinazione dello zero per mezzo dell’onda inviluppo.<br />

Figura <strong>6.1</strong>1 <strong>–</strong> Determinazione dello zero per mezzo della tecnica<br />

differenziale.<br />

Se si considera l’inizio del terzo ciclo del segnale superficiale per la<br />

misura di fase, nessun segnale dovrebbe prec<strong>ed</strong>ere di 30μs; per questo<br />

motivo il ricevitore è dotato di porte che controllano questa condizione.<br />

Se i segnali si trovano in questa condizione, la misura di fase si sposta<br />

sullo zero successivo e il ricevitore informa l’utente che la misura è sta<br />

effettuata su uno zero errato.<br />

In Europa la causa più usuale di rilevazione errata dello zero di<br />

riferimento è l’interferenza da altri trasmettitori che operano in<br />

prossimità della frequenza usata. Per controbattere tale interferenza, in<br />

molti casi sono richiesti dei filtri di taglio. Questi filtri, che si possono<br />

utilizzare sia automaticamente che manualmente, tagliano una parte del<br />

segnale desiderato oltre che quello indesiderato. Ciò, inoltre, implica la


La navigazione iperbolica<br />

distorsione del impulso. La larghezza di banda di questi filtri è di solito<br />

do 1-2 KHZ.<br />

Poiché le frequenze dipendono dalle condizioni di propagazione, le<br />

frequenze all’interno della banda disturbate in modo differente lungo il<br />

percorso dalla trasmittente (Master e Slaves) al ricevitore (<strong>6.1</strong>); questa<br />

azione disturba anche la posizione dello zero di misura, di modo che, nei<br />

casi estremi, si può generare un’altra posizione dello zero errata rispetto<br />

a quella corretta.<br />

Nei moderni ricevitori tutta o la maggior parte dei segnali sono<br />

analizzati con la tecnica digitale. Questa tecnica permette:<br />

• una notevole velocità di calcolo;<br />

• l’elaborazione in parallelo di tutte le trazioni appartenenti alla<br />

catena Loran-C;<br />

• la selezione automatica delle stazioni trasmittenti migliori basata<br />

sull’intensità dei segnali e sulla geometria delle iperboli.<br />

Questi ricevitori calcolano la posizione in coordinate geografiche a<br />

differenza dei vecchi ricevitori che fornivano soltanto le differenze di<br />

tempo (TD) in μs.<br />

Ultimamente esistono ricevitori che possono utilizzare stazioni<br />

trasmittenti (Slaves e Master) di differenti catene. Le funzioni principali<br />

di un moderno ricevitore sono (fig.ra <strong>6.1</strong>2):<br />

• ricerca dei segnali della Master e delle Slaves;<br />

• determinazione dello zero di misura;<br />

• l’aggancio dell’onda di inviluppo;<br />

• misura delle differenza di tempo fra master e Slaves (TD);<br />

• applicazione di possibili correzioni;<br />

• calcolo della posizione.<br />

Solitamente il modulo di ricerca e quello di tracking sono separati; il<br />

primo ha il compito di limitare la banda passante; il secondo ha il<br />

compito di agganciare le stazioni. Gli svantaggi di questi <strong>due</strong> moduli<br />

sono l’alta sensibilità alle interferenze e debole riduzione del rapporto<br />

segnale/rumore.<br />

272


273<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura <strong>6.1</strong>2 <strong>–</strong> Schema a blocchi di un ricevitore Loran-C<br />

Figura <strong>6.1</strong>3 <strong>–</strong> Schema a blocchi di un ricevitore Loran-C<br />

La figura <strong>6.1</strong>3 mostra un esempio di uno schema a blocchi di un<br />

ricevitore Loran-C che utilizza la tecnica digitale per mezzo di<br />

microprocessori (anche se non rappresenta lo schema dei ricevitori<br />

Loran-C di ultima generazione).


La navigazione iperbolica<br />

Una caratteristica della tecnica digitale è che la ricerca del segnale è<br />

campionato in quadratura con 125μs fra una coppia di campioni<br />

(impulsi) (v. figura <strong>6.1</strong>5).<br />

Figura <strong>6.1</strong>4 <strong>–</strong> campionamento del segnale Loran-C con la tecnica<br />

digitale<br />

Questa tecnica assicura una sufficiente ampiezza del segnale e nello<br />

stesso tempo l’intervallo di campionamento della coppia è<br />

sufficientemente breve a individuare la presenza dell’impulso. Si riduce<br />

il tempo di individuazione dei gruppi di impulsi (8+8) del trasmettitore<br />

desiderato.<br />

Per trovare il punto zero di misura del tempo, il segnale è testato ad un<br />

certo numero di punti prima definire la posizione dei campioni.<br />

L'intervallo fra questi campioni è 40μs (v figura <strong>6.1</strong>5). il rivelatore, in<br />

presenza del segnale, salta al punto più in vicino e la lunghezza in tempo<br />

del salto è data dal numero di campioni con segnale presente.<br />

Quando la posizione approssimativa dello zero, dopo il terzo ciclo<br />

segnale è stata trovata, la sua posizione può essere determinata con più<br />

accuratezza e quindi proc<strong>ed</strong>ere all’agganciamento dei segnali. La<br />

posizione dello zero è determinata prendendo tre campioni intervallati di<br />

2,5 μ in prossimità dell’intersezione con il livello nullo (v. figura <strong>6.1</strong>4).<br />

274


275<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura <strong>6.1</strong>5 <strong>–</strong> campionamento per trovare lo zero di riferimento<br />

Se la somma a questi tre campioni è nulla allora lo zero di riferimento<br />

per la misura è esattamente sullo 'zero intersezione. Un algoritmo<br />

proc<strong>ed</strong>e al calcolo <strong>ed</strong> al filtraggio dei tre impulsi in modo da definire in<br />

modo univoco la posizione del punto di misura (zero <strong>–</strong> intersezione). La<br />

tecnica è identica per la misura di fase. L’istante definito al centro del<br />

campione determina il tempo di misura da confrontare con gli altri<br />

tempi corrispondenti alle altre stazioni trasmittenti gestite<br />

contemporaneamente dal ricevitore.<br />

6.6.6 <strong>–</strong> Ricerca automatica del gruppo di impulsi.<br />

Per prevenire errati agganciamenti da parte del ricevitore loran-C sono<br />

stati sviluppati diversi routine per minimizzare l’errore di aggancio di<br />

fase anche in presenza di interferenze.<br />

Nella figura <strong>6.1</strong>6 sono rappresentati dei gruppi di impulsi utilizzati da<br />

un ricevitore Loran-C per illustrare il metodo di somma e di divisione di<br />

<strong>due</strong> gruppi di impulsi. Nella fase di campionamento, il segnale ricevuto<br />

è moltiplicato dai primi quattro impulsi (M1)della sequenza di<br />

riferimento generata dal ricevitore e gli ultimi quattro per gli impulsi<br />

(M2) (v. figura <strong>6.1</strong>6); questo processo produce un campionamento per<br />

determinati intervalli della sequenza di riferimento. Questi prodotti sono<br />

sommati e successivamente moltiplicati; questo ultimo valore è<br />

confrontato con il livello di soglia. Successivamente, se il segnale<br />

ricevuto è sincronizzato con la sequenza di riferimento, allora gli<br />

impulsi (M1)e (M2) forniscono un contributo al campionamento, cioè + 8<br />

impulsi; altrimenti quando il segnale non è sincronizzato con la<br />

sequenza il contributi sono nulli e non c’è campionamento del segnale.<br />

Questo ultimo caso è identico a quello mostrato nella figura 6.7 (b,c).


La navigazione iperbolica<br />

Figura <strong>6.1</strong>6 <strong>–</strong> Campionamento per l’aggancio di fase<br />

Questo aspetto è molto curato nel Loran-C. Tra l'altro, le variazioni da<br />

un gruppo di impulsi all’altro è fatto in modo da selezionare gruppi<br />

dispari (primo, terzo, quinto e settimo) che hanno la stessa fase (per. es.<br />

ciclo positivo) mentre i gruppi pari (secondo, quarto, sesto e ottavo)<br />

hanno un cambiamento di fase.<br />

6.6.7 <strong>–</strong> Accuratezza e portata di una catena Loran C.<br />

La portata del Loran-C è molto più grande di quella del Loran-A, sia per<br />

la propagazione superficiale (ground waves) che per quella iono<strong>sferica</strong><br />

(skywaves). Le onde superficiali possono raggiungere distanze m<strong>ed</strong>ie di<br />

1100 miglia con una variazione in distanza fra 900 e 1400 miglia.<br />

Questa copertura delle catene Loran-C derivano da esperienze<br />

sperimentale effettuate su terreni di natura differente al variare delle<br />

stagioni e al variare delle condizioni meteorologiche. In Europa<br />

occidentale, tuttavia, numerose interferenze associate a molte stazioni<br />

vicine alle trasmittenti delle catene. I segnali Loran-C si indeboliscono<br />

con la distanza dalle stazioni trasmittenti; la ricezione del segnale Loran-<br />

C dipende dal rapporto segnale/rumore che dipende da diversi fattori<br />

oltre ovviamente dalla distanza dalle stazioni trasmittenti. La riduzione<br />

del segnale è più marcata su terreni che sul mare; il rumore nella banda<br />

di frequenza del Loran-C è più del doppio nelle ore notturne rispetto alle<br />

ore diurne <strong>ed</strong> è maggiore nelle zone equatoriali e d’estate, rispetto alle<br />

zone di latitudine elevate d’inverno dipende perdita del<br />

La portata delle skywaves è naturalmente maggiore di quella<br />

superficiale: di giorno possono propagarsi fino a 1800-2000 miglia e di<br />

notte, in alcune situazioni fino a 3000 miglia. Questa particolarità,<br />

naturalmente comporta che entro 1100 miglia arrivano al ricevitore sia<br />

onde superficiali (groundwaves) che onde ionosferiche (skywaves). La<br />

sovrappostone di queste onde è tipico del fenomeno di interferenza<br />

discusso nei paragrafi prec<strong>ed</strong>enti.<br />

276


277<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura <strong>6.1</strong>7 <strong>–</strong> Portata del segnale Loran-C al variare della<br />

conducibilità del mezzo e all’intensità in dB del segnale.<br />

La misura del confronto di fase si effettua, come già prec<strong>ed</strong>entemente<br />

visto, entro i 30 μs quando il segnale non è ancora contaminato dalle<br />

skywaves ; in questi casi la lettura TD è indicata da TG ; per distanze<br />

maggiori può considerarsi che il segnale ricevuto sia solo iono<strong>sferica</strong> (il<br />

segnale ha subito una riflessione dallo strato limite della ionosfera); in<br />

questo caso la lettura è indicata con TS e alla lettura va applicata la<br />

6.6.8 <strong>–</strong> Il loran C differenziale.<br />

Dato che le variazioni della velocità di propagazione dei segnali è legato<br />

alle variazioni c1imaticche si può pensare che esse possano essere<br />

associate ad aree geografiche di differente ampiezza. Questo concetto<br />

può essere usato per calcolare le differenze di tempo per una località di<br />

coordinate note e trasmettere le differenze fra il tempo di misura <strong>ed</strong> il<br />

valore nominale su un canale comunicazione ad altri utenti che usano le<br />

stesse stazioni trasmittenti <strong>ed</strong> operano nella stessa area. In questo modo i<br />

ricevitori Loran-C che ricevono le correzioni potrebbero applicare alle<br />

misure di differenza di tempo prima di effettuare il calcolo della<br />

posizione Loran-C.<br />

Il metodo, detto Loran-C differenziale, è stato studiato molto a fondo,<br />

specialmente negli Stati Uniti <strong>ed</strong> è stato dimostrato che le applicazioni


La navigazione iperbolica<br />

delle correzioni di tempo possono migliorare considerevole le<br />

prestazioni del ricevitore. Tuttavia, è importante tener presente che<br />

soltanto quegli errori che sono correlati migliorano le prestazioni sul<br />

calcolo della posizione. Gli errori non correlati ( variazioni di tipo<br />

casuali), sono associati al rumore dei ricevitori. Un cattivo rapporto<br />

segnale-rumore è solitamente dovuto quando alle stazioni trasmettenti<br />

molto lontani dal ricevitore; (errori di questo tipo sono inoltre<br />

geometria-dipendente).<br />

Il Loran-C differenziale migliora la le prestazioni in termini di<br />

accuratezza ; queste prestazioni possono essere espresse intermini di<br />

rapporto. Nelle aree con buoni rapporti segnali-rumore <strong>ed</strong> una buona<br />

geometria dei trasmettitori (Master <strong>–</strong> Slaves - Ricevitore) gli errori<br />

correlati (sistematici) si eliminano applicando la tecnica differenziale<br />

migliorandone le prestazioni in termini di accuratezza della posizione<br />

calcolata. Questa azione è minore dove gli errori causati da rumore.<br />

Queste conclusioni sono state tratte da ricerche diffuse lungo le catene<br />

loran-C distribuite lungo le coste degli USA <strong>ed</strong> i risultati si basano sia su<br />

studi teorici che sperimentali. Le misure eseguite in altre parti del<br />

mondo hanno fornito risultati molto buoni; per esempio misure<br />

eseguente nell’area francese hanno permesso di trovare una deviazione<br />

standard di alcune decine di nanosecondi su un’area di oltre 500 km; nel<br />

canale di Zuez il Loran-C differenziale permette di determinare la<br />

posizione con una accuratezza di circa 15 m.<br />

6.6.9 <strong>–</strong> Prospettive future.<br />

Il Loran-C, come detto è un sistema che per la sua caratteristica di<br />

integrità di funzionamento bene si presta a tutti gli usi nei quali è<br />

richiesta la sicurezza di funzionalità.<br />

In alcune regioni esistono progetti di ampliamento e di potenziamento<br />

delle catene aggiornando e/o sostituendo le stazioni con nuove<br />

tecnologie che ne migliorano le prestazioni. Nel nord Europa (v. figure<br />

<strong>6.1</strong>8 e <strong>6.1</strong>9) sono state programmate potenziamento <strong>ed</strong> ampliamento<br />

delle aree coperte da catene Loran-C; nel M<strong>ed</strong>iterraneo la catena Loran-<br />

C (7990), dopo il passaggio nel 1994 della gestione parte del DoD, ha<br />

subito diverse difficoltà che alla fine hanno portato alla chiusura delle<br />

stazioni Slave-Y (Estartit - Spagna) e Slave-Z (Kalkabarum- Turchia); la<br />

gestione per una buon funzionamento delle stazioni richi<strong>ed</strong>eva la<br />

completa sostituzione del hardware delle stazioni trasmittente; L’alto<br />

costo e la disponibilità del sistema satellitare GPS hanno portato alla<br />

decisione da parte dei Paesi gestore della catena (Italia, Spagna e<br />

278


279<br />

Mario Vultaggio<br />

Turchia) alla disattivazione chiusura della catena con gravissimi danni<br />

da parte di numerosissime unità navali dotati di ricevitori Loran-C.<br />

Figura <strong>6.1</strong>8 <strong>–</strong> proposta di una nuova catena Loran-C nel NE<br />

dell’Oceano Atlantico(NELS)<br />

Anche le catene loran-C del Nord Europa hanno subito le stesse<br />

difficoltà di gestione legate alla politica di sviluppo del GOPS e alle<br />

difficoltà finanziaria passate ai paesi coperti dalle catene. La soluzione il<br />

più probabilmente sarà che ogni paese con i trasmettitori sul relativo<br />

territorio assume la direzione del finanziamento del loro funzionamento,<br />

possibilmente sostenuto dagli altri paesi. Un'espansione è stata proposta,<br />

nuovi trasmettitori consistenti in Norvegia, il Regno Unito e l'Irlanda. La<br />

realizzazione di questa politica porterà un ampliamento dell’area di<br />

utilizzo dell’Europa di Nord-Ovest fino al Golfo di Biscaglia.


La navigazione iperbolica<br />

Figura <strong>6.1</strong>9 <strong>–</strong> proposta di un sistema Loran-C nel mar baltico<br />

280

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